Canale, linea dura del Comune: sì all’abbattimento settimanale dei cinghiali

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Anche Canale ha deciso per la linea dura -con un’apposita ordinanza del sindaco Enrico Faccenda- sul tema dell’abbattimento dei cinghiali selvatici allo stato brado. E’ un’azione che ricalca quella intrapresa in queste settimane da altre amministrazioni civiche della zona: e che, cogliendo l’invito dell’Atc Cn3, mira (è proprio l’espressione giusta) a lavorare in maniera concreta su un fronte tuttora decisamente “caldo” anche per i suoi risvolti in termini di tutela della pubblica incolumità. Il provvedimento ha una natura sperimentale: e punta in buona sostanza, ad un intervento venatorio settimanale da qui a metà aprile.

Due mesi: in cui potranno sparare i cacciatori legittimati a svolgere attività di caccia sul territorio comunale: in particolare le squadre guidate da Gian Paolo Bordone e Francesco Ferrero. La vigilanza spetterà al nucleo forestale dei Carabinieri, al servizio di vigilanza faunistica provinciale e al corpo di polizia municipale del paese roerino, cui i cacciatori stessi dovranno concordare le azioni e comunicarle preventivamente, con un anticipo di 48 ore.

L’iniziativa ha diverse basi di legittimità e di praticità: a partire dalle numerose segnalazioni provenienti dalla popolazione. Ma non solo: è un dato di fatto come questo sovrannumero abbia provocato ultimamente molti incidenti stradali, in una situazione di eccesso dovuta in parte alla sospensione della caccia (causa Covid) nell’annata 2020-2021, creando situazioni di disagio tendenti talvolta anche al panico.

C’è poi da tenere conto dei danni alle colture, visibili, sotto gli occhi di tutti: un problema da contenere radicalmente. Il tutto, in un contesto in cui la presenza di cinghiali continua ad essere pericolo per la sicurezza stradale, specie nelle strade extraurbane che attraversano le zone abitate di Canale.

Curiosità: i capi abbattuti potranno essere venduti a macelli autorizzati a titolo di compensazione delle spese sostenute per questa campagna. In alternativa, sarà possibile cederli a mense e centri di prima accoglienza, lasciati ai cacciatori come forma di ristoro, oppure ancora avviati alla distruzione.

Paolo Destefanis