Ha aperto la ventiquattresima edizione “scrittorincittà”, una settimana fa, con l’evento “Non è ora di vendetta”. Un’indi­cazione chiara, netta, come le parole che ha usato lui stesso. È stata infatti l’occasione per riflettere su quale sia la strada migliore da percorrere in modo da poter ricostruire quella fiducia tra magistrati, politici e cittadini che negli ultimi tempi si è andata via via sgretolando. Lo abbiamo visto in questi anni. Ma affrontare la questione con sete di rivalsa sarebbe deleterio. Luciano Violante ha approfondito un tema che interessa da vicino tutti noi e che condiziona seriamente l’esistenza stessa delle istituzioni.
Già professore di Diritto e procedura penale, magistrato e parlamentare, presidente del­la Commissione antimafia e presidente della Camera dei deputati, assieme all’assessore Cristina Clerico ha parlato di legittimazione della giustizia e di senso del servizio delle istituzioni a partire dal suo libro “Senza vendette” (Il Mulino), scritto con Stefano Folli.
Lo abbiamo interpellato an­che noi di IDEA. E così a proposito della deprecabile tendenza per le “vendette” tra le diverse categorie istituzionali, ha commentato: «Sino ad oggi ci sono state prevaricazioni reciproche tra politica e magistratura. Oggi bisogna aprire un nuovo capitolo, per garantire i cittadini». E quale regola bisognerà seguire per ricostruire un equilibrio sostenibile? «Con il rispetto reciproco», risponde senza esitazioni l’ex magistrato. Il problema, piuttosto, riguarda l’esigenza di diffondere un senso di giustizia che attualmente pare messo a rischio da mille pericoli, spesso inediti, come ad esempio il mondo social che può fare da cassa di risonanza per attacchi e inviti alla violenza. Violante è convinto che la giustizia si possa insegnare in un modo soltanto: «Prati­candola, nel rapporto con gli altri». E che il valore delle istituzioni possa essere tutelato, sempre dando un esempio concreto ovvero «facendole funzionare».
Tra le altre cose, Violante ricopre anche la carica di presidente della Fondazione Leo­nardo – Civiltà delle macchine, «un asset nazionale dell’innovazione tecnologica», come si legge nella presentazione sul sito ufficiale. Ma come si fa a innovare per davvero il Paese? «Legando insieme, sempre, valori umani e progresso scientifico», è la risposta. Chiusura con un saluto alla città di Cuneo, «che – spiega Violante – per un uomo di sinistra, come io sono, resta una capitale dell’anima».