«Taglio delle liste d’attesa, un nuovo contratto collettivo per il settore socio-sanitario e una più stretta collaborazione tra pubblico e privato per fornire prestazioni e servizi di sempre maggiore qualità. Il pubblico c’è, e funziona. Il settore privato non intende sostituire il Servizio sanitario nazionale, ma si propone di affiancarlo integrando e ampliando la gamma dei servizi». Questi i principali obiettivi che si pone Michele Colaci, presidente nazionale dell’Unione di categoria di Confapi Salute, eletto lo scorso ottobre per il triennio 2023-2026. Classe 1968, piemontese, Colaci è anche presidente di Api Torino Sanità e amministratore di società che operano nei servizi alla persona. Lo abbiamo intervistato in occasione di una sua visita a Cuneo per incontrare i vertici provinciali di Confapi in occasione della formazione del nuovo gruppo di categoria che raccoglie le imprese private che operano nel settore Salute, università e ricerca.
Presidente, quali sono le criticità che vive oggi il SSN anche alla luce dell’emergenza pandemia?
«I numeri parlano chiaro. Sul fronte demografico l’Istat nel 2022 ha registrato un costante aumento dell’età della popolazione e un nuovo consistente calo della natalità rispetto al 2019, 27mila nascite in meno. Dopo l’emergenza Covid il SSN sta cercando di tornare alla normalità ma mancano operatori e medici».
Il settore privato dove può intervenire?
«Non siamo in competizione con il servizio pubblico ma vogliamo continuare a collaborare con le istituzioni per sostenere, affiancare e rafforzare l’offerta della sanità pubblica. Infatti, riteniamo che lo scopo della sanità privata sia proprio quello di integrare e risolvere le criticità del Sistema Sanitario nazionale con un’organizzazione del lavoro efficiente e attraverso il proprio personale per fornire prestazioni in base a parametri ben precisi».
Prossimi appuntamenti nella sua agenda?
«Un Master di alta formazione manageriale per il settore sanitario da presentare alle aziende associate entro novembre. Inoltre, un progetto a cui lavoriamo da molto tempo per arrivare il prima possibile alla stesura di un contratto collettivo nazionale di lavoro unico dei servizi sociosanitari mettendo intorno ad un tavolo tutti gli attori coinvolti, istituzioni, associazioni di categoria e sindacati».
Il rapporto con il Governo e con il ministro della Salute Orazio Schillaci?
«C’è una stretta collaborazione e siamo disponibili a fornire suggerimenti e indicazioni per una migliore sinergia tra pubblico e privato».
Il presidente di Confapi Cuneo, Massimo Albertengo, ha rilanciato con forza l’istituzione delle varie unioni di categoria per raccogliere le aziende in gruppi d’interesse. Tra questi, il nascente gruppo “Salute, Università e Ricerca”, è guidato da Erio Paoletto, dell’azienda Alfa Medicalitalia, e da Magno Garro, di GEA Care, come suo vice…
«Con l’associazione delle piccole e medie industrie cuneesi c’è da molti anni una proficua collaborazione con Api Torino. Abbiamo sempre lavorato insieme per rappresentare al meglio le aziende associate e anche quest’anno ci sono tanti progetti sul tavolo e iniziative per sostenere anche il settore socio-sanitario cuneese. Con il vicepresidente Garro, in particolare, ci legano molti anni insieme al Consiglio nazionale di Confapi Sanità dove è nata una profonda amicizia».
Confapi Cuneo e Confapi Sicilia partner dell’iniziativa
Unionalimentari Cuneo e Confapi Sicilia, insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie e Alimentari dell’Università degli Studi di Palermo e il Corso di Laurea “Food Science and Technology”, sono partner del “Mazzarrone Summer 2023”, il festival internazionale dedicato all’uva da tavola che dall’8 al 10 settembre ospiterà numerosi eventi in provincia di Catania. Una tre giorni dedicata all’enogastronomia con incontri, convegni e cooking show e che saranno ospitati presso il Casale dei Consoli a Mazzarrone. L’ingrediente protagonista della domenica sarà l’uva passa e la possibilità di recuperare l’uva “pasaolina” siciliana come prodotto d’eccellenza del made in Italy. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra i ricercatori dell’Università di Palermo, gli imprenditori e i coltivatori di uva da tavola che hanno sottolineato come, fino ad oggi, l’industria pasticciera italiana si procuri questo prodotto quasi esclusivamente dall’estero, da Turchia e Australia in particolare. La Confederazione delle piccole e medie imprese ha così deciso di aprire un dibattito sull’argomento e mettere a disposizione il suo network per valorizzare questo prodotto di altissima qualità mettendolo a disposizione dei migliore pasticceri italiani.
Per maggiori informazioni sull’iniziativa, www.confapisicilia.it