A Ceva concerto speciale in memoria di Ennio Morricone

Il flauto d’oro di Giuseppe Nova e il pianoforte di Luigi Giachino faranno rivivere le colonne sonore che hanno fatto la storia del cinema

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Un evento speciale, quello in programma tra qualche giorno, più precisamente sabato 12 settembre alle 21, che si svolgerà a Ceva per ricordare Ennio Morricone. Un concerto in piazzaVittorio Emanuele II con musiche e proiezioni cinematografiche dedicato al più celebrato compositore italiano del nostro secolo.
Il flauto d’oro di Giuseppe Nova e il pianoforte di Luigi Giachino  faranno rivivere alcune colonne sonore  che hanno fatto la storia del cinema, proposte sotto forma di concerto e raccolte in uno speciale cd per celebrare i 90 anni del Maestro. Le proiezioni sono state realizzate da Alba Film festival e ogni brano fa vivere, attraverso un’accurato montaggio, non uno spezzone generico, ma l’intero racconto in sintesi del film.
Il concerto racconta e documenta una serie di tappe coerenti della straordinaria vita musicale del compositore, attraverso trascrizioni fedeli all’originale di brani accuratamente scelti per importanza, valore artistico e congenialità agli strumenti. L’ascoltatore viene preso per mano e condotto nell’affascinante mondo del Maestro e, grazie alla musica, tornano alla mente i capolavori della cinematografia internazionale che hanno accompagnato gli ultimi trent’anni della vita di ciascuno di noi.
Ceva è un paese interessante anche turisticamente. Immaginare di trascorrervi un weekend è senza dubbio una buona idea. Vale la pena non mancare una visita al Campanone, denominazione data dal suo utilizzo come torre civica, chiamata in passato Torre Campanaria o Torre dell’Orologio. Si tratta dell’unica torre che punteggiava il perimetro della cinta muraria e si impostava lungo i resti delle mura che si sviluppavano ai suoi lati e racchiudevano l’abitato già nel corso del medioevo.
Quello che oggi viene chiamato Campanone, in origine faceva parte di un complesso sistema di difesa del lato meridionale della città, formato da un totale di tre torri, delle quali si è conservata solo questa, che costituiva l’apparato centrale del sistema medesimo.La struttura presenta essenzialmente due fasi edilizie. Nasce come torre di difesa della cinta muraria. Come tale la sua conformazione originale era quella di una torre del tipo a gola aperta, molto simile a quella della Torre di Porta Tanaro, chiusa su tre lati, aperta verso la città, caratterizzata nella parte alta probabilmente da apparati sommitali a sporgere, pressoché dello stesso tipo di quelli della Torre di Porta Tanaro. Ciò è testimoniato dai beccatelli in pietra (mensole) che, nonostante i rimaneggiamenti, sono stati conservati e sono visibili insieme alle piccole feritoie di forma allungata.
Nel centro storico della città si eleva una piccola altura che sovrasta l’abitato ricoperta da un rigoglioso boschetto che nella parlata cebana si è soliti chiamare Castèl. In quest’area vi sono due fabbricati: il Palazzo Rosso e il Palazzo Bianco, data la loro colorazione e indicati comunemente dagli abitanti di Ceva come Castello Rosso e Castello Bianco.
Il Palazzo Rosso, più ampio e forse più antico, è situato all’estremità orientale del promontorio e troneggia imponente sul centro storico. Si tratta di un fabbricato risultato di numerose fasi edificatorie, con la presenza di un grandioso portale in mattoni sul lato settentrionale della Torre; un’aggiunta del XX secolo, in stile neogotico. Il colore rosso che lo contraddistingue è, con tutta probabilità, riconducibile al XIX secolo, in linea con le tendenze dell’epoca. In origine presentava una colorazione differente. Proseguendo per il viale, si giunge su un pianoro, libero da alberi, in fondo al quale si erge il Palazzo Bianco. Nel XIII secolo parte di questo edificio, costituiva la casa dei canonici associati alla parrocchia di Santa Maria de Castro. Questi nel 1588 la vendettero al marchese Paolo Antonio, figlio di Giulio Cesare Pallavicino, il quale in seguito trasformò il vecchio fabbricato medievale in una residenza nobiliare. Addossata al palazzo, a destra del portale di ingresso, si trova la cappella marchionale intitolata al Santo Crocefisso. Si tratta di una costruzione di ridotte dimensioni eretta nella seconda metà del Seicento, caratterizzata da una piccola cupola rotonda.