Cronache dal Medio Evo

Una preside americana perde il posto di lavoro per aver mostrato il David in una lezione sul Rinascimento: un’assurda confusione tra arte e pornografia che farebbe ridere se non fosse grave. E Sgarbi si infuria definendo dementi e cani i genitori che hanno provocato il licenziamento

0
0

Hope ha perso il posto di lavoro. Cacciata con una motivazione assurda. Così assurda da rimbalzare in ogni lembo di mondo e suscitare amarezza, rabbia, ilarità, sconcerto. Hope non è più preside della Tallahassee School, in Florida, per una lezione d’arte sul Rinascimento italiano: ha mostrato, tra l’altro, una foto del David di Michelangelo e l’hanno tacciata di pornografia.
È bastato un genitore, in verità. Cui si sono aggiunti un paio non indignati per l’immagine in sé ma per non essere stati messi al corrente della scelta di mostrare nudi artistici a ragazzini di undici anni, ma il sassolino è diventato valanga e miss Hope s’è trovata a spasso, costretta alle dimissioni indi di fatto licenziata da un consiglio scolastico fin troppo rigido nel dar retta a una minoranza di mamme e papà scandalizzati.
Uno primo spunto di riflessione è questo: nel pieno rispetto del coinvolgimento e della condivisone, può un genitore magari di fragile cultura avere tal peso didattico in barba a una dirigente con ventisette anni di insegnamento alle spalle? Si può permettere che anni di studi e una radicata professionalità vengano travolti dalla pochezza di chi non distingue arte e pornografia? Confusione impossibile se non in menti piccole e contorte, più aderenti a estremismi islamici, assiomi da terzo mondo e reminiscenze medievali che a riflessioni statunitensi anno domini 2023, sintetizzata con sarcasmo velenoso da Vittorio Sgarbi in un saccheggio di aggettivi che varia da ignoranti e incapaci a dementi, giungendo nel suo rabbioso sfogo a paragonare il satiro d’un dipinto a Rocco Siffredi per rimarcare come la pittura trasfiguri realtà e mito, a prendersela con un mondo di matti che ha in mente la guerra e finisce per farla anche a Storia e Cultura, a denunciare come si voglia «cancellare tutto in nome della cancel culture rispetto al politicamente corretto che in America è debordante», a definire i nemici del nudo artistico «dei cani che non meritano neanche di essere ritenuti americani». «Che siano genitori è molto inquietante» sospira.
Ricorda, il critico d’arte, come nudi vengano rappresentati gli eroi, i combattenti, i guerrieri. C’è nudità nei Bronzi di Riace e nella Creazione. E stupisce che qualcuno si dichiari sconvolto e che tal reazione inneschi un licenziamento. Estremismi. L’America trabocca. Ultra puritani e timorati, talebani d’opposto tenore. Verrebbe anche da sorridere se non ci fosse stata la reprimenda che è specchio di più ampi interventi duri, che siano tagli o censure o nuove versioni di libri e film. E non si liquidi «Cavoli d’oltreoceano», che sappiamo bene quanto certe loro mode, meglio se cattive, riescano a propagarsi in fretta da queste parti. Ricordiamo cos’è l’arte, difendiamo la preside, scriviamo al console e alla scuola affinché la decisione venga rivisto. Applaudiamo il sindaco di Firenze che vorrebbe premiare Hope, «un’insegnante coraggiosa che ama e conosce la storia dell’arte», esprimendo «tutto lo stupore, lo sbigottimento e anche l’orrore per il fatto che si scambino le immagini del David, che è un simbolo universale e non solo un simbolo di Firenze, come immagini pornografiche». La verità è che questa brutta storia ha messo a nudo ben altro: la superficialità, l’ignoranza e la grettezza di certa America che pure trova voce. E questo sì è un nudo che sconvolge.