Ci vuole fegato ad avere cuore

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Gentile Martina, intanto grazie per il complimento con cui ha aperto la sua lettera. Pur essendo una presenza eterea, apprezzo quando mi vengono riconosciute qualità “umane”.
Detto ciò, veniamo a quanto ci ha raccontato. La prima cosa da sottolineare e che occorre tener conto che nel “libero mercato dei regali”, una persona che fa un dono costoso alza il livello delle aspettative e costringe pure gli altri a stare al passo. Già per questo, a mio avviso, il suo fidanzato non ha gradito l’omaggio del suo amico: ora si sente costretto a non essere da meno e poi se il suo amico, da omosessuale modello, ha pure buon gusto, l’affare si complica.
Accanto all’aspetto utilitaristico, però, ce n’è un altro di cui vale la pena occuparsi: il fatto che il suo fidanzato identifichi un potenziale rivale dai doni che fa, invece che dal rapporto che ha con lei, mi pare indicativo di una certa semplificazione maschilistica e, se vogliamo, pure infamante; quasi che con la collana il suo potenziale amante l’avesse ripagata di chissà quali servigi ricevuti.
Se questi sono i presupposti, non è difficile prevedere che il suo fidanzato non capirebbe il discorso dell’omosessualità del suo amico e farebbe certo qualche danno. In effetti, poi, è un po’ preoccupante che non si accorga che il suo a­mico la guardi in modo del tutto asessuato, almeno a quanto dici lei.
Questo mi lascia intendere che lui non sappia regalarle sguardi poi molto diversi e, dunque, sia in qualche modo legittimato nel sentirsi minacciato.
Noi maschi siamo animali straordinariamente tonti: da una parte ci allarmiamo non appena abbiamo sentore, anche vago e infondato, che qualcuno insidia le nostre fidanzate, dall’altra facciamo poco o nulla per dimostrare di meritare di averle al nostro fianco. Nel caso specifico, il suo ragazzo si preoccupa dell’omosessuale che lei ha come amico e non si rende conto del tonto poco empatico che ha come fidanzato.