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Un’emozione Divina

Federica Pellegrini sposa, l’evento glamour dell’estate tra invitati vip e commozione nazionalpopolare. Lei bellissima in un abito da fiaba realizzato da Nicole Cavallo, giovane stilista di Centallo

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È stato l’evento glamour dell’estate, la fiaba di un’atleta diventata principessa per un giorno, festeggiata da centosessanta invitati e da un intero Paese, partecipe della sua felicità come già delle sue imprese e delle sue medaglie. L’acqua è comunque sfondo, dall’azzurro delle piscine olimpiche ai palazzi riflessi nei canali di Venezia, scelta perché stupenda e perché simbolica, perché la Divina è nata a due passi, a Mirano, e perché qui Matteo le ha chiesto di sposarlo. Così radicato, il legame con il territorio, da orientare la scelta delle bomboniere: cuori rossi in vetro di Murano con su incisi i nomi degli sposi. Federica Pellegrini e Matteo Giunta: belli, giovani, raggianti. Lei, però, anche famosa, icona oltre il nuoto di cui è stata regina, e per questo l’evento non ha coinvolto solo familiari e amici, ma quella parte, larga, di popolo, che ama sognare di riflesso, immergersi e condividere, testimoniare ed emozionarsi, scrutare e assorbire l’umanissima tensione dei vip. «Più profonda e diversa di quella di un pre-gara», confessa Federica, stupita dal fatto che anche Matteo vivesse identico stato d’animo, lui di solito «pacato e zen», come ben sa vivendolo in doppia veste di allenatore e compagno di vita.
Le lacrime in chiesa, il sì impastato di dolcezza, le facce note, i vestiti eleganti, le coreografie di fiori, le fedi di platino, il sorriso di papà verso l’altare e quello di Castagnetti, l’altro papà sportivo, cercato in cielo per riaverlo accanto nel giorno più bello, lo sguardo e il pianto di mamma, la solennità della Chiesa di San Zaccaria, la magia di un party sotto le stelle all’Isola delle Rose: istantanee di un album da sfogliare per sempre, e Fede al centro, avvolta in un abito stupendo, immaginato per esaltarne quella semplicità quasi contrastante con il soprannome di Divina, realizzato dalla giovane stilista Nicole Cavallo, piemontese di Centallo, figlia d’arte, direttrice creativa di Nicole Milano, brand autonomo però legato al colosso della moda nuziale Pronovias. «Io e Federica ci abbiamo lavorato insieme – racconta Nicole -, avvicinandoci ai suoi desideri: lei ha idee chiare e sa cosa può rappresentarla al meglio. Ha un mood che le somiglia, contemporaneo e grintoso, ottenuto unendo l’eleganza del mikado di seta alla modernità delle linee. Il velo di quattro metri con fiori 3d ne competa lo stile minimale».
Nell’abito c’è l’anima di Fede, che ha poi scelto personalmente due accessori: il fiore tra i capelli e gli occhiali. Qualcuno ha avuto da ridire, troppo voluminosi, quasi anomali in un clima di raffinatezza, ma forse solo esche per famelici guardoni d’altrui scelte e polemisti in servizio permanente effettivo. Enzo Miccio, il grande wedding planner che ha curato ogni dettaglio del matrimonio, dagli allestimenti in chiesa fino alla festa serale nel resort a cinque stelle, ha spiegato che quegli accessori volevano essere il sale di un look semplice, ma la sua risposta più bella ha coinvolto l’anima e non l’estetica: «La cosa importante – ha detto – è che Federica si sentisse bene. E si sentisse bella, ironica, fresca e giovane». Finisce qui, con una lezione ai soloni (e agli invidiosi, ché quel fiore non sarebbe stato bene a chiunque: richiede aplomb particolare e fisico slanciato). Anzi, no, finisce con la cosa più bella: i regali. Offerte libere ad associazioni benefiche, perché gli sposi hanno voluto così.

BaNNER
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