Villa Garassino, tradizione e passione per la cucina fusion

Il nuovo chef Fabio Olivero presenta inedite combinazioni gustative che conquistano!

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Carattere determinato, entusiasmo, disponibilità sono solo alcune delle doti di Ilaria Santorelli, manager director del ristorante con camere, tour operator di Villa Garassino (strada Rizzi 18; tel. 0173-328185; 345-0056512), Country House e Wine shop nel cuore del Barbaresco a Treiso.

Una location sospesa nel tempo, in cui sembra davvero di entrare in un’altra dimensione, immersa tra le vigne del nobile rosso di Langa, restaurata dalla famiglia Miroglio nel 2017.
Oggi la struttura è dotata di due suite e tre stanze tutti ambienti di design confortevoli, comodi e accoglienti. Inoltre, una piscina esterna impreziosisce la Villa e soprattutto assicura un piacevole soggiorno in completo relax a coloro che prediligono una vacanza nella natura.

Oltre alla vicinanza geografica ad Alba, Bra, Torino e centri come Barolo, Villa Garassino, per merito di bellissimi e ampi spazi esterni ed interni, è una ottima e ricercata dimora per ricevimenti, matrimoni e appuntamenti di lavoro.
«Villa Garassino è un vero e proprio Country House nel cuore delle Langhe», ribadisce con sod­disfazione Ilaria, che si occupa personalmente dell’accoglienza, delle prenotazione e della gestione delle esperienze presso la Villa, «un punto di partenza per vivere tante attività: dalla visita alle cantine Tenuta Carretta, senza dimenticare cooking class dedicate alla cucina tradizionale piemontese, pic-nic tra i filari, e tutte le affascinanti esperienze legate alla ricerca del pregiato tartufo bianco in compagnia di un trifolao esperto e del suo amico a quattro zampe… Inoltre offriamo la possibilità di noleggiare vespe ed e-bike, così come visitare produttori locali di formaggi e prodotti da forno, visitare castelli e torri… E gli avventurosi, i curiosi non possono perdersi la grande emozione di un volo in mongolfiera…».
Al suo fianco da gennaio, Fabio Olivero, resident chef del ristorante che mixa la tradizione del Piemonte con l’esperienza e la passione per la cucina giapponese.

Come è nata questa fusion?
«Beh diciamo che la cucina è sempre stata la mia passione», sottolinea Fabio Olivero, originario di Sommariva Bosco, «e per affinarmi, ho frequentato l’Ac­ca­demia Culinaria a Torino, cimentandomi successivamente in ­esperienze in diversi paesi europei come la Francia, il Belgio, per poi trasferirmi in Nuova Zelanda dove ho conosciuto quella che è diventata mia moglie, Sato Ishikawa. Con il Covid siamo rientrati in Italia e amici comuni mi hanno segnalato che in questa magnifica location stavano cercando un cuoco. E così, non ci ho pensato neanche un momento… Ilaria mi è sembrata subito desiderosa di innovare e quindi insieme oggi affrontiamo questo bellissimo viaggio…».

Come si può definire la cucina proposta a Villa Ga­ras­sino?
«Una perfetta simbiosi tra la consuetudine piemontese e quella giapponese. In realtà le due culture gastronomiche hanno molte similitudini e tante affinità come la fierezza e l’orgoglio di perseguire la tradizione, con massima attenzione alle materie prime eccellenti. Per entrambe le cucine è tradizionale la carne cruda, senza dimenticare l’attenzione alla pasta che loro chiamano noodles, specialità tagliata direttamente dalla sfoglia con poca umidità, proprio come i nostri tajarin».

Più dettagliatamente quali le proposte?
«Il nostro ospite può optare scegliendo tre menù: il classico, continuità delle tradizioni di questo territorio con battuta di vitello tonnato di Langa, tajarin, ravioli del plin, guancia, tagliata di fassona, il bunet e la panna cotta… Poi c’è un secondo menù essenzialmente vegetariano con qualche piatto ve­gano dal sapore giapponese come i Gyoza Riso e Coj, una mia personale reinterpretazione con sapori più asiatici. Ed infine, la terza esperienza tratteggia un viaggio asiatico con diverse proposte, tra le quali la carne di fassone cucinata con la tecnica del tataki e servita con la salsa ponzu; oppure i tajarin serviti con salsa di soia e vongole. Cerchiamo insomma di proporre tante alternative, tanti gusti e sapori, proponendo ai più curiosi, l’avvicinamento alla vera cucina asiatica, senza mai dimenticare il valore di questo vocato territorio patrimonio Unesco, celebre anche per i suoi grandi vini».