Emergenza siccità nevosa, quali soluzioni? Tavola rotonda fra le stazioni sciistiche a Cuneo

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Oltre due ore di interventi, proposte, discussioni e anche qualche scontro verbale. Poi la conclusione l’ha dettata il padrone di casa, Ferruccio Dardanello: “Si deve uscire da questa giornata con un percorso nel breve tempo. Incrociamo le dita che la neve arrivi, ma al di là di questo dobbiamo farci carico di reperire risorse. Il lavoro non ci manca, ora serve la disponibilità da parte di tutti”.

 

Con queste parole si è chiuso il tavolo di lavoro convocato oggi, venerdì 15 gennaio, in Camera di Commercio, a Cuneo, dove i gestori delle stazioni invernali cuneesi e tutte le associazioni di categoria si sono ritrovati per confrontarsi ed ottenere risposte dalle istituzioni presenti. Oltre al padrone di casa Dardanello, seduti al tavolo istituzionale c’erano gli assessori regionali Antonella Parigi e Alberto Valmaggia, l’europarlamentare Alberto Cirio, il presidente dell’Atl Gianni Vercellotti, il direttore degli impianti Lift di Limone Piemonte Fabio Bergia e il presidente Uncem Lido Riba. In sala anche i deputati Chiara Gribaudo e Mino Taricco e la senatrice Patrizia Manassero. Dardanello ha aperto il tavolo facendo notare come non sia previsto uno stato di calamità per la siccità nevosa, “ma se l’economia di un paese vive di neve e la neve manca, non è forse una calamità paragonabile all’eccesso di acqua o alla siccità? Qui invece non succede nulla, non c’è la possibilità di avere aiuti. Dunque, dobbiamo inventarci qualcosa“.

 

Il primo a parlare dopo l’introduzione del presidente della Camera di Commercio è stato Alberto Cirio, che ha sottolineato come la mancanza di neve in un periodo di crisi come questo rischi di compromettere non solo il bilancio della stagione di una società, ma anche la sua sopravvivenza. “Bisogna trovare il modo di intervenire con risorse economiche: dobbiamo recuperare un milione per poter dare una mano alle stazioni sciistiche nell’immediato, e poi è necessario accelerare i pagamenti regionali delle stagioni passate. In più si potrebbe pensare di intervenire sul calendario scolastico per istituire un ponte che porterebbe grossi vantaggi. Ma le risposte – ha concluso Cirio – devono arrivare da Torino, è inutile che le chiediamo a Roma“.

 

Un punto molto discusso è stato proprio quello relativo ai pagamenti che la Regione deve ancora corrispondere alle società. L’assessore Antonella Parigi ha assicurato che entro la metà di febbraio verrà liquidata la stagione 2012-2013, avvalorando poi la tesi di Cirio sull’importanza di mettere in piedi una settimana bianca o almeno qualche giorno di ponte e assicurando che da parte regionale verrà fatto tutto il possibile per ovviare a questa emergenza, programmando nuovi incontri e tavoli tecnici. “Bisogna provare a pensare anche ad un modo diverso di fruizione della neve – ha aggiunto Valmaggia – per esempio come ha fatto Prato Nevoso con le sciate in notturna“. Sulla stessa falsariga gli interventi del presidente dell’Uncem Riba e del consigliere provinciale Politanò.

 

Ad alzare i toni, abbandonando la diplomazia imperante, è stato Fabio Bergia, direttore degli impianti sciistici di Limone Piemonte, che ha parlato senza mezzi termini: “Qui siamo di fronte ad una situazione drammatica – ha detto – , molte aziende non sappiamo se riusciranno ad aprire alla prima nevicata. Basta parlare di altri tavoli, il tempo è finito, scaduto. Stiamo parlando di 600 persone che in questo momento sono a casa, senza stipendio; se aggiungiamo i maestri arriviamo a 800-900 persone. Questa gente vuole risposte oggi, perché non sa come comprare il pane, non possiamo più aspettare. Chiamo in causa gli istituti bancari, perché ci vorrà il loro aiuto a sostegno di imprese che tenteranno un percorso difficile, ma che devono essere supportate concretamente. E poi un appello alla Regione per avere subito le risorse dovute del 2012-2013, serve denaro fresco alle imprese, altrimenti molte moriranno“.

 

Ha rincarato la dose Pietro Blengini, direttore di Artesina spa: “Come in altri momenti si è aiutato aziende in crisi, adesso è importante aiutare questo settore. Il fatto è che noi come gestori siamo bravi, ma non manca solo la neve, negli anni abbiamo perso terreno. Si è formato un gap insormontabile con le zone olimpiche e con le regioni a statuto speciale. La situazione è difficile da anni, in più la mancanza di neve la rende ancora più drammatica“.

 

La montagna bisogna affrontarla in modo serio e sistematico – ha aggiunto Roberto Colombero, presidente dell’Unione Montana Valle Maira – e non solo quando ci sono le emergenze“. Alla fine, tra aspettative deluse e promesse riformulate, la prima speranza è che la neve arrivi. Per poter affrontare l’emergenza con un pizzico di serenità in più.

 

GDS