VALLE PO, BRONDA E INFERNOTTO
L’alta Valle Po e i territori limitrofi rappresentano un condensato di emozioni per gli amanti delle due ruote, con percorsi sia per la mountain bike (in zona Oncino, Paesana e Brondello), che per il cicloturismo (con le salite a Ostana o l’arrivo a Pian del Re di Crissolo, alle sorgenti del fiume Po) e per l’enduro, con itinerari attrezzati sui pendii che sovrastano Paesana.

Per gli escursionisti, il Giro del Monviso è uno degli anelli più coinvolgenti delle Alpi Occidentali. Merito di quei suoi paesaggi incontaminati fatti di rocce, pascoli e cielo, di quei boschi verdeggianti che profumano di unicità. Il tour consiste in quattro giorni in alta montagna sfiorando laghi alpini freschi e trasparenti e camminando lungo sentieri permeati di storia, come ricorda il Buco di Viso, il primo traforo delle Alpi datato 1480. Il Pian del Re, spettacolare pianoro dove nasce il Po, e poco più a valle il Pian della Regina, fanno parte del Parco del Monviso. Da qui partono molteplici sentieri che portano sulla cima del Viso, al giro dei rifugi intorno alla cima, al colle delle Traversette, storico valico di collegamento tra l’antico Marchesato di Saluzzo e la Francia.

Per le passeggiate a media quota, il Monte Bracco popone una rete sentieristica ampia e ben segnalata che si immerge in un ambiente panoramico, abitato fin dal Neolitico e decantato anche da Leonardo da Vinci. Imperdibile, qui, la visita alla borgata-museo di Balma Boves, costruita sotto una sporgenza di roccia e abbandonata soltanto negli anni ’50.

Ai lati della valle principale, si estendono la Valle Infernotto, con Bagnolo Piemonte, nota per la produzione della pietra, e la Valle Bronda, caratterizzata da produzioni frutticole di alta qualità e vitigni da cui si ottiene il vino Pelaverga.

VALLE VARAITA
Ampia, ombreggiata e rigogliosa, ricca di spunti naturalistici e architettonici, di gustose specialità gastronomiche è la Valle Varaita. L’aroma dolciastro dei frutteti di bassa valle, il fresco respiro del Bosco dell’Alevé, le meridiane di Bellino. O ancora le avvolgenti architetture di Sampeyre e Casteldelfino, gli interminabili tornanti che si arrampicano al Colle dell’Agnello, protagonista di tante tappe del Giro d’Italia e del Tour de France. Sessanta chilometri di storie, sapori e paesaggi fanno della Valle Varaita un lungo polmone verde.
Tra i giochi di luci e ombre che si rincorrono da un versante all’altro, si sviluppa il Valle Varaita Trekking, percorso a tappe di dodici giorni che si immerge nell’anima più autentica del territorio. Una facile traversata è quella tra Pontechianale e Chianale, sotto il fresco abbraccio dei lariceti, senza disdegnare l’ascesa al meraviglioso lago Bleu. Incastonato nel cuore della media valle, il Sentiero dei Sarvanot a Rore di Sampeyre consente invece un’affascinante immersione alla scoperta del bosco e dei suoi magici abitanti, prefigurandosi come uno dei sentieri più caratteristici della vallata dove fiaba e natura si compenetrano senza soluzione di continuità.
Impossibile non lasciarsi trasportare dalle eccellenze enogastronomiche locali, come le Ravioles, gnocchi di patate e formaggio conditi con burro fuso, i Tomini di Melle e i Crosetins preparati con la farina di segale.
VALLE MAIRA

La Valle Maira, impregnata di storia e cultura Occitana, stupisce per la fitta rete sentieristica che si inoltra tra valloni secondari e vecchie borgate. I Percorsi Occitani collegano in 15 tappe Villar San Costanzo ad Acceglio, con un caleidoscopico itinerario di 177 km tra storia, cultura, natura ed enogastronomia.
Il fondovalle offre interessanti spunti di visita. Presso l’Espaci Occitan a Dronero è allestito il Museo Sòn de Lenga, che illustra storia e cultura Occitana, mentre Villar San Costanzo è conosciuto come il paese dei “Ciciu”, caratteristiche colonne di erosione a forma di fungo, oggi tutelate come riserva naturale. A Roccabruna, sul monte Rocceré, ecco uno dei più importanti siti di arte rupestre dell’Età del Bronzo, da scoprire con visita guidata (tour di 4 ore, su prenotazione tel. 347.2358797).
Risalendo la valle si incontrano tanti piccoli gioielli di arte medievale nelle cappelle e nelle chiese, come a San Salvatore a Macra, a San Sebastiano a Celle Macra e a San Peyre a Stroppo. Vero e proprio capolavoro è la Parrocchiale di Elva con l’abside interamente affrescata dal pittore fiammingo Hans Clemer all’inizio del ’500. Merita una deviazione il vallone che conduce a Marmora e Canosio, le cui frazioni custodiscono gioielli di architettura e arte rurale. Da Canosio si raggiunge l’altopiano della Gardetta, riconosciuto Patrimonio Geologico Italiano, con le spettacolari pareti di Rocca La Meja.
Acceglio è l’ultimo comune dell’alta valle e i suoi sentieri attraversano grandiosi scenari panoramici, in uno degli angoli più suggestivi e frequentati dagli escursionisti delle Alpi occidentali. Da non perdere una sosta gustosa con l’antipasto occitano, le raviolàs di toma, la pulenta cumudà.

VALLE GRANA
Uno scrigno selvaggio che da Caraglio si distende per appena venti chilometri, inerpicandosi fino ai 2.679 metri di Punta Tempesta. La valle è custode di scorci inaspettati dal respiro autentico e antiche tradizioni. In queste terre nasce il Re dei formaggi, il Castelmagno DOP, irrinunciabile piacere per ogni appassionato gourmet. Dal Santuario di San Magno, sorto nel XV secolo a oltre 1.700 metri di quota, alla fitta rete ecomuseale, fino alle frazioni aggrappate alla roccia di Colletto a Castelmagno e di Chalancho a Pradleves, tutto racconta della civiltà alpina di un tempo. La Valle Grana è considerata un’enclave linguistica provenzale. Nella valle laterale di Sancto Lucio ha sede il Coumboscuro Centre Prouvençal, da anni è impegnato nel recupero e nella salvaguardia della lingua provenzale, delle tradizioni folcloristiche e musicali locali. Da non perdere la Traversado e il Roumiage de Setembre, appuntamento culturale e musicale.
Frequentata dai cicloamatori per quel Colle Fauniera consacrato dalle imprese al Giro d’Italia del “Pirata” Marco Pantani, la Valle Grana riesce ad accontentare sia gli escursionisti più esigenti, sia le famiglie. Ad esempio, il Sentiero dei Sarvanot (omonimo dell’itinerario in Valle Varaita), si snoda nel territorio di Monterosso Grana ed è attrezzato con pannelli divulgativi a misura di bambino.
La Curnis, invece, si sviluppa per oltre 40 km in media valle, muovendosi tra borgate e castagneti storici. Agli amanti dell’alta montagna è poi dedicata la Curnis Auta: 75 km che attraversano le creste vallive di confine. Il Cammino di San Magno ripercorre l’antico tragitto utilizzato dai pellegrini di un tempo e conduce al Santuario di San Magno.

VALLE STURA

Segnata dal fiume Stura che separa le Alpi Marittime dalle Cozie, la valle culmina ai 1.996 metri del Colle della Maddalena. La Valle Stura è un verde corridoio impreziosito qua e là da testimonianze storiche e architettoniche. Il Forte Albertino, costruito tra il 1834 e il 1847, considerato uno dei più significativi esempi di architettura militare dell’intero arco alpino, è oggi polo museale di richiamo. Il Santuario di Sant’Anna di Vinadio, sorto intorno al XII secolo, dall’alto dei 2.035 metri di quota è il più alto d’Europa raggiungibile in auto. La Borgata di Paraloup, sede della prima banda partigiana di Giustizia e Libertà, si è riconvertita in luogo di cultura e ospitalità.
Lou Viage, trekking di valle che va dai 600 metri di Borgo San Dalmazzo ai quasi 3.000 metri del Monte Enciastraia, unisce queste prestigiose emergenze culturali con peculiarità naturalistiche di analogo livello, come per esempio la Riserva Naturale delle Grotte di Aisone. 19 le tappe, un tuffo nella valle più autentica lungo mulattiere e sentieri poco frequentati, attraversando i tanti valloni secondari che contraddistinguono il territorio e che si trasformano in eccellenti punti di partenza per escursioni o cammini più o meno impegnativi. Da Riofreddo, ad esempio, si possono raggiungere il lago Malinvern, i laghi della Paur o i laghi dell’Aver, oppure Bagni di Vinadio, da cui ci si inerpica verso il lago Superiore dell’Ischiator o il lago di Laroussa, senza dimenticare gli straordinari laghi di Roburent e le caratteristiche borgate alpine di Neraissa, San Bernolfo e Ferriere, con quest’ultima che ospita l’inusuale e avvincente Museo del Contrabbandiere.
Ed è proprio la fitta rete museale della zona – che comprende, tra gli altri, anche l’Ecomuseo della Pastorizia di Pietraporzio, la Casa del Randiere di Sant’Anna di Vinadio, Palazzo Borelli a Demonte, il Museo della Guerra e della Resistenza di Valloriate e il Museo della Pietra di Moiola -, a rendere la Valle Stura una meta particolarmente attrattiva. La sua vivacità si rispecchia altresì nella cucina tipica grazie a eccellenze come l’Agnello Sambucano, i cruset (gnocchetti simili alle orecchiette) e l’Oula al fourn, tradizionale zuppa di verdure insaporita da costine di maiale e cotta a lungo nel forno.

VALLE VERMENAGNA
La Valle Vermenagna affonda le sue radici nella storia per la sua posizione di cerniera tra i respiri del Mediterraneo e le atmosfere più algide della Pianura Padana. Congiunzione tra le Alpi Liguri e le Marittime, frequentato camminamento per i mercanti di sale e per i pellegrini diretti a Santiago di Compostela, la vallata ha conosciuto un graduale sviluppo turistico grazie al traforo del Tenda. Ultimato nel 1882 e affiancato nel 1900 dall’analogo passante ferroviario, ha trasformato soprattutto Limone Piemonte in una meta ambita e frequentata. La località ha infatti saputo plasmarsi nel corso dei decenni fino ad indossare le vesti dell’attuale Riserva Bianca, tra i comprensori sciistici più importanti della regione.
L’intera Valle Vermenagna è apprezzata nel mondo escursionistico grazie ad angoli selvaggi che meritano di essere conosciuti e attraversati. Come in Val Grande di Vernante, appendice orientale dell’Area protetta delle Alpi Marittime, dove il percorso natura verso il Bosco Bandito affascina e conquista. Sempre a Vernante, la Via di Teit consente di respirare appieno la tradizionale architettura alpina di un tempo, immergendosi tra mulattiere e borgate che profumano di vita vissuta.
Vernante è anche nota per i murales dipinti sulle case del paese dedicati a Pinocchio. Sono stati realizzati seguendo gli schizzi originali di Attilio Mussino, primo illustratore a colori del libro di Collodi e concittadino onorario del borgo, al cui genio creativo è anche dedicato un museo nel centro del paese.
Da Limone Piemonte, la salita al Colle della Boaria stupisce e coinvolge per quell’abbraccio pascolivo inaspettato che sfocia nei pressi dell’Alta Via del Sale, oggi paradiso per camminatori e amanti delle due ruote, che permette di raggiungere il mare. Consigliato anche l’anello alle affascinanti fortificazioni di fine Ottocento.
In bassa valle, il Sentiero Valerio Tassone di Robilante consente di toccare con mano l’atavica tradizione della castanicoltura, offrendo allo stesso tempo un piacevole percorso didattico per i bambini dedicato al bosco e ai suoi abitanti. Suggerita, in tal senso, anche una sosta al Museo della Fisarmonica e al Museo Ferroviario.

VALLE GESSO
La Valle Gesso si arrampica verso l’alto fino ai 3.297 metri dell’Argentera. Antico territorio di caccia di Casa Savoia e sede di un’area protetta fin dal 1980, la Valle Gesso ospita circa 2.000 specie vegetali differenti, pari a quasi un quarto dell’intera flora nazionale. Un paradiso naturalistico reso speciale da ventiquattro vette che superano i 3.000 metri di quota e da oltre ottanta laghi alpini che riflettono luci e ombre di un mondo selvaggio.
La ramificata rete sentieristica promossa e valorizzata dall’Ente Gestione Aree Protette delle Alpi Marittime può contare su 10 rifugi alpini e 7 bivacchi, per vere e proprie avventure in quota, come l’impegnativa Alta Via dei Re: 7 giorni per oltre 5.500 metri di dislivello positivo. Non mancano gli itinerari giornalieri, più o meno difficili, adatti anche a tutta la famiglia, con scorci di grande fascino come il Pian del Valasco, le Gorge della Reina di Entracque o piccoli tesori nascosti come le Grotte del Bandito di Roaschia, unico sistema carsico dell’intera valle. Gli amanti delle passeggiate distensive potranno cimentarsi nel recente Sentiero delle Farfalle che si apre ai piedi della Riserva Naturale di Rocca San Giovanni-Saben.
A Valdieri sorge una necropoli protostorica risalente all’età del Bronzo e del Ferro, arricchita nel 2013 da una ricostruzione tipica del tempo, mentre a Terme di Valdieri, a un’altitudine di 1.370 metri, ha sede lo stabilimento termale più alto d’Italia. Ad Entracque ha sede, oltre alla Centrale Idroelettrica Luigi Einaudi, il Centro Faunistico Uomini e Lupi. Accanto agli appositi locali dedicati all’approfondimento storico, scientifico e antropologico del lupo, trova spazio anche un recinto di 8 ettari al cui interno sono ospitati alcuni esemplari di Canis lupus italicus non più in grado di vivere in libertà.
I prodotti locali spaziano dai formaggi alle patate di Entracque, fino alla tradizione gastronomica di Roaschia, nota per l’allevamento di una particolare razza ovina da latte, la pecora “frabosana-roaschina”, capace di sfruttare al meglio i pascoli sassosi e di adattarsi alle zone montane più impervie.

VALLE PESIO
Insenatura che dai margini della piana cuneese si addentra nell’anima più selvaggia delle Alpi Liguri, solletica l’imponente massiccio della Bisalta e si arrampica fino ai 2.651 metri di Punta Marguareis.
Dai ruderi panoramici del Castello Mirabello fino alle recenti ricostruzioni dell’Archeopark della Roccarina e al Museo della Regia Fabbrica di Vetri e Cristalli a Chiusa Pesio, si passa per le vecchie borgate aggrappate ai versanti di media valle, lungo ricordi tangibili di civiltà rurali passate.
Sono numerosi i sentieri e gli itinerari che si immergono nel delicato respiro del Parco Naturale del Marguareis, disposto a ventaglio alle spalle di un’eccellenza architettonica come la Certosa di Pesio. Fondato nel 1173 e ingranditosi soprattutto tra il XVI e il XVII secolo, l’edificio ha conosciuto diversi rimaneggiamenti nel corso degli anni, ma ha saputo mantenere fino a oggi un’impronta spirituale emozionante e coinvolgente.
Tra le proposte escursionistiche più accattivanti, il celebre Giro del Marguareis (5 giorni tra i paesaggi carsici dell’alta valle sfruttando accoglienti rifugi in quota, ma anche camminate più brevi ma non meno affascinanti verso lo straordinario Pis del Pesio e le Cascate del Saut o verso l’Osservatorio faunistico delle Canavere. Da non perdere il Sentiero Naturalistico attrezzato con pannelli divulgativi che connette la Certosa con Pian delle Gorre.
Proprio da Pian delle Gorre parte la riqualificata Via del Duca che raggiunge il Colle del Prel e che rappresenta oggi un vero e proprio must per gli amanti delle due ruote, con la possibilità di collegarsi alla frequentata Alta Via del Sale. Per godersi la bassa Valle Pesio, anche in autunno o in primavera, è consigliato il Sentiero delle Borgate. Una golosità locale? Le rosse fragole di Peveragno.

VALLE TANARO
La Valle Tanaro è una terra dove natura, storia e cultura si amalgamano perfettamente.
La Valle è contraddistinta da un vasto carsismo e da emergenze culturali degne di nota. Si susseguono resti di castelli a Nucetto, Perlo, Priola e Ormea, alternati alle torri saracene, segno tangibile delle invasioni che interessarono le valli piemontesi tra l’VIII e l’XI secolo.
Garessio, tra i Borghi più Belli d’Italia grazie ad un nucleo storico di origine medievale che ancora oggi incanta, vanta sul suo territorio il Castello Reale di Casotto. Ormea, costruita a pianta cuoriforme, con i vicoli abbracciati l’un l’altro, profuma già di entroterra ligure. La parte più alta della valle offre ai turisti ambienti e paesaggi montani indimenticabili, da Briga Alta alle borgate di Viozene e Upega, dalle sorgenti del Tanaro al monte Mongioie.
Si tratta di un patrimonio che si può gustare pienamente percorrendo i sentieri, le strade militari in quota e le traversate di cui la vallata dispone. La Balconata di Ormea si snoda per una quarantina di km lungo carrarecce e mulattiere a quote comprese fra gli 850 e i 1.500 metri con tappe personalizzabili adatte a tutti e la confortante presenza di due accoglienti rifugi.
Il Giro del Marguareis è un’escursione di 5 giorni nel cuore dell’omonima area protetta che lega simbolicamente la Valle Tanaro alle Valli Pesio ed Ellero, grazie all’appoggio di 5 rifugi. L’Alto Tanaro Tour è il più lungo, duro e spettacolare trekking di valle delle Alpi del Sud (135 km, 8.000 metri di dislivello e 9 tappe di cammino e meraviglia), senza dimenticare l’Alta Via dei Monti Liguri che sfiora la Valle Tanaro nei pressi del Rifugio di Pian dell’Arma e la Gran Traversata delle Alpi che ha inizio ad Ormea.
Da non perdere i piatti della cucina locale influenzata dall’abbraccio ligure-piemontese, con la cucina bianca con polenta saracena condita con panna, funghi secchi e porri. I ceci di Nucetto, i fagioli di Bagnasco, le patate di Ormea, le rape bianche di Caprauna e le castagne, dette “garessine”, sono tra i prodotti più noti.

VALLI MONREGALESI

Le Valli Monregalesi sono una mano aperta che dai massicci più elevati delle Alpi Liguri si apre a ventaglio verso nord, in direzione di Mondovì, delle sue colline e della sua pianura. Cinque insenature orografiche principali da cui si dipartono rami secondari che si intrecciano e si sovrappongono.
Le Valli Monregalesi affascinano per quei borghi sospesi nel tempo, per quei balconi panoramici che si affacciano sulla piana e sul resto dell’arco alpino. Angoli inattesi che si aprono tra rocce, boschi e pascoli oppure che scavano in profondità gettandosi nel sottosuolo, come nelle Grotte di Bossea, del Caudano o dei Dossi, veri e propri mondi sotterranei tutti da scoprire.
Non è raro incontrare cappelle medievali affrescate, come quella di San Maurizio a Roccaforte Mondovì, con il ciclo di affreschi romanico bizantini. Nel comune di Villanova Mondovì sorge il santuario di Santa Lucia, abbarbicato ed in parte scavato nella roccia. Merita una deviazione la cappella di San Fiorenzo di Bastia, con i suoi splendidi affreschi del ’400.
Le vallate del Monregalese sono da sempre una terra di commerci e di passaggi, attraversate da sentieri, viuzze, sterrate e carrarecce. Come in Valle Ellero, lungo l’antica Via del Sale che sfocia nell’imperdibile Pian Marchisio prima di arrampicarsi verso il Passo delle Saline lambendo il Rifugio Mondovì. Oppure in Valle Casotto, sulle tracce della Roa Marenca, immergendosi tra castagni e faggi secolari, sfiorando eccellenze architettoniche come la Reggia di Valcasotto e risalendo verso la Via dei Cannoni tra pascoli e crinali panoramici.
Tra le Valli Roburentello e Corsaglia, invece, gli itinerari profumano di storia e di tradizione. Nella terra del Kyé, dialetto locale assimilabile alle parlate occitane, sono tanti i percorsi che consentono un tuffo nella civiltà alpina del secolo scorso. Si va dalla ramificata rete di oltre 100 km tra Pamparato, Roburent e Montaldo di Mondovì, ai tracciati che si inoltrano tra i boschi e i versanti di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana, dove d’estate si può praticare il downhill. Due ruote protagoniste anche nel comprensorio del Monte Alpet, nel territorio di Roburent.
Diverse, infine, le passeggiate a tema religioso praticabili nell’area e le camminate distensive in bassa valle, nei pressi ad esempio del Lago di Pianfei o lungo l’affascinante circuito del Landandè. Un’offerta varia, da vivere in abbinamento alla degustazione dei tanti formaggi d’alpeggio della zona o, per i più golosi, alle Paste di Meliga del Monregalese, ai Biscotti di Pamparato o alle Cupete, noci o nocciole caramellate con il miele, strette tra due ostie.

VALLI DEL CEBANO
Mongia e Cevetta sono due piccole valli a fianco della principale Val Tanaro. Con i loro dolci declivi segnano l’inizio dell’area collinare della Langa Cebana.
Caratterizzata da grandi estensioni di castagneti, la Valle Mongia è nota per la piccola stazione turistica estiva e invernale di Viola. Gli impianti di risalita, in funzione anche durante la bella stagione, permettono agli appassionati di downhill di cimentarsi lungo apprezzati tracciati per le due ruote. L’alta Valle Cevetta è contraddistinta per la presenza dell’area della Riserva Naturale delle Sorgenti del Belbo, raro esempio di area palustre di media montagna. Qui gli appassionati possono ammirare meravigliose fioriture di orchidee, presenti in ben 22 varietà. L’area, grazie alla rete di sentieri e strade bianche e la presenza di aree attrezzate, ben si presta a brevi escursioni, uscite in MTB o a cavallo. Il territorio della Langa Cebana si distingue per la presenza di noccioleti e vigneti. A Sale San Giovanni l’Arboreto Prandi, circa 12 ettari di ambiente naturale ricco di piante arboree ed erbacee di notevole interesse botanico ed ambientale, è da scoprire attraverso varie tipologie di percorso. Da inizio giugno a metà luglio, la fioritura della lavanda regala colpi d’occhio di rara bellezza in quella che si può definire una piccola “Provenza piemontese”.
La storia è ben rappresentata dal Castello di Lesegno, dal Castello di Mombasiglio sede del Museo Generale Bonaparte, dal Castello dei Marchesi Incisa di Camerana a Sale San Giovanni, dall’imponente Castello dei Marchesi del Carretto a Saliceto e dalla torre medievale di Priero.
Ceva è il fulcro vitale delle due valli. Borgo racchiuso nel piccolo cuneo ricavato dal Tanaro e dal torrente Cevetta, conserva il fascino delle sue strette vie di pietra e dei suoi palazzi. La città è anche la Capitale del Fungo e ogni anno a fine settembre la Mostra Mercato Nazionale del Fungo anima di esperti micologi, visitatori e di profumi del bosco le vie del centro.