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«L’Europa è compatta ora deve prendere il ruolo degli Usa»

Le opinioni della giornalista ex Rai Quirinale sulla crisi in Ucraina: «Sarebbe un grave errore strategico aprire subito le porte dell’Unione. Che forza la vecchietta vestita di giallo e azzurro nella metropolitana di Mosca. Scelsi le Langhe per il mio viaggio di nozze»

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Conosce bene le istituzioni, che ha frequ­entato soprattu­­tto grazie all’esper­­ienza con Rai Quir­inale, e ha trascorso significative parentesi professionali all’estero. Eppure, Mariolina Sattanino ammette che – come quasi tutti – mai si sarebbe aspettata questa incredibile escalation della guerra scatenata da Putin sul suolo ucraino. E lo sottolinea: «Non avrei mai pensato che si potesse arrivare a un’invasione in Ucraina così disastrosa, mai avrei pensato che l’Europa sarebbe tornata a fare i conti con una guerra sotto casa e con i carri armati nelle strade. E con i bombardamenti su Kiev. È tutto orribile».

Riesce a immaginare una via d’uscita?
«Intanto ci sono le sanzioni che cominciano a fare effetto, anche se l’inevitabile e totale guerra economica contro la Russia ha bisogno di tempo per produrre risultati realmente tangibili».

Crede quindi che la risposta dell’Europa sia stata quella migliore?

«Ci voleva questa fermezza da parte dei paesi europei, anche per dimostrare una compattezza davanti allo stesso Putin e per fargli capire che la civiltà occidentale non è composta da “smidollati drogati dalla pace” come lui crede. Anche perché i suoi obiettivi superano l’Ucraina, vanno ben oltre: lui guarda alla Moldavia e alla questione della Transnistria, alla Georgia e ai paesi baltici. E il rischio è evidente. L’Europa lo ha percepito, come lo stesso Draghi ha evidenziato nei suoi discorsi. Dobbiamo arrivare rapidamente al “cessate il fuoco” e al tempo stesso servirà un cambio di regime in Russia, non si può trattare con Putin che ha dimostrato di essere un tiranno come Hitler».

Che ne pensa dei fondi che l’Europa ha stanziato per armare l’esercito ucraino? Nel sentimento popolare cresce la percentuale di chi dissente.

«Dico che si tratta di opinioni rispettabili, perché il tema è delicato. Ma sono convinta che mandare segnali di solidarietà senza agire sul campo, serva a poco. Non sarà comunque semplice far arrivare le armi a destinazione, in Ucraina ci sono aeroporti inagibili e frontiere chiuse. Però l’Europa non vuole far sentire sola quella popolazione. Si è visto quanto sia importante concertare una difesa comune, se Francia e Germania unissero le forze, sarebbero almeno pari alla Russia. Insomma, servono alternative al ruolo che gli Usa hanno svolto fino alla guerra fredda».

Sempre a proposito di sentimento popolare e Stati Uniti: perché, secondo lei, il pensiero critico nei confronti delle azioni della Nato sta crescendo?

«Credo che l’Europa sia caduta in un grande equivoco. Abbiamo sempre pensato di essere uguali a loro, invece no. Abbiamo interessi comuni e valori da difendere assieme. Ma siamo popoli diversi. L’anti-americanismo è radicato sia a sinistra, sia a destra e nasce sostanzialmente da dinamiche di intolleranza verso chi è più forte economicamente e democraticamente. Ora ci sono tanti avvenimenti in corso, gli Usa hanno addirittura a che fare con una guerra fredda civile sul loro territorio. Sono caduti in diverse contraddizioni, ma restano inoppugnabili alcuni dati storici come i 500 mila soldati morti sul suolo europeo per aver combattuto il Nazismo, restano gli aiuti portati alla nostra crescita economica e alla ricostruzione in tutto il dopoguerra. Senza la Nato, non sappiamo dove saremmo oggi, quindi non condivido questo anti-americanismo diffuso. Bisogna capire che gli americani tengono molto ai propri valori».

Il presidente Biden è all’altezza del suo compito?

«È quello che c’è. Abbiamo commesso un errore a non credergli quando denunciava il rischio di un’imminente invasione russa. È stato detto che lo diceva solo perché stava facendo una campagna personale in vista delle elezioni di metà mandato, ma quell’appuntamento è a novembre ed è lontano. L’Intelligence americana invece, ha dato prova di grande affidabilità e lui poi ha fatto anche un discorso sullo stato dell’Unione molto serio. Si spera che gli Usa abbiano capito di non poter considerare come potenziale nemico solo la Cina e che rinsaldare i legami con gli alleati conviene a tutti».

Si riferisce all’Europa?

«Ci sono tre grandi potenze nello scenario mondiale attuale e sono Cina, Russia e Usa. L’Europa non è pervenuta. In questi pochi giorni di crisi ucraina, però, abbiamo ribaltato le posizioni, abbiamo fatto sentire la nostra presenza. Abbiamo anche dimostrato di essere disposti a pagare un prezzo per la buona riuscita delle sanzioni, pur essendo appena usciti dall’incubo Covid. C’è poco da parlare, in un periodo come questo in cui ci sono bambini che muoiono».

L’Ucraina deve entrare subito in Europa?

«Si tratterebbe di un grave errore. Dovremmo in realtà evitare di concedere un alibi e al tempo stesso facendo attenzione a non far arrivare a Putin un messaggio di provocazione per un passaggio che, in ogni caso, tecnicamente non è attuabile nell’immediato. Va bene in prospettiva, si tratta di un Paese candidato, però sarebbe sbagliato sventolare drappi rossi davanti a Putin in questo momento».

Ha visto la determinazione della giornalista ucraina che ha chiesto a Boris Johnson che cosa stesse facendo in concreto contro gli oligarchi russi che risiedono in Inghilterra?

«Le donne possono uscire dagli schemi precostituiti più facilmente, senza timore per l’autorità. E le donne comprendono anche meglio le conseguenze orrende della guerra, perché sanno cosa vuol dire ad esempio dover partorire in un bunker, al freddo. Anche per questo da parte delle donne c’è più emotività in questo contesto, anche una maggiore comunicatività».

C’è un episodio che isolerebbe come simbolo di questa situazione?

«Quella signora anziana nella metropolitana di Mosca, vestita di giallo e azzurro. Un piccolo gesto, ma anche un’idea geniale per sottolineare la protesta di quella larga parte della Russia che non vuole la guerra».

Chiudiamo cambiando totalmente scenario: è mai stata dalle parti delle Langhe?
«In viaggio di nozze! Ne ho quindi un ricordo meraviglioso, accoglienza straordinaria e luoghi bellissimi. Devo tornarci».

BaNNER
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