Fossano, Graziella Bramardo nominata vicepresidente della Cassa di Risparmio di Fossano

0
350

Le Pmi della provincia di Cuneo e dell’area fossanese possono contare su un alleato in più al fianco della riconferma del Prof. Beppe Ghisolfi. Graziella Bramardo, un lungo mandato alla guida della Confartigianato di zona, di cui è stata anche vice provinciale, consigliera esecutiva uscente della Cassa di Risparmio di Fossano spa, è stata nominata vicepresidente dell’istituto di credito della città degli Acaja.

 

Ringrazio il presidente Ghisolfi e il Consiglio di amministrazione per la fiducia e l’importante responsabilità assegnatami. In una contingenza nella quale, come sempre giustamente rimarcato dal Presidente Ghisolfi, troppo semplicisticamente si addossano senza alcuna distinzione al sistema bancario colpe ascrivibili viceversa a scelte errate di politica economica e fiscale, non di rado ricadenti anche sugli Istituti di credito a maggiore radicamento locale, mi piace sottolineare il ruolo di quelle Banche medio piccole impegnate, come la Crf, a salvaguardare la propria autonomia per meglio rispondere alle richieste provenienti dal tessuto familiare e imprenditoriale dei rispettivi territori. La Cassa di Risparmio di Fossano – sottolinea Bramardoattraverso la propria solidità e indipendenza decisionale, perseguite con forza dal Presidente Ghisolfi e dalla Fondazione Crf con Antonio Miglio, ha potuto stipulate con tutti i settori economico produttivi una serie di convenzioni grazie a cui abbiamo potuto garantire al massimo possibile la continuità delle aziende e il sostegno alle famiglie colpite da una crisi generale senza precedenti. Impegno che ora, dal mio ruolo di vicepresidente, intendo consolidare assicurando piena collaborazione con il Presidente, con il Direttore generale Gianfranco Mondino e il CdA e con l’intera struttura bancaria e svolgendo il ruolo di interfaccia con il sistema imprenditoriale”.

 

Mai come oggi – conclude la neo vicepresidente della Crf – occorre ricostruire uno scenario di fiducia entro il quale le nostre Pmi possano riprendere a lavorare su progetti di lungo periodo necessari alla sopravvivenza produttiva e occupazionale stessa dei territori. In assenza di una politica economica e fiscale generale in grado di rispondere appieno a questi vitali requisiti, la funzione di buona prassi e di esempio dal basso che ci compete diventa sempre più spesso decisiva, e i numeri lo dimostrano“.