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«Il mio incarico è un riconoscimento al nostro territorio»

Alberto Biraghi è stato chiamato a far parte della squadra di presidenza di Giovanni Baroni

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È l’unico piemontese a far parte della squadra di presidenza di Confin­dustria nazionale, all’interno del Comitato Piccola In­dustria di Confindustria. Al­berto Biraghi, amministratore delegato di Valgrana Spa, è stato scelto dal neopresidente nazionale Giovanni Baroni per occuparsi di logistica e trasporti. L’imprenditore del settore lattiero-caseario ha accolto con entusiasmo la nomina, dichiarandosi «molto orgoglioso di essere stato chiamato dal presidente Baroni, che ringrazio, a questo importante incarico nazionale. Lo sono anche in quanto rappresentante della Territoriale cuneese. La delega che seguirò è di particolare rilevanza, tanto più per la nostra provincia. Applicherò il massimo impegno nel curare i vari aspetti a essa connessi, snodi fondamentali per la crescita economica e delle comunità».

La Rivista IDEA ha sentito Alberto Biraghi per capire come intende interpretare il nuovo ruolo di delegato nazionale.

Biraghi, ci spiega come si è giunti alla sua nomina all’interno della squadra di presidenza della Piccola In­dustria di Confindu­stria nazionale?

«È stata una cosa del tutto inaspettata. Sono Presi­dente del Comi­tato Pic­cola In­dustria di Con­findustria Cuneo dal 2017 mentre nell’anno successivo sono stato nominato vicepresidente del Comitato della Piccola regionale, ma mai avrei pensato di essere chiamato per un incarico nazionale, tanto più che dopo la fine del mandato di Carlo Robiglio, alla presidenza è stato eletto Giovanni Baroni, con cui non avevo una conoscenza personale molto approfondita. Lo avevo incontrato per la prima volta ad Alba, in occasione del Forum della Piccola In­dustria di Con­findustria di no­vembre (dal titolo “Crescere insieme: la filiera come ecosistema per lo sviluppo della piccola impresa e del sistema paese”, ndr) . Il giorno prima dell’insediamento a Roma ho ricevuto una sua telefonata con la quale mi chiedeva se fossi disponibile a entrare a far parte della squadra con la delega ai trasporti e alla viabilità. Io naturalmente ho accettato con piacere».

Una bella gratificazione personale…
«Lo considero soprattutto un riconoscimento per il territorio. Il Forum organizzato in oc­casione di Alba Capitale della Cultura d’Impresa era l’appuntamento più importante dell’anno per la Piccola Industria, per cui ha acceso un faro sul Cuneese, catalizzando l’attenzione nazionale».

Scendendo nei dettagli della sua delega, come ha già avuto modo di dire, trasporti e viabilità sono temi di grande rilevanza, specie per la nostra provincia…

«Per noi la viabilità è tra i problemi più rilevanti da sempre. Anche per questo ho accettato con entusiasmo, ben sa­pendo quanto sia am­pia e articolata la problematica. Spero comunque di poter portare il mio piccolo contributo al miglioramento della situazione attuale».

Forte dell’esperienza maturata a livello locale, su quali ambiti pensa occorra porre l’attenzione?

«Il problema più pressante in questo momento è quello del caro energia (non a caso sul tema Confindustria Cuneo ha organizzato un incontro ve­nerdì scorso, per elaborare, insieme ad Aurelio Regina, delegato del presidente nazionale di Confindustria per l’Energia, proposte per arginare gli aumenti, ndr). Io ho iniziato a lavorare in azienda negli anni ’90 e ho mai visto una cosa del genere. Parlo per la mia realtà, ma sento che il problema è condiviso con tanti colleghi, anche se non su tutte le aziende il costo energetico pesa allo stesso modo. Nel mio caso e nel settore lattiero-caseario, sta incidendo parecchio: siamo preoccupati perché abbiamo un aggravio folle dei costi, sia per l’elettricità che per il gas».

Aumento dei costi che, peraltro, non è uguale a livello mondiale, per cui diventa doppiamente penalizzante…
«Sono problematiche che toccano tutta l’Europa, ma che in Italia si sentono particolarmente. Qui non si tratta di fare meno utili, come ho letto su qualche mezzo di informazione nei giorni scorsi; è una questione di sopravvivenza stessa delle imprese. In Veneto ci sono aziende, quelle più energivore, che hanno chiuso i battenti o hanno rinviato l’apertura dopo le festività, perché non conviene loro produrre con l’energia a quei costi. Il discorso è molto complesso e riguarda anche la transizione ecologica, che va fatta, ma nei tempi e nei modi giusti, altrimenti si rischia di mettere a repentaglio la competitività delle nostre aziende».  

Chi rappresenta, numericamente la Piccola Impresa nella Granda?

«Nella nostra provincia sono presenti circa 1.200 realtà iscritte a Confindustria e di queste, mille fanno capo al Comitato Piccola Industria, che riunisce le aziende sino a 100 dipendenti».

Cosa si aspetta da questa esperienza nel Comitato della Piccola Industria di Confin­dustria nazionale?
«Di fare tutto il possibile per portare a casa risultati che rispondano alle istanze del territorio e di imparare molto da questa esperienza. Sarà un bell’impegno, non tanto per le riunioni mensili a Roma, quanto per la necessaria preparazione con la quale bisognerà affrontare le questioni più spinose che incidono sul mondo delle piccole e medie imprese».

BaNNER
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