Farmaci agli animali: sì o no?

Non accennano a esaurirsi i dibattiti sull’utilizzo di terapie farmacologiche nel mondo animale. Molte discussioni sono originate da pregiudizi e dalla diffusione di notizie errate. In questo contesto risulta essenziale il dialogo con i professionisti del settore veterinario, in modo tale da garantire sicurezza e benessere a 360 gradi

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La cura degli animali prevede talvolta l’uso di farmaci, argomento spesso dibattuto a causa di una errata informazione e di tanti pregiudizi sia da parte di chi è favorevole sia di chi è contrario al loro uso. In generale, quanto si sa sui medicinali che vengono somministrati agli animali da compagnia e da reddito?

L’associazione europea che riunisce i produttori di medicinali, vaccini veterinari e altri prodotti usati nella cura degli animali ha promosso nei mesi scorsi una ricerca coinvolgendo cittadini di varie nazionalità in Europa, per indagare la conoscenza, la percezione e le opinioni sull’uso dei farmaci veterinari per la prevenzione e la cura delle malattie degli amici a quattro zampe e da allevamento. Gli argomenti proposti hanno riguardato: il diritto di ricevere farmaci e terapie, il benessere animale, la prevenzione delle malattie infettive, il rischio di trasmissione delle patologie animali all’uomo e la sicurezza alimentare. Il risultato della ricerca ha evidenziato come da una parte ci sia poca conoscenza riguardo la regolamentazione relativa all’uso dei farmaci veterinari; d’altro canto sono ampiamente riconosciuti i benefici del loro utilizzo per garantire la salute degli animali. È alta la preoccupazione per l’eccessiva somministrazione di alcune categorie di farmaci, conseguente in molti casi, come si diceva, anche a un’informazione non sempre corretta.

La maggioranza degli intervistati si è detta favorevole all’attivazione di campagne di profilassi vaccinale per prevenire malattie e garantire una forte riduzione nell’uso di antibiotici, ciò anche al fine di salvaguardare il rendimento di tante piccole e medie imprese impegnate nel settore agroalimentare: infatti animali da reddito più sani garantiscono certamente produzioni sostenibili e di migliore qualità.

Il medesimo sondaggio evidenzia però una scarsa conoscenza relativa alla regolamentazione sull’uso di ormoni e di antibiotici veterinari come promotori di crescita in zootecnia. Si tratta comunque di utilizzi regolamentati in modo diverso nei Paesi Europei e che in Italia sono vietati nell’ottica di una maggiore tutela dei consumatori.
Analogamente, guardando agli animali domestici, si è ormai radicata la consapevolezza che sia necessaria, come minimo, una visita medico-veterinaria all’anno accompagnata dalle vaccinazioni e dai trattamenti antiparassitari appropriati per prevenire possibili malattie e infezioni poi difficili da curare, caratterizzate peraltro da costi elevati.
Tutto ciò conferma l’essenzialità di un dialogo sempre più approfondito e puntale tra i medici veterinari e i proprietari di animali, al fine di far conoscere e formare al corretto uso dei farmaci, evitando l’uso eccessivo o l’abuso delle terapie, con conseguenze che potrebbero sfociare nell’antimicrobico-resistenza.