Colle di Tenda: si vedrà mai la luce in fondo al tunnel?

Restano incertezze sui tempi per l’apertura della nuova galleria: la politica chiede risposte chiare

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Continuano a essere piuttosto grigi i cieli che so­vra­sta­no il Colle di Ten­da e il tunnel (bis) in costruzione. Nelle scorse settimane abbiamo dato voce ad alcuni rappresentanti del territorio e, in particolare, ai sindaci di Tenda, Jean-Pierre Vas­sallo, e di Li­mo­ne Pie­mon­te, Massi­mo Riberi, due dei centri più colpiti dall’interruzione del collegamento internazionale causata dalla tempesta Alex del 2020. All’unisono, gli amministratori territoriali avevano rimarcato come un’apertura del Tenda bis, anche in modalità cantiere, sia indispensabile e che slittamenti al 2024 sa­rebbero gravissimi. Stessa posizione da parte dei vertici della Regione Piemonte, con il presidente Alberto Cirio che aveva definito «inaccettabili» eventuali ritardi. La scorsa settimana, Anas ha diffuso un comunicato stampa relativamente al­l’a­vanzamento delle opere. «Anas, società del polo infrastrutturale del Gruppo Fs italiane, e l’impresa Edilmaco – ha scritto Anas nella comunicazione per i media – hanno condiviso il cronoprogramma delle attività finalizzate alla riapertura del tunnel del Tenda. Il nuovo piano operativo sarà sottoposto alla prossima riunione della Confe­ren­za Intergover­nativa Italia-Fran­cia. Entro la fine del 2023 saranno completate le opere civili della nuova galleria del Colle del Tenda. Pro­seguono gli approfondimenti tecnici per attivare la viabilità del tunnel, in modalità di cantiere, entro la fine di quest’anno. Le attività di at­trezzaggio impiantistico e di adeguamento degli imbocchi della galleria, danneggiati a seguito della tempesta Alex, proseguiranno e le lavorazioni sa­ranno ultimate entro il mese di giugno 2024 per il ripristino della circolazione stradale tra Francia e Italia».
Non si è fatta attendere la reazione della Regione, con il pre­sidente Cirio e l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Gabusi che, anche loro tramite nota stampa, hanno commentato: «Bene che il cro­noprogramma concordato nei giorni scorsi tra Anas e azienda appaltatrice dei lavori del Tenda confermi entro l’anno la conclusione dei lavori – si leg­ge nella nota della Regione -. Questo è il nostro obiettivo irrinunciabile che non deve subire ulteriori slittamenti e dovrà essere approvato dalla Confe­renza Inter­go­vernativa. È infatti del tutto evidente, pur nella difficoltà della attuale congiuntura economica, condizionata dall’aumento dei prezzi delle materie prime e del denaro, che non può essere ancora una vol­ta il territorio a pagare l’ennesimo ritardo su quest’opera attesa ormai da decenni».
Il presidente Cirio e l’assessore Gabusi hanno poi aggiunto: «Apprezziamo lo sforzo del Governo, che si è detto disponibile ad aumentare le risorse, ma ci aspettiamo ora che l’azienda rispetti i tempi an­nunciati. L’assessore regionale Marco Gabusi ha in programma un confronto con il viceministro Rixi per fare il punto della situazione e programmare il sopralluogo al cantiere».
Ri­sposte che non hanno per nulla rassicurato le opposizioni regionali, a partire dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle. «Il documento di Anas parla chiaro: sono necessari “approfondimenti tecnici” per l’apertura in via provvisoria del Tenda entro il 2023. Nulla di certo dunque, niente di niente», ha detto il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Ivano Martinetti, aggiungendo: «Ci­rio e Gabusi dovrebbero convocare subito Anas e azienda ap­paltatrice e poi pretendere risorse certe dal Governo. Erogate concretamente e non solo virtualmente».
Sul tema è intervenuto inoltre il consigliere provinciale Bruna Sibille. Ecco le sue parole: «Quan­do ho avuto dal presidente Robaldo la delega alle “grandi opere” in provincia di Cuneo (Asti-Cuneo, traforo Tenda bis, circonvallazione Demonte), ero conscia dei limitati poteri dell’ente Provincia e ancor più del ruolo circoscritto che il Presidente può assegnare ai “consiglieri delegati”. Per tale motivo non sono mai intervenuta finora sulla tormentata vicenda del Tenda bis, dove si sono sommate disgrazie naturali e aumenti dei prezzi ma anche episodi gravi di malaffare. In questi ultimi giorni, però, la situazione per il Tenda bis è diventata insostenibile e mi sento in dovere di dire come la penso. Credo che i cittadini abbiano il diritto a essere informati sui tempi reali di apertura del traforo: non ha senso continuare a trincerarsi dietro “le date ufficiali” di conclusione dei lavori, che ormai appaiono del tutto irrealistiche, come han­no detto non solo i mezzi di informazione, ma anche partiti politici, sindaci (come Germa­na Avena) e parlamentari giunti apposta per un sopralluogo (che è stato loro negato per dichiarate “ragioni di sicurezza”). E finalmente la pressione sta producendo la rottura del silenzio: alcuni media hanno riportato una dichiarazione dell’Anas nella quale vengono allungati i tempi dell’apertura con “safety car” da ottobre a fine anno, ponendo però nuove riserve sulla praticabilità dell’apertura al traffico “in modalità cantiere”. Nulla si dice sui tempi di apertura effettiva del traforo, per la quale si richiedono certezze sui maggiori fondi necessari e sul ponte ancora da realizzare in territorio francese. Quindi la nebbia non si è affatto dissipata (come invece tende a dire la Re­gione) e la Conferenza Intergovernativa, più volte rinviata, è sempre più urgente per arrivare alla chiarezza che giustamente va data alla cittadinanza e agli amministratori locali in particolare. Quando la Conferenza sarà finalmente convocata, dichiaro fin d’ora la mia disponibilità a parteciparvi con il necessario spirito costruttivo».