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Nuovo look per i Benefattori del Monte di Pietà

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È stato completato nelle scorse settimane il lungo progetto di restauro delle tele facenti parte della Collezione dei Benefattori del Monte di Pietà di Fossano, che la Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano custodisce nei saloni del Palazzo del Comandante.

La Collezione raccoglie complessivamente 48 tele fatte eseguire, a partire dal ‘700, per commemorare coloro che nei secoli hanno effettuato donazioni o legato parte del loro patrimonio al Monte di Pietà per sostenere la sua attività a favore del fossanese. Il Monte di Pietà fu eretto il 23 gennaio 1591 per spontanea elargizione del Comune di Fossano e di molti cittadini fossanesi e la Fondazione CRF ne è la naturale prosecuzione.

Ai primi benefattori, nei secoli si sono aggiunti numerosi altri fossanesi, provenienti da famiglie benestanti o dal clero, ma anche e soprattutto semplici cittadini che hanno voluto contribuire alla crescita ed allo sviluppo della loro città ed aiutare le classi sociali più bisognose di aiuto.

Le due opere più recenti della Collezione risalgono al 1993 ed al 2022 e raffigurano rispettivamente i coniugi Bernardo e Maria Luigia Favole e i signori Giovanni Jacopo e Silvio Grapputo, padre e figlio, che hanno costituito lasciti vincolati all’erogazione di borse di studio per gli studenti delle scuole fossanesi, gestiti dalla Fondazione CRF.

Il progetto di restauro è stato avviato nel 2020, affidato alle ditte Dutto F.lli di Dutto Giuseppe & C. Snc e Restauro e Conservazione Opere di Pittura di Cesare Pagliero, che in una prima fase hanno suddiviso le tele in tre lotti in base all’urgenza di intervento. Alcune tele e le loro cornici avevano subito danni negli spostamenti o nelle esposizioni al pubblico e precedenti restauri poco accurati avevano peggiorato lo stato di conservazione, con una stratificazione di ridipinture
talvolta molto invasive e grossolane che deturpavano e svilivano gli aspetti tecnici e artistici dei manufatti originali.

Il restauro ha riguardato, nel periodo dal 2020 al 2024, 46 delle 48 tele che compongono la collezione (sono state escluse le due più recenti sopra citate).
Il primo lotto di otto quadri è stato trattato tra il 2020 e il 2021, con una profonda pulizia per rimuovere i depositi di sporco aggregati in superficie e gli strati di vernici e ridipinture attraverso operazioni di rimozione selettiva basati sull’uso di sistemi acquosi e miscele di solventi gelificati, recuperando così la policromia originale. È stato poi eseguito un meticoloso risanamento strutturale dei telai lignei e dei supporti tessili, per permettere un’esposizione ordinata e sicura.

In alcuni casi si è dovuto intervenire anche per colmare lacune di pellicola pittorica,
puntualmente stuccate e lavorate con un’imitazione della struttura superficiale delle porzioni di dipinto adiacenti, in modo da restituire un aspetto di continuità completato con la successiva integrazione pittorica.

Per limitare il più possibile l’insorgere di nuove forme di degrado, le opere sono state tamponate dal retro con un compensato marino utile a regolare lo scambio di umidità tra l’ambiente e la tela e sottoposte a una verniciatura finale a spruzzo. Anche le cornici sono state protette con apposite tecniche dal possibile attacco di insetti xilofagi.

I trattamenti sopra descritti sono stati eseguiti, in misura proporzionalmente minore in base ai danni rilevati, anche sulle dieci tele del secondo lotto, verso la fine del 2021, e sulle ventotto del terzo lotto, che è stato suddiviso in due parti tra il 2022 e il 2023. Queste ultime, in particolare, necessitavano di interventi minimi, pertanto il restauro è consistito principalmente in una pulitura delle superfici e una sistemazione dei telai lignei e dei supporti tessili.

Tutto il progetto ha comportato per la Fondazione una spesa complessiva di Euro 92.200. Il Presidente della Fondazione Dott. Gianfranco Mondino dichiara: “Ringrazio sentitamente Daniele Dutto e Cesare Pagliero per il grande lavoro svolto. È stato un progetto lungo perché abbiamo voluto prenderci il tempo necessario per curare il restauro in ogni minimo dettaglio e restituire brillantezza a queste tele. Ci teniamo molto a ricordare, e lo facciamo in ogni occasione
possibile, che la Fondazione e la Cassa di Risparmio di Fossano esistono oggi perché oltre 400 anni fa i fossanesi vollero partecipare attivamente alla crescita della propria città, partendo proprio dalla cura e dall’attenzione verso chi era in difficoltà. Negli anni la generosità dei fossanesi non è diminuita e lo vediamo ogni giorno ad esempio nel contributo essenziale che le numerose associazioni di volontariato cittadine danno alla costruzione di una comunità viva e accogliente. La collaborazione e le sinergie create tra la Fondazione e le varie associazioni
iniziano con il Monte di Pietà e proseguono con la Fondazione e la CRF SpA, enti voluti dai fossanesi e che a loro appartengono”.

BaNNER
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