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A Canelli focus sulle meccaniche della ripresa

Il convegno ha evidenziato le richieste prioritarie delle aziende in termini di formazione, mobilità e sostenibilità delle produzioni

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Il Convegno economico “Le meccaniche della ripresa” che si è svolto a Canelli, presso il Teatro Balbo è un’iniziativa mirata a sviluppare una riflessione sul Distretto Industriale Canelli-Santo Stefano Belbo. L’incontro sintetizza l’esigenza espressa dall’Assessorato alle Attività Produttive del Comune di Canelli e dalle imprese di ragionare sulle prospettive del Distretto dopo la fase più acuta dell’emergenza Covid.

«Il distretto di Canelli – Santo Stefano Belbo», ha rimarcato nel corso del suo intervento Andrea Tronzano, assessore Attività Produttive Regione Piemonte, «risponde ai requisiti tradizionali dei distretti industriali. Lo storico comparto delle bevande, da alcuni anni integratosi con un comparto meccanico orientato all’agroalimentare, ha generato una serie di competenze diffuse sul territorio. Il distretto dà lavoro a migliaia di persone e merita un’attenzione specifica anche alla luce delle future sfide che attendono questo comparto e il suo posizionamento sul mercato. Il Piemonte si trova davanti alla necessità, e all’opportunità, di un cambio di paradigma del proprio percorso di sviluppo: bisogna dare spazio a concetti come smart, reti, academies, social innovation, ricambio generazionale, qualificazione dei sistemi, responsabilità am­bientali, transizione energetica, programmazione e pianificazione, nonché è necessario rafforzare le economie puntando alla green e circular economy e alla crescita del turismo e al suo intersecarsi con l’offerta culturale ed enogastronomica. Il pacchetto di risorse a disposizione del Paese e delle Regioni per i prossimi anni è tra l’altro decisamente consistente, da­to che oltre a quelle disponibili per i Fondi di investimento si aggiungono quelle straordinarie di Next Generation Eu, da utilizzare attraverso il Pnrr La quota di fondi strutturali destinati al Piemonte è di 2.812 milioni di euro, di cui 1.125 milioni di euro di risorse Ue e la restante parte di risorse nazionali e regionali. Nel dimensionamento dei Programmi Operativi Regio­nali-Por si dovrà tener conto anche della quota di risorse che, seppur ascritte al nostro territorio, saranno assorbite dai Programmi Operativi Na­zionali (la proposta attualmente in discussione a livello nazionale ammonta a circa il 21%)».

Gli interventi hanno fotografato un sistema territoriale in grado di reggere alle nuove sfide, interpretandole più come opportunità che come minaccia. Emerge tuttavia la necessità di ripensare i modelli formativi in modo pragmatico e sostenibile rispetto alla cultura locale.

Marco Gabusi, assessore Trasporti della Regione Piemonte ha sottolineato: «Il nostro sistema di trasporti e infrastrutture è legato a una programmazione non più attuale. Ci sono linee di collegamento ormai poco sfruttate dal pubblico, che segnalano all’amministratore e al programmatore diverse logiche e tendenze per quanto riguarda la mobilità. Si tratta di indicazioni da cogliere per trarre spunti utili a un ripensamento dell’intero sistema. È basilare prima di tutto ridistribuire le risorse disponibili e ra­gionare non soltanto sui collegamenti con i servizi, come per esempio gli ospedali, ma anche fra residenze e luoghi di lavoro. Occorre dunque dare la possibilità ai nostri territori, il modo di affrancarsi dalle scelte del passato e diventare finalmente protagonisti».

«I distretti e le filiere sono stati uno dei principali fattori di resilienza del Paese nella fase di crisi ed oggi possono essere un propulsore attivo nella ripresa», ha sottolineato ancora Andrea Perusin, direttore Regionale Piemonte Sud e Liguria Intesa Sanpaolo. «Intesa Sanpaolo dedica loro un programma che consente di trasferire alle piccole realtà i vantaggi creditizi del capofiliera. Dalla fase pandemica si è generata una rinnovata capacità di fare sistema, basti pensare alle garanzie pubbliche che hanno moltiplicato le risorse bancarie a vantaggio del sistema produttivo. In questo quadro la Banca vuole ulteriormente agevolare ed accelerare la ripresa. Con l’iniziativa Motore Italia ha stanziato un plafond di oltre 4 miliardi di euro solo per il Piemonte. Stiamo infatti vivendo una fase eccezionale per l’economia e bisogna continuare a investire. Cresce l’attenzione per l’ambiente e la consapevolezza che essere sostenibili produce evidenti vantaggi economici. Le filiere locali consentono tra l’altro una migliore salvaguardia ambientale, anche grazie alle forniture a chilometro zero. Nel 2020 Intesa Sanpaolo ha lanciato gli S-loan, una linea di finanziamenti con condizioni particolari, nati per supportare le aziende che si danno obiettivi di miglioramento ambientale, sociale e di governance. Da ultimo, abbiamo realizzato forme di finanziamento in collaborazione con Sace, con una garanzia all’80%, che consentono di finanziare i progetti green delle imprese con una durata fino a 20 anni. Questo è un modo per stimolare una ripresa sostenibile, accompagnando i piani di investimento in un quadro temporale sufficientemente ampio».

Le riflessioni sono state positive per garantire un sempre maggiore contributo alla valorizzazione di un territorio in cui le imprese si sentono profondamente radicate e che, per i suoi valori, le sue tradizioni e le sue eccellenze, è stato inserito dall’Unesco nel novero dei siti Patrimonio dell’Umanità.

«Innovazione e sostenibilità sono ormai prerequisiti per un’azienda all’avanguardia», ha dichiarato Paolo Marmo, Ceo Marmoinox, ed ha aggiun­to: «L’eco­soste­nibilità dev’essere gestita con una regia comune. Con l’amministrazione municipale abbiamo definito un questionario per tutte le aziende del distretto. Dalle risposte è emerso che le principali esigenze riguardano il territorio, declinato attraverso il decoro urbano, la possibilità di accogliere sia i lavoratori sia i clienti e, in primo luogo, la viabilità in funzione delle necessità logistiche di persone materiali. Altra priorità è la formazione scolastica e aziendale: è necessaria quindi una sinergia continua in questo senso, che può essere potenziata con l’inserimento di incubatori di start-up. Bisogna far comprendere e dimostrare che il lavoro oggi non ha più alcuna caratteristica che possa far pensare al “lavoro in fabbrica” di mezzo secolo fa. Ci dev’essere uno scambio di forze tra imprese e dipendenti. Servono nuove competenze che preparino a essere leader nel proprio incarico specifico e nel lavoro in generale. Tutto questo potrà portare a una manifattura di sempre più alta eccellenza».

E proprio di cultura d’impresa ha parlato Giuseppe Rossetto, presidente del Consiglio di Sorveglianza del Gruppo Egea: «Una cultura che non è semplicemente un fatto di numeri, statistiche ma soprattutto creazione di relazioni, reti che permettano di mettere insieme le imprese con la società. In questo senso, Egea è l’elemento di connessione, l’azienda pubblico-privata che crea sinergie sul territorio. Per noi concetti come Comunità e Territorio sono importanti, centrali, in quanto espressione del valore di vicinanza, così come è fondamentale il valore della sostenibilità, punto di forza da sempre di Egea e diventano ancora più centrali da quando tutta quest’area ha ricevuto il riconoscimento Unesco».

BaNNER
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