«Non sono feroce ma metto in gioco ogni certezza»

La conduttrice di “Belve” e le sue domande “graffianti”: «Con tanti ospiti è nato un rapporto di amicizia. Mi piacerebbe invitare Amadeus e Morandi. Con Fiorello siamo troppo amici. Ho grande stima per Maria De Filippi, con Roberta Bruzzone ci siamo date una seconda possibilità. Non chiamatemi Lady Mentana»

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ROMA 23 GIUGNO 2021 REGISTRAZIONE DELLA PUNTATA DI "BELVE"IN ONDA IL VENERDI SUI RAIDUE NELLA FOTO FRANCESCA FAGNANI

Venerdì scorso su Rai2 è partita la nuova serie di interviste classificate sotto il “nome in codice” di “Belve” e condotte da Francesca Fagnani. Siamo alla terza edizione ed è inutile dire che dopo l’apparizione della giornalista a Sanremo, come co-conduttrice al fianco di Amadeus e Gianni Mo­randi, l’attenzione su queste interviste “graffianti” è au­mentata ulteriormente. L’ope­­razione Festival si è rivelata del tutto positiva per lei, il suo tasso di popolarità è aumentato con evidente beneficio per la trasmissione stessa. Ma non solo. Fagnani ha portato in evidenza maggiori dettagli del suo carattere. Non più solo aggressiva e pungente, come nelle interviste, ma soprattutto capace di andare in profondità. Come quando ha affrontato il tema dei ragazzi in carcere (un argomento che su IDEA affrontiamo più avanti, nell’intervista al garante dei detenuti di Alba). «Lo stato -ha detto sul palco di Sanremo – non può esistere solo per l’attività di repressione delle forze di polizia. Lo Stato dovrebbe combattere la di­spersione scolastica e la po­vertà educativa, dovrebbe garantire pari opportunità, è una questione di democrazia, di uguaglianza. Lo stato dovrebbe essere più attraente, più sexy dell’illegalità».

Veniamo a “Belve”: dopo il periodo iniziale, ha conquistato il suo spazio in prima serata. E gli ascolti sono aumentati.
«L’orario facilita, rappresenta un po’ una certezza anche se devo dire che già su RaiPlay i risultati erano stati e sono ottimi».

Qual è stato il suo percorso prima di arrivare a questa trasmissione che è diventata un po’ il suo marchio di fabbrica?
«Sono arrivata qui passando dalla gavetta della tv da strada che mi ha fatto imparare tante cose. Ho avuto maestri come Giovanni Minoli e Michele Santoro. Loro mi hanno fatto capire cosa significa fare questo lavoro, ovvero occuparsi di cronaca. Secondo me è qualcosa che ti obbliga a metterti per prima cosa davanti ai fatti, è da qui che nasce tutto».

È stata definita “feroce” nelle sue domande. Si sente così?
«Non lo sono, assolutamente. Le mie domande le faccio sempre con il sorriso. Però diciamo che ho un mio stile. La mia idea è sempre quella di mettere in gioco ogni certezza, passando dall’arma dell’ironia».

In prima serata rischia di dover modificare questo stile? Con certi personaggi la discussione potrebbe entrare in ambiti meno adatti alla nuova collocazione.
«In realtà quello della fascia oraria non è un problema e nessuno ha mai messo in dubbio la filosofia della trasmissione. Quindi andiamo avanti sulla stessa linea. Lavoriamo anche in una struttura molto bella, con la collaborazione di uno staff eccezionale».

C’è una tecnica che segue per essere più incisiva nelle sue interviste?
«Nulla di particolare, si tratta sempre di un contraddittorio e quando percepisco che un intervistato sta sostenendo qualcosa in cui in realtà non crede, allora divento un po’ insistente per farlo uscire allo scoperto».

L’intervista al ministro La Russa ha scatenato molte polemiche, specie dopo quella domanda che riguardava la sfera privata del personaggio (l’eventualità di un figlio omosessuale) ma che si è trasformata in dibattito politico.
«Succede perché le mie interviste sono un po’ dei ritratti, passiamo continuamente dal pubblico al privato».

Un po’ come insegnava Co­stanzo.
«Lui ha aperto una strada».

È vero che avrebbe voluto invitare Maria De Filippi?
«È una donna che merita grande stima, da oltre venti anni gestisce trasmissioni che puntualmente fanno registrare grandi audience».

A “Belve” vedremo Fiorello?
«Non credo proprio, siamo troppo amici. Non riuscirei a fargli le domande giuste».

E allora prima o poi sarà il turno di Amadeus oppure di Gianni Morandi, che ha conosciuto bene a Sanremo?
«In effetti stiamo lavorando per questo, vedremo. Sarebbe magnifico».

Quale personaggio, tra quelli intervistati, crede che abbia fatto più clamore?
«Direi Pamela Prati, perché poi la sua storia è letteralmente esplosa sui social con polemiche che sono andate avanti per mesi».

È facile convincere i personaggi a venire in studio per sottoporsi alle sue domande?
«Adesso che siamo in prima serata sicuramente più di prima, anche se ci sono sempre quelli che accettano e poi magari mi chiedono di non fare assolutamente alcune domande. Allora meglio di chi dice subito di no».

Qual è quindi l’ospite ideale?
«Quello che è disposto a mettersi in gioco, a fare un piccolo salto nel buio. Le reazioni in quel caso possono essere le più diverse ed è sempre emozionante scoprirle».

A proposito di emozione, come è stato salire sul palco di Sanremo?
«Molto complicato nei giorni precedenti, avevo il cuore in gola. Ma come spesso succede, una volta che sei lì passa tutto. E da quel momento in avanti c’è spazio solo per la felicità».

Nessun ospite riesce a metterla in difficoltà?
«L’imprevedibilità è da mettere in conto, chi viene in trasmissione in genere ha sempre una forte personalità. Ma è così anche il programma, fa parte del nostro Dna».

Un nome di un intervistato/a che è andato via scontento?
«In realtà sono di più quelli con i quali è nato un rapporto d’amicizia. Sì, è vero che con la criminologa Roberta Bruzzone ci eravamo lasciate male, lei aveva buttato il microfono… Ma abbiamo deciso di darci una seconda possibilità».

Che cosa le dà maggiormente fastidio?
«La lentezza».

E quando è lei a essere intervistata?
«Se mi si chiede di parlare di altre persone».

Ecco: le dà fastidio se qualcuno la definisce Lady Mentana?
«Sì, credo proprio che sia una definizione anacronistica. E comunque le persone vanno sempre valutate per la loro personalità e non per il lavoro che svolgono o per il compagno che frequentano».

È vero che è molto legata – così come Enrico Mentana – ai suoi cagnolini?
«È vero. Dettano la scaletta di ogni giornata e diciamo che quello che noi facciamo è in funzione dell’amore che ci trasmettono. Non chiedono mai nulla in cambio, la generosità e la gratuità del loro affetto sono eccezionali».

Sono loro le “belve”?
«I miei cagnolini sono simpatici e un po’ irrequieti, come serve essere per condurre al meglio il programma».

CHI È

Nata a Roma nel 1976, l’abbiamo vista scendere la scalinata dell’Ariston di Sanremo in tutto il suo splendore di co-conduttrice al fianco di Morandi e Amadeus assieme alla pallavolista Paola Egonu, all’attrice e scrittrice Chiara Francini e all’influencer Chiara Ferragni

COSA HA FATTO

Il suo esordio in tv è avvenuto come inviata in “Annozero” di Michele Santoro. Ha lavorato anche con Giovanni Minoli nel suo percorso di formazione giornalistica. In “Il prezzo” ha intervistato giovani reclusi nel carcere minorile, tema che ha in seguito portato alla ribalta di Sanremo

COSA FA

Conduce “Belve”, format di successo che va in onda dal 2018, prima su La Nove e ora su Rai2, incentrato sulle interviste a personaggi d’attualità. Attualmente il programma va in onda in prima serata ogni martedì su temi di spettacolo, politica, costume e cronaca. Le domande sono spesso dirette e irriverenti, da qui alcune polemiche legate alle reazioni degli intervistati