«Le nostre montagne sono pronte a ripartire»

Fabio Carosso è un punto di riferimento per almeno la metà del Piemonte. Una constatazione non politica, ma prettamente geografica, dal momento che il vicepresidente della Giunta Regionale ha tra le proprie deleghe quella allo sviluppo della montagna, la quale in Piemonte rappresenta circa il 50 per cento del territorio. Da questa constatazione parte la chiacchierata che l’amministratore astigiano ha concesso alla Rivista IDEA.

Vicepresidente Carosso, dopo un anno di emergenza sanitaria il Piemonte può ripartire anche dalla montagna?
«La maggior parte del territorio piemontese rientra sotto il profilo montano, quindi è un elemento sui cui non si può non lavorare per far crescere la nostra regione. Il turismo già sta funzionando: ci sono tante persone che vogliono venire da noi. Occorre che si infrastrutturino adeguatamente le nostre montagne, per fare in modo che diano le risposte che i turisti cercano. Abbiamo sia grandi impianti sciistici, in grado di richiamare appassionati da tutto il mondo e che stiamo sottoponendo ad ammodernamento con investimenti im­portanti, ma possiamo contare altresì su una risorsa non meno preziosa, ovvero l’outdoor estivo. Abbiamo territori incontaminati, di una bellezza unica, intorno al Monte Rosa e nel Verbano Cusio Ossola, sino ai confini della Valle d’Aosta e verso il mare con le nostre Alpi Liguri. Luoghi ideali anche per chi decide di viverli a piedi o in bici, ma che vanno sistemati e attrezzati adeguatamente. So­no interventi che devono essere realizzati ora, perché la voglia di Piemonte già c’è ed è forte, quindi dobbiamo poter dire a queste persone: “venite pure da noi e troverete tutto quel che cercate”. Per essere in grado di garantirlo, però, dobbiamo lavorare con i territori e promuovere progetti innovativi e nuovi».

Guardando verso l’orizzonte in questi giorni si notano su­bito le montagne imbiancate. Che sensazione ha circa l’imminente stagione della neve?
«Una bella sensazione: ne abbiamo parlato con impiantisti, maestri di sci, sindaci montani e sono tutti motivati. Abbiamo bisogno di insistere sull’importanza delle vaccinazioni e invitare a sottoporsi alla terza dose chi è nel range tra i 180 e i 270 giorni dalla precedente. Solo con questo modello di prevenzione possiamo garantire un futuro sereno anche a chi lavora in montagna. In generale, poi, la prima neve è scesa presto e tenendo anche conto delle previsioni meteo delle prossime settimane, si spe­ra di aprire gli impianti prima del previsto, con la possibilità di tornare da subito a frequentare le località sciistiche che tanto hanno bisogno di presenze. Intanto il turismo estivo e autunnale del Pie­monte ha segnato incrementi rilevanti, quindi posso dire con una certa tranquillità che chiuderemo bene l’anno».

La fase acuta della pandemia pare alle spalle. Come si lavora in “quasi normalità”?
«Stiamo lavorando non meno di 12 ore al giorno, cosa che facevamo anche durante il lockdown, ma in quel caso l’attenzione era in gran parte dedicata all’emergenza sanitaria. Og­gi tutto riparte e riparte mol­to velocemente, con i territori che spingono e noi che dobbiamo stare dietro alle loro esigenze. Lo abbiamo dimostrato du­rante il Covid: da noi la situazione è migliore rispetto che altrove».

A proposito, siamo a metà del mandato in Regione. Com’è il suo bilancio finora?
«Siamo molto soddisfatti. La strada da fare è sempre lunga e tutto è sempre migliorabile, però abbiamo stretto collaborazioni con persone capaci e, a mio avviso, stiamo lavorando be­ne. Sia la parte politica che quella tecnica stanno lavorando a testa bassa e i risultati si vedono. I piemontesi possono stare tranquilli: alla guida della Regione ci sono un Pre­sidente e una Giunta che sanno cosa fare per guidare il Piemonte tra le regioni migliori d’Eu­ropa».