«“La Banda degli Asini” è il nostro nuovo inizio»

Max Chicco in cabina di regia per trasformare in film l’evento folkloristico curato dai borghi albesi

0
452

Sono nove e sono una banda: “La Banda de­gli Asini”, come il titolo del nuovo film del regista torinese pluripremiato Max Chicco che racconterà il Palio degli Asini, la manifestazione folkloristica che ogni anno dà il via alla Fiera Internazionale del Tar­tufo Bianco d’Alba. Un giovane per ogni borgo: amici per tutto l’anno, ma nemici per un giorno, la prima domenica di ottobre.

È reduce dalla presentazione di “Un passo alla volta” nel programma di Alba Capitale della Cultura d’Impresa: la “capitale delle Langhe” è la città della sua ripartenza?

«“Un passo alla volta” è stato ideato e girato durante la pandemia, mentre “La Banda degli Asini” è stato concepito proprio come spinta verso il futuro».

Come ha vissuto il periodo del Covid?
«Molto bene, per quanto possibile. Ero sempre ad Alba a girare. Ho incontrato decine di imprenditori e imprenditrici: erano preoccupati ma guardavano già avanti, un po’ come è stato fatto da sempre, con una visione e un progetto per il dopo. Non si piangevano addosso e anch’io, seppur con tutte le precauzioni del caso, non mi sono mai fermato, perché c’era la scadenza della primavera con Alba Capitale della Cultura d’Im­presa. È stato anche terapeutico: dopo i primi giorni di lockdown a Torino ho avuto subito l’occasione di tornare al lavoro. Adesso, in quella che si spera essere l’uscita dalla pandemia, partiamo con questo progetto di rinascita, che è anche la rinascita dei borghi che non si incontravano da mesi».

Com’è nata l’idea?
«Alla vigilia del Natale scorso mi ha chiamato l’assessore albese a Turismo e Ma­nifestazioni Emanuele Bolla e mi ha detto: “Facciamo un film sulla città, immagina una storia”. Uscito dal Comune, buio assoluto. Lungo la strada del ritorno, a Sommariva Perno, un flash: una banda. Come i Blues Brothers, una banda nel vero senso della parola. Ma anche un gruppo di amici che per un giorno l’anno è diviso dalla sfida, dalla competizione».

Li ha già individuati?
«Sì, sono tutti giovani della zona, under 30, sei maschi e tre femmine. Partecipano attivamente alla vita dei borghi e alla preparazione dell’evento. I casting sono stati molto approfonditi perché intendo raccontare una città, ma anche una generazione: li ho cercati con il lanternino. È tutta gente che ha un lavoro e che sogna, che ha un progetto. Persone normali, che fan­no gli operai o gli impiegati, ma che hanno un hobby, una passione, una caratteristica che entrerà nel film: ad esempio, uno è uno sbandieratore e una è una tamburina».

E la città?
«È la prima volta che in un film si raccontano le persone “normali” di Alba. Si parla sempre del turismo e del lavoro, come ho fatto io stesso in “Un passo alla volta”, in collaborazione con Confindustria Cuneo, Fondazione Radici e Bruno Murialdo. Qui invece l’idea è di mostrare la vita della popolazione: gente che si sveglia al mattino e alla sera, anziché stare in famiglia, si riunisce per creare una manifestazione unica in Ita­lia, un palio con gli asini al po­sto dei cavalli. Voglio concentrarmi sulla città che non appare. Si conoscono il mangiare, la bellezza, il turismo, ma il popolo? Non c’è, non si vede, o comunque si vede po­co. Io descrivo quelli che vi­vono la città e ne fanno parte. E la memoria, perché in questo film ci saranno molte parti d’archivio di Alba degli anni ’70 e ’80, foto e un amarcord di com’era il Palio molti anni fa. Oltre ai nove ragazzi, ci saranno anche i presidenti dei borghi, la vita del borgo, scontri, visioni, decisioni, gli allenamenti, la giornata del Palio, il dopo».

Quando lo vedremo?
«Il mio obiettivo è di essere pronti il 25 dicembre e di renderlo disponibile sulla piattaforma Ama­zon Prime Video. Le riprese sono già in corso, per la parte di preparazione all’evento e, salvo problemi particolari legati alla pandemia, l’uscita sarà a Natale. Ma in realtà sto raccontando anche il Covid: ad esempio, uno dei ragazzi in questo periodo era positivo e durante la quarantena si è auto-scattato delle immagini, su mia indicazione, per tenere traccia anche di questa esperienza. Fra qualche mese lo vedremo mentre guarda gli Europei, quando si divide fra la noia e la speranza dell’attesa. Lo sentiremo come un nuovo inizio».

Articolo a cura di Adriana Riccomagno