La chiave del successo: al centro commerciale

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«Il segreto del mio gioco è che è perfetto per tutti. Ci possono giocare un nonno, un bambino, un panettiere e un professore, uno che è abile nel disegno come uno che è negato. Tutti si divertono, anche chi non vince». Commenta l’ex cameriere americano: «La soddisfazione è nel giocare più che nel risultato. Non contano conoscenza, studi, essere artistici con la matita. La parte preferita di tutti è indovinare o meglio urlare quello che gli passa per la mente osservando un disegno. Ma io non lo capii subito, purtroppo. Me ne accorsi un giorno indimenticabile durante i primi mesi di presentazione – continua Angel – in cui andavamo nei centri commerciali, nei negozi di giochi e addirittura nelle farmacie a presentare il gioco ai clienti sperando che lo comprassero. Sapevo che dovevo mettere quella matita in mano ai potenziali clienti per fare capire il meccanismo. Passavo anche 12 ore al giorno in piedi per vendere tre scatole. E alla sera tornavo a casa e dicevo agli altri “Hey! Ho venduto t-r-e giochi! È fantastico!” ma dopo qualche settimana iniziai a pensare che non ce l’avrei fatta. Un giorno ero come sempre alla fine di una scala mobile con matita e foglietto e chiedevo “mi disegna un gatto?” senza ottenere un grande successo. Ad un certo punto ebbi l’intuizione, disegnai io qualcosa e al passante feci la domanda fatidica: «Che cosa è questo?». Il signore guardò il mio scarabocchio e poi disse soddisfatto con un grande sorriso: «È un gatto!». Avevo trovato la chiave. Non bisognava vendere un gioco di disegni ma di indovinelli.