«La nostra priorità è dare valore al Made in Italy»

Rivista IDEA a tu per tu con il ministro Francesco Lollobrigida, arrivato a Bra per inaugurare Cheese

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«La scelta di cosa mangiare e la consapevolezza sulla provenienza e sugli aspetti nutrizionali degli alimenti sono, senza dubbio, atti politici di grande importanza». Questo il concetto di sovranità alimentare per il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, incontrato da IDEA ai piedi della Zizzola, in occasione dell’inaugurazione di Cheese, la grande rassegna internazionale dedicata ai formaggi e giunta alla 14esima edizione. Erano presenti anche il governatore piemontese Alberto Cirio, il sindaco di Bra Gianni Fogliato, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini e la presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini. Abbiamo intercettato il titolare del dicastero del­l’Agricoltura a margine della fiera braidese per parlare di formaggi, ma non solo. Della qualità dei prodotti italiani, della sua battaglia per la repressione delle frodi di prodotti agroalimentari e di quali strumenti intenda mettere in campo per sostenere le aziende di settore e per fronteggiare gli eventi climatici.

Ministro, è stata la sua prima volta a Cheese. Quali impressioni ha raccolto?

«Cheese è indubbiamente un evento straordinario che celebra la ricchezza della tradizione casearia piemontese. Un evento che ha dimostrato nel corso degli anni di essere una vetrina eccezionale per i formaggi locali, mettendo in risalto anche l’artigianato che li circonda. Il raggiungimento di una valenza internazionale contribuisce a promuovere non solo questi prodotti, ma anche le realtà produttive che stanno dietro, dalle aziende familiari agli alpeggi. Questa manifestazione ha raccontato, fin dall’inizio, l’importanza della qualità del nostro modo di vivere più che del nostro modo di mangiare. Una componente essenziale, una ricchezza da proteggere e valorizzare contro sistemi di etichettatura fuorvianti e, allo stesso tempo, candidando la cucina italiana a patrimonio del­l’Unesco».

Il claim di questa edizione è stato “Il sapore dei prati”, per sottolineare l’importanza dei pascoli ricchi di biodiversità, tipici dei territori cuneesi. La valorizzazione del made in Italy è stata fin dal primo giorno un punto centrale del Governo Meloni.
«Il titolo di questa iniziativa è suggestivo e vibrante. Feuer­bach sosteneva: “Noi siamo quello che mangiamo”. La distinzione e la varietà dei formaggi e delle carni dipendono da ciò che gli animali mangiano e da come vengono curati. È importante considerare il benessere e il rispetto degli animali e il ruolo che svolgono all’interno dell’ecosistema. Il Ministero sta promuovendo un approccio sostenibile al­l’alimentazione e all’agricoltura, riconoscendo che ciò che mangiamo e ciò che mangiano gli animali influisce sulla qualità dei prodotti alimentari. Investiamo in pratiche agricole sostenibili, destinando finanziamenti significativi al settore zootecnico e al benessere animale. Inoltre, sosteniamo le produzioni alimentari di alta qualità e combattiamo la contraffazione dell’“italian soun­­ding” che ogni anno sottrae al mercato fino a 120 miliardi. L’in­novazione è una nostra priorità, con investimenti in tecnologie all’avanguardia per rendere l’agricoltura più competitiva e sostenibile».

Ci faccia degli esempi.
«Il Piano Strategico della Politica Agricola Comune (Pac) 2023-2027 prevede un finanziamento annuo di 218 milioni di euro da destinare al settore zootecnico, con premi per gli allevamenti che rispettano determinati standard igienico-sanitari. Inoltre, abbiamo deciso di destinare 2,4 miliardi di euro in cinque anni per migliorare proprio il benessere animale, di cui parlavamo prima, e ridurre l’antimicrobico. Premiamo anche gli allevatori che aderiscono al Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale (Sqnba), con una serie di impegni che vanno oltre quanto previsto dalla normativa obbligatoria in materia di sanità animale, biosicurezza, gestione dell’intera fase allevatoriale ed emissioni. Queste azioni sono figlie della visione di un Governo che vuole distribuire ricchezza per poi essere nelle condizioni di crearla. Attraverso gli investimenti nelle produzioni di qualità ci affacciamo all’estero con le nostre eccellenze che ci pongono all’avanguardia sul mercato internazionale».

Parliamo di eccellenze allora. La Granda, oltre a produrre formaggi di altissima qualità, è terra di vini eccezionali, ma anche di aziende leader del settore alimentare. Un patrimonio unico penalizzato però da infrastrutture carenti. Tun­nel di Tenda e l’incompleta Asti-Cuneo su tutte.

«Il Piemonte e, in particolare, la zona di Cuneo, sono indubbiamente regioni ricche di eccellenze gastronomiche e produttive che hanno fatto guadagnare a queste aree im­portanti riconoscimenti per la qualità delle loro produzioni. Ed è anche vero che le problematiche di collegamento possono rappresentare una sfida per la distribuzione di tali prodotti. Il Governo sta lavorando per affrontare queste criticità e per garantire che le eccellenze piemontesi possano raggiungere i mercati na­zionali e internazionali in modo più efficiente».

Insieme al ministro Urso avete istituito un tavolo con imprese e sindacati sull’agroindustria. Di cosa si tratta?

«La collaborazione tra il Mi­nistero dell’Agricoltura e quello delle Imprese e del Made in Italy ha come obiettivo quello di definire una strategia comune tra imprese e Governo per il futuro di questa importante filiera. Vogliamo puntare su investimenti in innovazione di prodotto e processo, in modo da rendere tutto il settore competitivo sui mercati globali. L’agroindustria è un pilastro fondamentale del made in Italy e intendiamo lavorare insieme alle imprese e ai sindacati per promuovere la qualità e il brand Italia sui mercati esteri, generando ricchezza che possa essere equamente distribuita. Vogliamo anche favorire l’apertura dei nostri prodotti verso mercati stranieri, come è stato fatto ad esempio con l’Albania, che rappresenta un importante ponte verso i Balcani. L’obiettivo è superare le divisioni tra imprenditori e lavoratori per promuovere una crescita economica equa e sostenibile».

Domanda secca. Tre aggettivi con cui descriverebbe la sua guida del Ministero?
«Attento, sostenibile e innovativo. Attento alle esigenze degli imprenditori e al benessere degli animali. Sosteni­bilità non solo ambientale, ma anche economica. Innova­tivo, per rendere le nostre produzioni sempre più efficienti e competitive con l’estero».

Ministro, anche scegliere co­sa mangiare e conoscerne la provenienza può essere un atto politico?
«Assolutamente sì. La scelta di cosa mangiare e la consapevolezza sulla provenienza e sugli aspetti nutrizionali degli alimenti sono, senza dubbio, atti politici di grande importanza. Questo significa sovranità alimentare. Queste decisioni influenzano non solo la nostra salute individuale ma anche l’intera società e l’ambiente. La promozione di una dieta sana e sostenibile è fondamentale per la tutela della nostra nazione e per esportare il nostro modello nutrizionale nel mondo. Inoltre, è un atto di responsabilità nei confronti delle future generazioni e del pianeta».

Originario di Tivoli, ha contribuito alla fondazione di Fratelli d’Italia

Nato a Tivoli, classe 1972, laurea in Giurisprudenza, Lollobrigida è stato nominato ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare il 22 ottobre 2022. Nel 2018 entra per la prima volta alla Camera dei Deputati e viene proclamato capogruppo di Fratelli d’Italia. Il titolare del dicastero del­l’Agricoltura ha una lunga esperienza politica alle spalle: i primi passi da giovanissimo con il Fronte della Gioventù, poi diventato Azione studentesca; successivamente entra nel Movimento Sociale Italiano e dopo in Alleanza Nazionale e infine, nel 2012, contribuisce a fondare FdI insieme a Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e al cuneese Guido Crosetto, dopo l’addio al PdL. È cresciuto politicamente formandosi in tutti i gradi delle istituzioni rappresentative, da assessore al Comune di Ardea a consigliere regionale del Lazio nel 2005, ad assessore ai Trasporti nel 2010. È sposato con la sorella di Giorgia Meloni, Arianna.