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Gusto di montagna

Anna Arneodo ci aspetta alla borgata Marchion di Coumboscuro per portarci in un mondo dove tutto è natura. Nel segno della cultura provenzale alpina

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Esiste un luogo in cui si possono trovare mele di antiche varietà in succo oppure essiccate gustosissime, tisane di erbe di montagna profumate, patate deliziose, birra prodotta col luppolo di produzione propria, agnelli sambucani contesi dai migliori ristoranti italiani, marmellate, castagne essiccate a fumo co­me da tradizione e chissà cos’altro che mi sarò di sicuro dimenticata. Il tutto senza sottostare agli obblighi burocratici che ammorbano le trafile del­le certificazioni biologiche perché in mezzo a queste montagne ogni prodotto non può che essere naturale, dove per naturale si intende raccolto come la terra lo consegna, senza forzature di modi e di tempi, basandosi su una conoscenza antica coniugata con consapevolezze moderne.
Suona strano, vero? Certo, perché siamo abituati a realtà per lo più monocolturali. Solo vigne, solo nocciole, solo frutta, solo maiali, solo pecore, solo capre solo… Intendiamoci, spesso si tratta di aziende che esprimono prodotti di alta qualità che fanno grande il gusto italiano, ma che non hanno più molto a che fare con il concetto del contadino, legato a una terra che conosce e che lascia esprimere in tutte le sue sfumature. Per questo quando arrivi da Anna Arneodo alla Borgata Marchion di Coumboscuro ti sembra di atterrare su un altro pianeta. Così, per farmi capire su quale pianeta mi trovassi, prima di parlare della sua attività Anna mi ha accompagnato a fare un giro. Boschi di castagni, faggi e frassini che tra le fronde nascondono quello che rimane di una civiltà antica. Borgate di pietra e losa che fino a non molto tempo fa rendevano viva la valle, lavorando nello stesso modo in cui Anna con i figli ha scelto di continuare a fare, con i ritmi che la natura concede. Una scelta non facile che comunque deve essere parametrata alla richiesta e alle esigenze dei consumatori moderni e forse anche questo è uno dei motivi della sua unicità.
L’altro è l’aspetto culturale. Entrando nella loro casa sono tre le cose che colpiscono: le grandi vetrate incastonate nelle antiche pareti di pietra e legno che si affacciano sulla valle, segno di innamoramento perpetuo per i propri posti; le porte, gli arredi, gli oggetti scolpiti in legno, belli da togliere il fiato (che poi scopri che è proprio quella donna minuta e scattante a lavorare) e i libri. Montagne di libri ovunque. Perché quello che non vi ho ancora detto è che Coumboscuro significa salvaguardia e recupero della cultura provenzale in cui tutta la famiglia Arneodo è stata impegnata da sempre. A cominciare dal padre Sergio, poeta e drammaturgo in lingua provenzale, che a partire dagli anni ’60 ha trasformato la pluriclasse di Sancto Lucio in un laboratorio didattico volto alla riscoperta e alla salvaguardia della civiltà di montagna. Un impegno che Anna continua a portare avanti con incontri, eventi e laboratori che intendono far conoscere la cultura di queste montagne.
Il messaggio è forte, il luogo un incanto, i prodotti straordinari. Non vi resta che prenotare al suo Liech e Lach, ovvero letto e latte, che, detto tra noi, mi sembra molto più simpatico di Bed & Breakfast.

A cura di Paola Gula

BaNNER
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