A Monticello rinasce il parco del castello

L’area che circonda il maniero rifiorirà completamente, anche grazie a 3mila nuove piante: l’apertura nel 2025

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È stato presentato ve­nerdì scorso, nella Sala dei Quadri del Castello Roero di Monticello, il progetto di riqualificazione e valorizzazione del parco all’inglese realizzato nel 1827 dal giardiniere Giuseppe Mina secondo i disegni di Xavier Kurten, già autore delle trasformazioni del Parco Reale di Rac­co­nigi, sotto la guida di Mar­cel­lino Roda e su ordine del te­nente generale cavaliere di Gran Croce conte Gennaro Francesco Roero.
I relatori, ospiti del conte Ai­mo­ne e della contessa Eli­sa, erano la progettista Maria­luce Rey­neri di Lagnasco, l’agro­nomo Stefano Fiora­van­zo, la direttrice dell’Orto Botanico di Torino Consolata Sini­scalco, il presidente di Tu­rismo in Langa Filippo Ghisi e, quale moderatore, il giornalista della Stampa An­drea Parodi. Dopo gli iniziali saluti di benvenuto del conte Ai­mone Roero di Monticello, del sindaco Silvio Artusio Com­ba e del direttore del sito Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato Roberto Cerrato, è stato illustrato il progetto “Il parco del Castello di Monti­cello d’Alba: valorizzazione e fruizione di un luogo da sette secoli simbolo del Roero”, finanziato dal­l’Unione Eu­ro­pea con il bando Pnrr “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”, con la collaborazione del Ministero della Cultura.
In Piemonte, sugli 89 progetti presentati, ne sono stati finanziati diciotto (dieci pubblici e otto privati) per un importo di 18,3 milioni di euro.
Nello specifico di Monticello, ecco i lavori che interesseranno il parco che si estende su una superficie di circa 36mila metri quadrati: recupero e cura di alberature di pregio, introduzione di nuovi elementi vegetali, alberi, arbusti e specie erbacee, nuovi tappeti erbosi; recupero della componente produttiva come l’orto, i frutteti e i vigneti; restauro impianti idraulici di interesse storico, impianto di irrigazione, impianto di illuminazione; opere di restauro delle opere murarie in cotto, degli elementi in pietra e degli intonaci di cisterne e peschiere; riqualificazione del sistema dei percorsi, rendendoli accessibili ai disabili.
Nella scarpata a Sud troveranno posto un doppio filare di ulivi e una nuova vigna; nella scarpata della prima salita saranno piantumate circa mille piante di rose suddivise in otto varietà mentre lungo la strada che sale al castello ci sarà una bordura di “ro­smarinus officinalis prostratus”. Circa 600 piante saranno inserite nella piccola scarpata a Ovest, tra cui iris, lavanda, salvia, rosenteller, iperico, peverina, camedrio, eccetera. Ai piedi dei cipressi saranno piantati arbusti di mirto e sotto i tigli circa dodici varietà di spirea per un totale di 75 piante. Saranno invece circa 1.500 le piante che formeranno il sottobosco nell’area a Nord-Est del parco. Infine verrà creato un orto didattico che ospiterà anche una collezione di semi.
La nuova area sarà visitabile per­correndo tre sentieri che por­teranno il nome delle figlie dei conti: Lucrezia, Do­mitilla e Clotilde. All’in­gresso verrà collocato un piccolo padiglione, con biglietteria e bookshop, sulla cui copertura verranno installati pannelli fotovoltaici per un’illuminazione del parco ad alta efficienza energetica. È previsto inoltre il completo recupero del sistema di raccolta delle acque meteoriche, abbinato a un sistema di irrigazione. Oltre al percorso di visita tradizionale, se ne prevede uno sensoriale, dedicato a diverse categorie di utenza, ma in special modo a persone con disabilità, con particolare attenzione alle fragranze e colorazioni delle piante, all’alternarsi stagionale delle fioriture, alla loro capacità di stimolare i cinque sensi e la partecipazione del visitatore. Dovendo i lavori terminare en­tro il 31 dicembre 2024, l’appuntamento è per la primavera 2025 per ammirare quella che sarà certamente un’esplosione di colori che farà da cornice al suggestivo Ca­stel­lo dei Conti Roero di Monticello.­

Articolo a cura di Elio Stona