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«Mettiamo energia per cambiare e creare speranza»

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Cambiamento, ascolto, energia. So­no – in ordine sparso – le parole chiave che guideranno Remo Gattiglia nel suo mandato di go­vernatore del Distretto Ro­tary 2032, ovvero quello a cui fanno riferimento gli oltre 40 club di basso Piemonte e Liguria e i loro 2.800 soci. Genovese di nascita, ma albese d’adozione (risiede a Roddi), Gattiglia, che nella vita è membro del Consiglio Direttivo del Gruppo Miroglio con delega alla Finanza, ha indossato ufficialmente il collare rotariano nella cerimonia che si è svolta sabato 1° luglio, a Roma. Lo abbiamo intervistato.

Governatore Gattiglia, lei, che oggi vive in “fondo alla campagna”, parafrasando Paolo Conte, cosa prova andando nella sua Genova? Le fa pau­ra “quel mare scuro”?
«“Quel mare”, più che timore, mi provoca nostalgia. Una nostalgia piacevole che fa nascere in me il desiderio di riscoprire luoghi a me molto cari: a Genova ho vissuto l’infanzia e l’adolescenza. Penso a Caricamento, a via dei Rolli, ai Bagni Marina…».

Peraltro, già uno dei suoi nonni era ligure, come precisa nel curriculum.
«Sì, faceva il ferroviere. L’altro nonno era un casaro trentino».

Lo dice con orgoglio.
«Molto. Erano persone semplicissime che, per emergere, hanno sempre messo impegno e sacrificio».

Ha anche lei tali qualità?
«Alcune di quelle caratteristiche penso proprio di averle ereditate. In tutto ciò che faccio, ci metto l’anima. E non mi sembra mai di svolgere le varie mansioni che mi competono per “dovere”. È tutto “passione”».

Cos’altro ha ereditato?
«Il legame con la natura e, in particolare, per la montagna».

La frequenta spesso?
«Quando posso sì. In generale, mi piace camminare molto nella natura. Prima correvo pure: mezza maratona».

Poi?
«Un ginocchio malandato mi ha fatto smettere».

E si è fermato del tutto?
«Macché. Vado in bici. Anzi, ora bicicletta a pedalata assistita. Ma adesso che al lavoro si è aggiunto anche il ruolo di governatore lo stop potrebbe essere inevitabile… Poco male, riprenderò a pedalare tra un anno. Il movimento, come avrà capito, fa parte del mio modo di essere».

Fermiamoci però un attimo nella natura.
«È un aspetto fondamentale nella mia vita. Non dobbiamo mai dimenticare che sulla Terra siamo ospiti. Conser­va­re per le future generazioni quello che abbiamo ricevuto in dono è, oltre che un dovere, una delle ragioni stesse della vita».

Un altro aspetto chiave nella sua vita è la famiglia.
«Sì. Mia moglie Annamaria mi ha regalato Luca, sportivo come me, e Giulia, esperta di comunicazione e nuovi media».

E lei che rapporto ha con i nuovi media?
«Mi rapporto con i nuovi me­dia come fanno tutti i settantenni… Sui social ci sono, li uso senza ossessione, con parecchia moderazione».

Diventare governatore Rotary era un obiettivo?
«Faccio parte dei Rotary ormai da tanto tempo e devo ammettere che ho sempre sperato, un giorno, di poter diventare governatore. Que­sto anche perché da oltre vent’anni collaboro con il Di­stretto 2032 e, quindi, lo conosco piuttosto bene».

Come sta il Distretto?
«Bene. È un Distretto sano, gli aderenti crescono e c’è un’attività di service intensa. In più, alcuni concetti positivi sono ormai dei punti fermi: il merito è dei governatori che mi hanno preceduto, a partire dall’ultimo, Anselmo Arlandini».

Quali sono questi concetti a cui fa riferimento?
«Ne cito uno per fare un esempio concreto: in questi territori, si è ormai capito benissimo che ci si iscrive a un Rotary Club non per usufruire di un servizio, come accade ad esempio in un club sportivo, ma per dare un servizio. E poi si è anche compresa un’altra cosa importante: questi sono gli anni dell’“impegno per giustizia”».

Ovvero?
«Se noi siamo consapevoli di aver ricevuto qualcosa in più dalla vita, è giusto che, almeno in parte, lo restituiamo. Co­me? Con gesti concreti nella vita di tutti i giorni. È nella quotidianità che possiamo fare la differenza».

Un messaggio per i Club del Distretto 2032?
«Non hanno bisogno di istruzioni particolari. Sono preparatissimi e aggiornatissimi sul lavoro da svolgere. La cosa essenziale sarà alimentare i progetti in corso: a livello distrettuale, sono già trenta quelli attivi».

Alcune priorità?
«La mia squadra, al lavoro già da dieci mesi, ha tanti obiettivi. Uno dei principali è diffondere il messaggio del presidente internazionale, Gordon Mc­Inal­ly, che ci invita a rivolgersi verso il prossimo chiedendo: “Co­me stai? E come stai veramente?”. Ci chiede cioè di avere nei confronti degli altri un atteggiamento di ascolto vero. E poi ci suggerisce di prestare grossa attenzione, proponendo iniziative di sensibilizzazione mirate, verso le patologie mentali, purtroppo in co­stante aumento. Lo faremo, e in parallelo ci impegneremo pure per i bambini affetti da patologie, coinvolgendo i giovani dei Rotaract».

La parola di riferimento nel suo mandato da governatore?
«Sono tre. Una l’ho già svelata: ascolto. La seconda è: cambiamento. Dobbiamo cambiare a partire da noi stessi con un grande obiettivo, come ricorda spesso il Presidente internazionale: cambiamo per creare speranza nel mondo».

Come si declina il cambiamento nell’attività rotariana?
«Senza mai dire che una determinata cosa, poiché la si fa in quel modo da cent’anni, va lasciata co­sì. Non accontentiamoci. Ab­brac­ciamo il cambiamento».

E la terza?
«Energia. Prima parlavamo della necessità di attuare un cambiamento su noi stessi per tornare a credere in un mondo migliore. Ecco, facciamo bene attenzione; ciò non significa restare immobili e sperare nell’attesa di una soluzione, bensì, al contrario, avviare un nuovo impegno che ci porti ad agire direttamente, a creare opportunità, a promuovere iniziative per aiutare il prossimo vicino e lontano».

 

I club locali: premi ad Alba, i texani per i saviglianesi e a Pianfei c’è Enrica Roddolo

Periodo denso di attività per i Rotary Club territoriali, divisi tra gli impegni dell’ultimo anno sociale e quelli del nuovo. I gruppi Bra e Canale-Roero hanno approfondito la conoscenza di una delle eccellenze gastronomiche della Granda, il prosciutto Crudo di Cuneo Dop, visitando, accompagnati dalla presidente del Consorzio che lo valorizza, Chiara Astesana, la sede di Carni Dock, a Lagnasco (foto sotto). Presente anche il titolare dell’azienda, Luca Allasia. Il Rotary Club Alba ha assegnato il proprio premio annuale a Monica Cinghi che, insieme con il marito Francesco Giordano, ha fondato e gestisce una casa famiglia nella capitale delle Langhe, dove accoglie bambini in condizioni di disagio. Premiati anche gli studenti vincitori del concorso rotariano. I so­ci albesi, presso le Cantine Piazzo, hanno partecipato alla cena promossa dalla famiglia Allario per sostenere l’Emilia-Romagna. Il Rotary Club Savigliano, invece, ha incontrato gli amici rotariani del Texas. I Ro­tary Club Cuneo e Cuneo-Alpi del Mare, infine, propongono per lunedì 10, alle 20, alla Ruota di Pianfei, l’incontro con la scrittrice Enrica Roddolo, la quale presenterà il suo libro “Carlo III. Il cuore e il dovere del re”.

BaNNER
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