«Le parole chiave sono passione, lavoro e impegno»

Abbiamo intervistato Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte: «Per chi come me ama la propria terra, non c’è niente di più bello che potersene occupare»

0
1

La soddisfazione per i risultati raggiunti, l’attenzione alle prio­rità in caso di elezione e il desiderio di portare avanti i tanti progetti avviati. C’è questo (e molto altro) nel bagaglio politico e personale di Alberto Cirio, il presidente del Piemonte – eletto di recente vicesegretario nazionale di Forza Italia – che alle Regionali dell’8 e 9 giugno prossimi andrà alla ricerca del bis. A pochi mesi dalla conclusione del suo mandato, Rivista IDEA lo ha intervistato per tracciare un bilancio della sua prima esperienza da governatore e per porre l’accento sui piani futuri.

Presidente, quale spirito accompagna la coalizione di centrodestra verso la tornata elettorale?

«Passione, lavoro e impegno per il Piemonte sono e saranno le nostre parole chiave. Chiediamo ai piemontesi di confermarci la loro fiducia per continuare a portare avanti i tanti progetti che abbiamo messo in campo in tutti i settori non appena la pandemia ci ha consentito di alzare la testa. Il primo tema è la sanità, su cui siamo impegnati al massimo: dalle assunzioni all’edilizia sanitaria, con i nuovi ospedali che stiamo realizzando, compresi quelli di Cuneo e Savigliano-Saluzzo-Fossano, dal lavoro sulle liste d’attesa al tema del Cup, il Centro unico per le prenotazioni, che abbiamo ereditato dalla passata amministrazione di centrosinistra e per il quale finalmente a ottobre potremo rifare la gara per raddoppiare la capacità di risposta e organizzare le prenotazioni per quadrante e non più su base regionale».

A contenderle la “Golden chair” saranno Gianna Pentenero (PD) e Sarah Disabato (M5S). Per settimane si era parlato di una possibile intesa tra i due partiti: aveva mai creduto a questa possibilità?
«“Golden chair” significa sedia d’oro, ma questi anni con il Covid sono stati veramente difficili. Guidare il Piemonte è un grande onore, ma anche una grande responsabilità. Per questo io continuerò a metterci tutto il mio impegno».
Negli ultimi giorni, intanto, il PD è alle prese con il delicato caso Gallo. Qual è il suo commento sulla vicenda?
«Non commento le indagini della magistratura che, sono certo, farà piena luce. Cer­tamente si tratta di una vicenda che deve invitare tutti noi a non abbassare mai la guardia e a non dare per scontato gli anticorpi contro la criminalità e il malaffare».

Guardando alla sua esperienza, qual è il bilancio di questi cinque anni alla guida del Pie­monte?
«Essere il presidente del Pie­monte è stata la cosa più bella e anche più difficile che ho affrontato. Ero presidente da pochi mesi quando è arrivata la pandemia. Sono stati mo­menti complicati che però mi hanno insegnato molto. Per chi come me ama la propria terra, non c’è niente di più bello che potersene occupare».

Se resterà governatore, che Piemonte sarà nel prossimo lustro? In cosa crede che si possa migliorare?
«Gli sforzi, come ho detto, devono essere concentrati prima di tutto sulla sanità, in cui scontiamo 20 anni di tagli e zero investimenti. Noi abbiamo invertito la rotta: rispetto al 2019, nella sanità piemontese lavorano 2.298 persone in più. Il risultato è anche il primo frutto dell’accordo sottoscritto con i sindacati del settore, che grazie allo stanziamento straordinario della Regione di 56 milioni di euro all’anno ha già permesso di assumere, al 31 dicembre 2023, 250 persone, per arrivare a 2.000 entro dicembre 2024. Pure il dato sui posti letto certifica il cambio di passo: dopo quasi cinque anni della nostra amministrazione, sono saliti a 17.810, 1.400 in più. È sufficiente? No, ma siamo sulla strada giusta. E poi ci sono i temi del lavoro e del rilancio della manifattura, con il Piemonte che negli ultimi anni – e non accadeva da tempo – è cresciuto più della media nazionale. Questo perché siamo una regione attrattiva, come certificano Moody’s, che ha appena aumentato il rating del Piemonte, e il Financial Ti­mes, che nell’edizione 2024 del rapporto “European Cities and Regions of the Future” colloca la nostra regione al sesto posto in graduatoria. E qui peraltro, grazie anche alle infrastrutture che abbiamo sbloccato, si in­croceranno i corridoi europei Lisbona-Kiev e Genova-Rot­terdam».

In caso di rielezione, tra le sfide più urgenti ci sarà nuovamente quella della viabilità. A che punto sono i lavori per il completamento dell’Asti-Cuneo? Quali sono gli aggiornamenti sul Tunnel di Tenda?
«Ho appena visitato il cantiere della Asti-Cuneo con l’assessore Gabusi: i lavori stanno procedendo e l’autostrada sarà completata entro il 2024. Un risultato importante che si aggiunge a un altro obiettivo raggiunto: aver ottenuto dalla società concessionaria la revisione del piano finanziario per poter garantire il transito gratuito della tangenziale e dell’accesso all’ospedale di Verduno. Sul tunnel di Tenda, come è noto, l’iter ha avuto molte vicissitudini. La Regione, insieme a Provincia e Comuni, ha voluto istituire un comitato di monitoraggio per vigilare sul rispetto dei tempi di un cantiere che non vede coinvolti gli enti locali perché è in capo ad Anas. Come Piemonte ab­biamo anche chiesto che non siano accordate proroghe e che le penali che dovessero scattare per il mancato rispetto dei tempi siano assegnate come ristoro al territorio».

Un altro punto chiave è relativo ad aspetti quali sviluppo, innovazione e welfare. In tal senso, di recente la Regione ha stanziato 105 milioni di euro a favore di 805 comuni. Quanto contano questi temi per il futuro del Piemonte?
«L’uso sapiente e complementare di fondi europei e fondi statali ci ha permesso di ri­spondere alle necessità di tutte le amministrazioni piemontesi, mettendo a loro disposizione importanti risorse che hanno sbloccato progetti strategici per il territorio attesi da tempo. È questo il modo per programmare lo sviluppo diffuso delle nostre comunità».

Negli ultimi cinque anni lo sport e il turismo sono stati autentici fiori all’occhiello. Se sarà confermato punterà con ancora maggiore decisione su questi settori?
«Eravamo partiti nel 2019 con il turismo che valeva il 7,4% del Pil regionale, oggi siamo arrivati al 10%. Era uno dei nostri obiettivi e lo abbiamo raggiunto grazie a investimenti in comunicazione e grandi eventi e al progressivo innalzamento degli standard di qualità delle strutture ricettive. La Regione, nel nostro mandato, ha messo in campo quasi 20 milioni di euro, in collaborazione con le Atl e le Pro loco, i migliori avamposti di promozione na­zionale e internazionale. In Piemonte abbiamo paesaggio, enogastronomia e un patrimonio artistico e culturale che tutti ci invidiano: in questi cinque anni, abbiamo portato la nostra regione al centro del mondo grazie ai grandi eventi, come le Atp Finals, il Giro, il Tour, le Final Eight e l’Eurovision, e continueremo a farlo perché turismo è bellezza, ma anche economia e posti di lavoro».

Chiudiamo con una curiosità. Da un punto di vista personale, oltre che politico, quanto è forte il desiderio di portare avanti il lavoro iniziato nel 2019?
«I tanti mesi di pandemia non ci hanno permesso di programmare come avremmo voluto. Se i piemontesi ci accorderanno ancora la loro fiducia, avremo l’opportunità di completare le tante cose che abbiamo iniziato. Mi piace spesso ricordare il messaggio del fondatore degli Scout, Robert Baden-Powell: “cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete trovato”».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo