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«È necessario considerare il biogas un’opportunità»

Alessia Bertolotto: «La guerra in ucraina rende inevitabile la transizione ecologica»

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La guerra in Ucraina ha riacceso i riflettori sul tema energia e gli attenti osservatori del mercato si stanno domandando quanto il tragico momento storico potrebbe accelerare la transazione energetica, oppure rispolverare fonti inquinanti che ci eravamo preparati ad abbandonare. Il conflitto sta avvalorando la dipendenza energetica dell’Europa dal gas russo e le conseguenze di questa scelta stanno impattando sulla vita di tutti noi cittadini.
Affrontiamo questo tema con Alessia Bert­ol­o­t­to, direttore generale di Marco­polo Engineering Spa.

Alessia, in questi mesi abbiamo colto quanto l’energia sia in egual misura strumento di ricatto per le potenze occidentali, ma anche uno dei grandi temi aperti per il futuro. Dal suo osservatorio privilegiato, in che modo il conflitto cambierà le politiche energetiche in Europa e più in generale, nel mondo? Sarà il motivo per concretizzare la svolta verso le energie rinnovabili o l’alibi per il revival di carbone e nucleare?
«Per rispondere a questa domanda occorre far riferimento ai numeri. L’Europa, come riferiscono i dati Ispi, importa circa il 40% del suo fabbisogno di gas dalla Russia e nel 2021 il 26% di queste forniture è passato attraverso l’Ucraina, che rappresenta un corridoio privilegiato del gas dalla Siberia alla Ue. L’Italia è, tra i Paesi europei, quello che fa più ricorso al gas naturale come fonte energetica (è il 42,5% del mix energetico nazionale): molto più di Francia (17%) e Germania (26%), le quali possono però contare sul nucleare e sul carbone e su un parco di rinnovabili più avanzato del nostro. A ciò si aggiunga che l’Italia consuma mediamente in un anno tra i 70 e gli 80 miliardi di metri cubi di gas metano, di cui più di un terzo è importato dalla Russia. Per il rapporto tra totale di gas importato e totale dei consumi nazionali la nostra nazione è, insieme alla Germania, anche uno dei paesi europei più vulnerabili a un’eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia. È dunque lampante che il problema della dipendenza energetica dalla Russia è anche di tipo strutturale e geografico».

Parlare di gas, e quindi combustione del metano che genera gas serra significa però essere consapevoli che le emissioni inquinanti sono alle stelle. Concorda che non sia possibile andare avanti così?
«Verissimo. Ecco perché noi con Marcopolo Engi­nee­ring Spa produciamo energia verde distruggendo il biogas nocivo generato dalle discariche. Non tutti ricordano infatti che la decomposizione dei rifiuti presenti nelle discariche produce un gas ricco di metano, comunemente chiamato biogas. Tale gas rappresenta a tutti gli effetti una risorsa, se ben impiegata. Esso deve essere captato e può essere utilizzato come combustibile in impianti di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e termica da immettere in rete ed energia termica da utilizzare in eventuali impianti di teleriscaldamento. Qualora non sia possibile il recupero energetico, può essere distrutto tramite combustione controllata. Marcopolo Engi­nee­ring Spa fornisce a tal proposito un doppio servizio: produce energia verde, sottraendola al fossile, distruggendo un inquinante come il biogas. Il tutto avviene a valle di una bonifica eliminando un gas nocivo alla salute umana, animale e vegetale; sottraendo kilowatt prodotti dall’impiego dei fossili (gas, petrolio, carbone); riducendo l’effetto serra e producendo occupazione stabile e qualificata».

Quali i numeri riferiti al biogas in Italia?

«Il nostro Paese è il terzo produttore europeo di biogas dietro Inghilterra e Germania e quinto nel mondo dopo Cina e Usa, con un valore economico di 3,2 miliardi di euro, al netto degli incentivi.
Un comparto che grazie alla sinergia tra agricoltura e allevamento da un lato e agroindustria dall’altro ha registrato dal 2008 sino ad oggi investimenti per circa 4,5 miliardi di euro consentendo all’Italia di raggiungere la leadership europea con oltre 1.600 impianti di biogas in funzione.
È senza dubbio una delle fonti alternative più utilizzate per la produzione di energia rinnovabile. E aggiungo che è a pieno titolo una fonte di energia pulita e flessibile».

Un alleato anche per l’ambiente?

«Assolutamente sì. Nell’ottica della lotta ai cambiamenti climatici, uno dei temi più importanti dell’agenda mondiale dopo l’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi, rimane il biogas che viene indicato dalle istituzioni internazionali come una delle principali risorse in quanto in grado di garantire l’autonomia energetica e la riduzione graduale dell’attuale stato di inquinamento dell’aria e dell’effetto serra. L’industria del biogas, quindi, giocherà sempre di più un ruolo decisivo nella transizione energetica, nel processo verso la decarbonizzazione e nella green and circular economy. Senza dimenticare che con il biogas si valorizzano gli scarti e i sottoprodotti e si generano posti di lavoro: ben 3 per ogni Megawatt installato. Da rimarcare inoltre che si tratta di professionalità altamente qualificate e specializzate, che non dimenticano di far leva su operatori in grado di curare l’ambiente malato. Nel caso specifico, come Marcopolo Engi­nee­ring Spa, dopo la crisi che negli anni passati abbiamo dovuto subire unilateralmente a causa di soprusi dallo Stato per tariffe “maltolte” e/o pretestuose contestazioni, ricerchiamo anche figure che abbiano avuto esperienze lavorative in aziende in difficoltà, perché siamo certi sapranno gestire il futuro con continua voglia di rimettersi in gioco, con meno probabilità di sbagliare e con capacità gestionali maggiori rispetto a coloro che hanno avuto esperienze lavorative solo in aziende sempre in bonis».

Alessia, lei ritiene che nel futuro serva realismo o disimpegno?
«Alla luce degli accadimenti internazionali ritengo che per emanciparsi dal potere energetico russo e contrastare la crisi climatica ci sia una sola, possibile soluzione nel lungo periodo: ridurre l’utilizzo del gas naturale e realizzare la transizione verso le energie rinnovabili. Tuttavia nel breve periodo potremmo ritrovarci ancora a scendere a compromessi con fonti inquinanti. Marcopolo Engi­nee­ring Spa investe nel futuro e opera affinché l’azienda sia impegnata, insieme a realtà partner, ad integrare nuovi impianti con la Forsu (ovvero la parte umida dei rifiuti da raccolta differenziata). Nell’ottica, ancora una volta di recuperare, perché “nul­la si crea e nulla si di­strugge, ma tutto si trasforma”, affinché si possano sostituire nel prossimo decennio gli impianti che arriveranno a fine vita naturale. Sappiamo che tutto il mondo si sta muovendo verso una sola direzione “rinnovata”… La vera sfida di tutti gli attori del comparto resta rendere il sistema energetico più sostenibile e rispettoso del clima. Italia compresa».

BaNNER
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