«La forza delle Acli è sempre stata quella di fare rete»

Il presidente nazionale Emiliano Manfredonia sarà in visita in Granda lunedì 12 dicembre

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Lunedì 12 dicembre, le Acli provinciali di Cuneo accoglieranno il presidente nazionale Emi­liano Manfredonia, in visita nella Granda per la seconda volta, dopo l’intera giornata trascorsa il 28 febbraio 2021, in occasione di una manifestazione organizzata dalle Acli in provincia di Cuneo per sensibilizzare i territori e le istituzioni sul problema della sopravvivenza dei circoli, rimasti a lungo chiusi e senza ristori a causa del Covid.

Il presidente Manfredonia parteciperà al Consiglio provinciale Acli che si svolgerà presso il Seminario di Fossano, durante il quale sarà presentato il libro: “Le Acli nel Fossanese 1945-2022”, che ricostruisce la storia della presenza delle Acli nella Diocesi di Fossano.
Gli abbiamo posto alcune domande, riguardo al compito che le Acli possono e vogliono assumersi nella società di oggi.

Qual è il ruolo delle Acli nella società di oggi?
«“La storica fedeltà delle Acli al lavoro, alla democrazia e alla Chiesa si riassume in una nuo­va e sempre attuale fedeltà ai poveri”. Così Papa Francesco nel 2015, in occasione del 70esimo anniversario della no­stra Associazione, esortava tutti gli aclisti a mettere al centro dell’azione sociale i più fragili. Oggi, a distanza di quasi 8 anni, dopo la pandemia, la crisi economica e la guerra in U­craina, noi delle Acli avvertiamo ancora più forte l’esigenza di prenderci cura di chi è ai margini della società.

Sappiamo bene che il lavoro, ormai, non è garanzia di una vita dignitosa. Sempre più persone vivono in condizioni di povertà o d’impoverimento, non riescono a trovare una via di uscita da questa condizione all’interno di un sistema sociale e politico che, anzi, perpetua e rende sempre più pesanti le disuguaglianze. In questa prospettiva, il “mestiere” delle Acli è quello di tenere insieme le istanze politiche e sociali in un’attività di servizio e assistenza al prossimo, avendo ben chiaro che il collante invisibile del nostro operare è e rimane il fondamento sulla Parola di Dio. Manteniamo il radicamento nei valori tanto dell’insegnamento sociale della Chiesa, quanto della nostra Costituzione.

Ogni anno 3 milioni di cittadini si rivolgono ai nostri servizi che sono prima di tutto un luogo di cura dei rapporti umani e di sviluppo di pensiero sociale. I nostri iscritti spendono il loro tempo e le loro energie nei 2500 Circoli di tutta Italia, negli sportelli di Caf e Patronati, nei Centri di formazione di Enaip, nel Coordinamento Donne Acli, nei Giovani delle Acli, nelle Acli Terra, Acli Arte Musica e Spettacolo, nell’Unione Spor­tiva Acli, nella Federazione Anziani e Pensionati, nella nostra ong Ipsia Acli e in mille altre attività con cui garantiscono una presenza quotidiana, capillare e paziente sul territorio, in Italia e nei 22 Paesi del mondo dove siamo presenti».

Qual è il ruolo dei circoli Acli sul territorio?
In particolare, in questi anni difficili, i circoli Acli hanno svolto un ruolo fondamentale: hanno rappresentato per donne, giovani, anziani, precari, migranti e per tutte quelle persone che vivono una condizione di difficoltà economica o di isolamento sociale un punto di riferimento essenziale, un presidio affidabile di democrazia. Abbiamo la convinzione che le comunità, come le persone, vivono di relazioni e, in esse, trovano la capacità di rinnovarsi, di proteggersi, di dare senso e direzione alle proprie azioni. La forza delle Acli è sempre stata quella di fare rete, attraverso la collaborazione tra i cittadini, le associazioni e le istituzioni, sostenendo la consapevolezza e l’assunzione di responsabilità, attivando progetti concreti di crescita sociale. Siamo convinti che, oggi più che mai, ciascuno possa trovare il proprio percorso di senso e di dignità all’interno delle comunità che abita. Partendo dalla difesa di un lavoro giusto e dignitoso per tutti, abbiamo sempre cercato di essere la voce delle tante donne discriminate sul posto di lavoro, delle seconde generazioni che chiedono di essere riconosciute come cittadini e cittadine italiane, di chi crede che la guerra e le armi non possono essere la via per costruire la pace. Come ci ha ricordato più volte Papa Francesco, nessuno si salva da solo: le Acli sono e saranno sempre a fianco di chi è a rischio di impoverimento e di tutti coloro che desiderano essere popolo, un popolo consapevole delle sue istanze, delle sue differenze e di un destino comune».