Paolo Mieli: la cultura d’impresa albese affonda le radici nell’impero romano

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Perché Alba Capitale della Cultura d’Impresa invece di città come Torino, Milano, Treviso? La risposta la dà il giornalista e saggista Paolo Mieli e sta tutta nella storia: «Il tempo che passa fra la nascita di Carlo Magno e oggi, circa 1200 anni, è lo stesso che passa dal ritrovamento delle prime ceramiche lavorate ad Alba e la nascita di Romolo e Remo. Alba era già una città operosa e d’avanguardia nel Neolitico». Eccola, la cultura d’impresa che si dispiega lungo i secoli. Al centro delle considerazioni di Mieli la figura dell’imperatore Pertinace, uno dei più importanti nella storia di Roma, cui Machiavelli dedica gran parte delle sue riflessioni ne “Il principe”: «Quando divenne imperatore, dopo la morte di Commodo, regnò per soli tre mesi. Un breve regno rivoluzionario sotto il profilo economico, perché Pertinace provò a impostare il rapporto con la Capitale sulla base del fatto che non si faceva corrompere e non li avrebbe corrotti: avrebbe rotto quel meccanismo. Lo ripagarono uccidendolo nel modo più selvaggio». Un approccio che secondo Mieli da allora continua a far parte dell’atteggiamento albese: quello di una città che non chiede niente in cambio per ciò che dà, tranne che di poter continuare a lavorare senza interferenze.
Durante l’evento, non è mancato lo spazio per il presidente rinnovato di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, che ha affermato: «Il racconto d’impresa non è solo un amarcord, bensì l’occasione per una forte spinta migliorativa dell’impresa stessa che, come le persone, si evolve». Per l’intero pomeriggio si veleggia su piani molto alti. Contribuisce anche Bonomi, che conclude il proprio intervento e l’assemblea con una citazione di Eleanor Roosevelt: «“Il futuro appartiene a coloro che credono alla bellezza dei propri sogni”. Noi viviamo nella cultura di realizzare sogni».

Articolo a cura di Adriana Riccomagno