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Gioia di papà

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Il 17 agosto soffierà su ottanta candeline, circondato dai suoi sette figli. Drena, la maggiore, ha varcato i cinquanta, l’ultima è appena venuta alla luce. Il super papà è Robert De Niro, attore e regista straordinario, premio Oscar, simbolo di film cult e tuttora protagonista sul set. La rivelazione sull’ultimo lieto evento l’ha data proprio a margine della presentazione di una nuova pellicola, “About my father”, commedia sul rapporto padre-figlio che uscirà nelle sale americane a fine maggio: quando gli è stato chiesto dei suoi sei ragazzi, l’interprete del Padrino e di Taxi Driver ha corretto: «Sette, ho appena avuto un altro bambino».
Nulla più, al momento della rivelazione non si conoscevano sesso e nome. Nulla si sapeva, ufficialmente, nemmeno della madre, benché gossip dettagliatissimi riconducessero a Tiffany Chen, campionessa di Tai Chi che gli aveva insegnato alcune mosse per una scena girata ne “Lo stagista inaspettato”: i due, generazioni lontanissime, sono stati paparazzati spesso negli ultimi tempi – su uno yacht durante una vacanza in Europa, in un locale di Los Angeles – e nelle immagini più recenti si notava il pancione. Pochi giorni dopo la conferma: una foto dolcissima, l’indicazione del genere – è una bambina, il peso – 4 kg, – e il nome, Gia Virginia, importantissimo perché rinnova l’adorata mamma dell’attore, Virginia Admirale, pittrice e poetessa scomparsa nel 2000.
De Niro ha avuto i figli maggiori da tre donne diverse: dalla prima moglie Dihanne è arrivato Raphael nel 1976, mentre Drena, classe ’71, nata da una precedente relazione di lei, è stata adottata; dalla fidanzata Toukie, attraverso madre surrogata, ha avuto i gemelli Julian e Aaron (1995); da Grace, seconda moglie, Elliot (1998) e, da mamma surrogata, Grace (2011).
Al di là delle battute sull’eterna giovinezza, rimane, come sempre in questi casi, il dubbio sull’opportunità di mettere al modo un bambino in età così avanzata. Quando il rampollo avrà dieci anni, De Niro ne compirà novanta e pur auspicando piena salute è difficile immaginare possa avere l’energia necessaria per far fronte alle esigenze di un bambino. Ne avrà quasi cento, poi, quando dovrà affrontare le inquietudini, e a volte irrequietezze, adolescenziali. A noi una paternità tanto tarda appare come un atto d’egoismo, ma è solo un’opinione: a orientarla una riflessione psicoterapeutica sulla dicotomia tra lo sguardo al futuro rivolto dal padre attempato, che trae quindi giovamento mentale, e la sensazione di precarietà che si può trasmettere al figlio con conseguente disagio. Senza dimenticare l’atteggiamento ingiustamente diverso che abbiamo a seconda dell’old father: tutto bene se è un vip, infatti le cronache rosa hanno raccontato già con gioia i casi di Julio Iglesias e Bernie Ecclestone – anche di Richard Gere, che però ha avuto a “soli” 69 anni – giù strali e dubbi se appartiene al popolo.
Di sicuro rispettiamo la scelta di De Niro, che specifica fra l’altro di aver voluto fortemente la nascita – «Come si fa a non pianificare una cosa del genere?» – e di dubbi, complice la visione americana diversa dalla nostra sull’autonomia della prole, non sembra averne, nemmeno sulla differenza di mentalità in agguato anche se la salute durasse ferrea. Eppure l’attore stesso confessa naturalissime distanze di vedute con i figli più giovani.

BaNNER
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