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Tomasini Campus «Sogno diventato realtà non solo per il territorio»

Presentato il nuovo progetto della Fondazione: una Scuola per ospitare giovani medici specializzandi del S. Croce e Carle

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La Fondazione Ospe­dale Cuneo Onlus da tempo perseguiva l’idea di creare una struttura in città utile ad ospitare giovani medici specializzandi in un vero e proprio “Campus” dove fosse possibile creare aggregazione, condivisione, possibilità di studio e confronto, crescita umana e professionale.
Si è concretizzata la possibilità di acquisire dalla Com­pagnia di Gesù la struttura che per decenni è stato un vero cuore pulsante del capoluogo provinciale: luogo di studio, di accoglienza, di aggregazione, di crescita e formazione per diverse generazioni di cuneesi: i Tomasini.
La possibilità concreta di riqualificare un edifico nel pieno centro: una struttura solida, sana, che se ad una prima vista dall’esterno pare quasi anonima, si rivela in realtà al suo interno un vero e proprio scrigno di bellezze architettoniche e particolari di pregio assoluto.
«Il Campus Tomasini», ha sostenuto la presidente della Fondazione Ospedale Cuneo Silvia Merlo, nel corso della presentazione del nuovo progetto di housing avvenuta nella chiesa di San Tomaso «vuole diventare un luogo dedicato a dare ospitalità e senso di appartenenza alla nostra comunità, a tanti giovani medici, dottori e dottoresse provenienti da tutta Italia che studiano, si specializzano e lavorano nel nostro ospedale, contribuendo quotidianamente con la loro professionalità a qualificarne l’eccellenza».
Concetto condiviso da Livio Tranchida, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera cu­ne­ese che aggiunge: «Il progetto messo in campo dalla Fondazione Ospedale di Cu­neo, di realizzare un Campus in città, dove poter ospitare gli specializzandi medici che nel loro percorso universitario scelgono l’azienda ospedaliera S. Crocee Carle quale ospedale di insegnamento, rappresenta una leva di attrattività oltre che una grande opportunità per l’intero territorio. Come è noto, il contributo degli specializzandi al funzionamento del sistema sanitario nazionale è fondamentale, nel nostro ospedale oggi sono più di 100 e molti di loro giungono a Cuneo da diverse regioni italiane. Ritengo pertanto fondamentale e strategico il progetto del Campus, un luogo dove gli specializzandi possano vivere insieme e vivere la città, dove sia possibile fare formazione, con un’attenzione particolare alla sostenibilità. La realizzazione del Campus è un obiettivo sfidante che sono certo la Fondazione Ospedale di Cuneo sarà in grado di vincere».
Il progetto prevede altresì di creare una struttura aperta e donata a beneficio di tutta la città: nel campus verranno allestiti spazi comuni utilizzabili da tutti i giovani che vogliano trovarvi un luogo adatto allo studio, attrezzati con supporti di alta tecnologia; lo spazio esterno su via Massimo D’Azeglio diventerà
un giardino aperto al pubblico e vi sarà la possibilità di creare un caffè-bistrot dove poter consumare un pasto sotto al porticato o rinfrescarsi con una bevanda in terrazza con vista a 360° sull’intera città (pochi sanno che sul tetto dei Tomasini, anni fa, c’erano campi per giocare a tennis…).
«Ma il fiore all’occhiello del progetto», prosegue la Pre­sidente, «sarà senza dubbio la Chiesa interna all’edificio: un vero e proprio gioiello costruito cent’anni fa che diventerà il cuore pulsante della struttura con una doppia destinazione, religiosa e laica».
La Chiesa manterrà infatti la propria natura di luogo di culto, dove potranno essere celebrate le messe, ma si trasformerà all’occorrenza in aula magna, centro incontri per la formazione, sala per concerti, convegni, mostre d’arte: un uso duale ancora una volta al servizio degli ospiti del Campus e di tutti i cittadini cuneesi. La Fonda­zione Ospedale Cuneo crede fermamente in quest’opera che rappresenta la continuità di un’istituzione storica cittadina e resterà nel tempo a significare l’attenzione dei cuneesi verso i giovani e verso la salute e il benessere dell’intero territorio.
Un progetto ambizioso e impegnativo che deve vedere coinvolte tutte le istituzioni: il Comune, la Provincia, la Diocesi, l’Ospedale, l’Uni­versità, l’imprenditoria locale, le fondazioni bancarie e il tessuto economico di tutto il territorio.
«Lo scorso anno», conclude Silvia Merlo, «siamo riusciti a raccogliere in pochi mesi donazioni importanti che ci consentiranno a breve di dotare il S. Croce e Carle di Cuneo di un’ apparecchiatura
di altissima tecnologia in grado di salvare vite umane; sono sicura che grazie all’aiuto di tutti, alla generosità e all’attenzione del nostro tessuto sociale, dell’intero territorio, potremo realizzare, insieme, un’opera destinata alle future generazioni, ai nostri figli e ai nostri nipoti, contribuendo a perpetuare il senso di una comunità viva, sensibile, attenta ai bisogni e ancora capace di ideare e realizzare sogni».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo

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