L’era Mauro Gola in Fondazione Crc parte all’unanimità

Il nuovo presidente: «Una squadra forte e coesa nell’interesse dell’intera comunità. Raccolgo il testimone di una istituzione in grande salute, con la volontà di affrontare diverse sfide strategiche». Con massima attenzione per lo sviluppo sostenibile

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La notizia era ampiamente nell’aria ma è stata ufficializzata solo alla fine della scorsa settimana: dopo aver lasciato la presidenza della Camera di Commercio, Mauro Gola è stato nominato presidente della Fondazione Crc per il mandato 2024-27. Come si legge nel comunicato, il Consiglio Generale della Fondazione Crc ha nominato all’unanimità l’imprenditore cuneese.
Nella medesima seduta, il Consiglio Generale ha nominato all’unanimità gli altri 6 Consiglieri di Amministra­zione. Scendendo nel dettaglio, sono stati nominati vicepresidenti: Francesco Cap­pello, dottore commercialista e revisore legale, in rappresentanza dell’Albese (vicepresidente anziano); Elena Merlatti, funzionario presso la Regione Piemonte, in rappresentanza del Monregalese.
Sono stati inoltre nominati Consiglieri di Amministrazio­ne: Mauro Bernardi, imprenditore di Cuneo; Federico Borgna, consulente finanziario di Cuneo; Mario Canova, geometra di Alba; Mirco Spinardi, geometra di Fari­gliano.
«Il voto unanime evidenzia l’unità d’intenti del Consiglio Generale e ci permette di avviare questo mandato con spirito di condivisione e con una squadra forte e coesa nell’interesse della comunità – ha dichiarato Mauro Gola, nuovo presidente -. Sono onorato di essere stato scelto per presiedere questa importante istituzione e, insieme alla mia squadra, sento la grande re­sponsabilità del ruolo che abbiamo assunto. Raccoglia­mo oggi il testimone di un’istituzione in grande salute, con la volontà di affrontare, insieme agli attori del territorio, le sfide strategiche che ci attendono. Consape­voli che, insieme, possiamo fare la differenza nella vita delle persone e della nostra comunità».
Sulle polemiche che hanno accompagnato in questi mesi la nomina di Gola, lo stesso presidente neoeletto ha ridimensionato ogni presunta contrapposizione, in un’intervista che è stata concessa al quotidiano La Stampa: «Au­spico che ci si lasci presto alle spalle il clima che ha accompagnato il travaglio della nuova governance, per quanto mi riguarda sono un uomo che non ama lo scontro, preferisco il fare e il dialogo». Da più parti è stato rilevato il ruolo della politica, che Gola “minimizza” sottolineando come «la politica ha operato nell’ambito delle sue prerogative, per creare convergenze e non certo per ostacolare».
L’intento ora è quello di dare continuità al lavoro avviato da Ezio Raviola, presidente uscente, che nel suo bilancio finale ha auspicato che i semi dell’innovazione continuino a trasformarsi in frutti preziosi. Insomma, c’è la volontà di portare avanti il lavoro in prospettiva, facendo attenzione certamente all’innovazione tecnologica ma anche e soprattutto allo sviluppo sostenibile in linea con l’Agenda 2030 dettata dall’Onu.
Nell’intervista Gola promette di colmare il divario che emerge tra i dati legati al territorio (la provincia di Cuneo è prima in Piemonte per reddito pro capite) e la percezione che della stessa arriva all’esterno. Un divario che ancora esiste e che secondo Gola è conseguenza di una decennale assenza di progetti di marketing territoriali. Le criticità da affrontare riguardano in particolare la gestione dell’acqua, la riduzione delle emissioni di gas serra, la differenziazione dei rifiuti e la prevenzione del rischio alluvioni. Si deve passare da questi temi (e non solo) per proseguire nel percorso di crescita.
Grande attenzione invece per il welfare di comunità, con un occhio di riguardo per chi è costretto a dividersi tra lavoro e famiglia (un tema che trattiamo anche nell’intervista principale di questo numero di IDEA). Per Gola ciò che serve è «un mix tra le buone pratiche del passato e gli strumenti che offre il welfare inteso come più ampia rete di protezione sociale: asili aziendali, baby sitting, iniziative post scuola, centri sportivi per supportare le famiglie». C’è anche l’impegno a rafforzare i servizi in montagna, nell’alta collina e nei luoghi isolati per evitare lo spopolamento e garantire qualità di vita anche in quelle comunità che in Granda hanno un ruolo molto più importante rispetto ad altre realtà.
Gola infine considera indispensabile un consolidamento del Centro Studi Crc, «per l’autorevolezza della Fonda­zione». E per il valore aggiunto che lo stesso ente può garantire pianificando strategie per il territorio, individuando soluzioni innovative alle problematiche sociali ed economiche che si stanno presentando in questi anni. «Uno strumento utile – ha specificato Gola – per portare avanti progetti come il Piano strategico 2030 che ha visto Crc, Provincia e Camera di commercio unite in una cabina di regia per programmare, con il supporto del mondo della ricerca e delle istituzioni, la crescita collettiva della nostra terra».
A questo punto, dopo l’annuncio di Gola in Fondazione Crc e l’elezione delle scorse settimane di Marco Gilli alla Compagnia di San Paolo, resta da sistemare l’ultimo tassello tra i rinnovi delle fondazioni bancarie piemontesi, quello della Fondazione Crt di Torino. In questo caso si arriva al traguardo dell’elezione – non ancora decisa – dopo un percorso travagliato dopo le dimissioni del segretario generale Andrea Varese e poi anche del presidente Fabrizio Palenzona. Nel frattempo, la data per l’elezione del nuovo presidente è stata fissata per il 21 maggio. Ma un ruolo importante potrebbe svolgerlo anche il Ministero dell’Economia che potrebbe valutare, in queste ore, il commissariamento.
Molto diverso l’esito in Fondazione Crc. «La coesione dimostrata attorno al mio nome con l’unanimità è di buon auspicio per la partenza dei lavori all’insegna dell’unità per il bene del territorio», ha commentato Mauro Gola nel giorno dell’insediamento ai vertici di Fondazione Crc.