«Per le imprese piemontesi più consapevolezza e scelte programmate»

Il Monitor dei distretti e dei poli tecnologici del Piemonte realizzato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo fotografa l’andamento delle esportazioni nei primi mesi del 2020

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L’andamento dei dodici distretti tradizionali e dei due poli tecnologici del Piemonte nel 2020 si fa più completo con il nuovo “Monitor” dei primi sei mesi messo a punto dalla Di­rezione studi e ricerche di In­tesa Sanpaolo.
Atteso il segno meno nelle esportazioni, che si contraggono del 22,8% per un totale di 1,3 miliardi di euro. L’effetto Covid interrompe così una crescita che durava dal 2016 e che, lo scorso anno, aveva portato le esportazioni distrettuali piemontesi alla cifra record di 11,4 miliardi di euro.
L’andamento semestrale è stato condizionato da un secondo trimestre particolarmente negativo (-35,9%), mentre nei primi tre mesi il calo era stato più contenuto (-8,7%).
Complessivamente circa 3 pun­ti percentuali sotto la media nazionale. Le esportazioni sono calate del 22,2% verso i mercati maturi e del 24,2% verso i nuovi mercati. Si è registrata una notevole contrazione delle vendite in Svizzera, Francia, Stati Uniti e Regno Unito. Cali di export si registrano anche verso Cina, Hong Kong e Giappone.
Dall’analisi per singolo distretto emerge una buona resilienza dell’agro-alimentare e difficoltà più marcate per i comparti della meccanica e della moda, con esportazioni più che dimezzate rispetto al primo semestre 2019. Il tessile di Biella e l’oreficeria di Valenza hanno accusato la frenata dei consumi. Per la gioielleria ha inoltre inciso il forte incremento dei prezzi dell’oro che ha depresso la domanda mondiale. Il comparto della meccanica (rubinetteria e valvolame di Cusio-Valsesia, macchine u­ten­sili e robot industriali di Torino, frigoriferi industriali di Casale Monferrato e macchine tessili di Biella) ha risentito dei blocchi nei paesi appartenenti alle catene del valore internazionali e dell’incertezza che condiziona le decisioni di investimento. Il sistema casa, rappresentato in Piemonte dal piccolo distretto dei casalinghi di Omegna, ha subito un calo di export del 21,7%.
I distretti piemontesi agro-alimentari nel primo semestre 2020 sono riusciti a incrementare le esportazioni del 3,3%, grazie all’effetto traino di caffè, confetterie e cioccolato torinesi (+35%, pari a 91 milioni di euro) e del riso di Vercelli (+17,8%, pari a 23 milioni di euro). Gli altri distretti del comparto agro-alimentare hanno registrato cali, ma contenuti: nocciola e frutta piemontese (-1,8%), dolci di Alba e Cuneo (-2%) e vini delle Langhe, Roero e Monferrato (-4,7%). Le esportazioni dei due poli tecnologici regionali hanno avuto un andamento differente.
Il Polo Ict di Torino nei primi sei mesi del 2020 ha visto crescere le proprie esportazioni del 2,5% (8 milioni di euro), grazie ad un primo trimestre particolarmente positivo.
Per il polo aerospaziale del Piemonte le esportazioni sono calate del 23,7% (112 milioni di euro). La capacità di recupero varia da settore a settore. Lo scenario resta molto incerto e fortemente condizionato dall’evoluzione della pandemia. Tuttavia, diversamente dalla scorsa primavera, le imprese piemontesi appaiono maggiormente preparate ad affrontare eventuali mi­sure restrittive, aiutate anche dal fatto che la produzione nell’industria manifatturiera que­sta volta non è stata fermata. La crisi in corso rappresenta un momento di grande discontinuità che porta con sé anche opportunità che, se colte, possono contribuire al rilancio dell’economia e più in particolare dei distretti industriali. I problemi di interruzione delle forniture osservati nei mesi primaverili del lockdown possono portare a un ripensamento delle catene del valore, soprattutto di quelle organizzate su scala globale che spesso sono eccessivamente frazionate . Una visione confermata sul campo da Teresio Testa, re­sponsabile della Direzione regionale Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Intesa Sanpaolo: «Noto nelle imprese una maggiore consapevolezza rispetto alla necessità di adattare scelte e progetti alla situazione contingente. Un vantaggio della nostra Regione è la presenza di filiere di fornitura ravvicinate, in grado di realizzare ogni tipo di lavorazione, che occorre preservare e sostenere. Sarebbe il momento giusto per realizzare investimenti in digitalizzazione e conversione “green”. Intesa Sanpaolo sostiene le imprese che intendono farlo con finanziamenti dedicati, formazione per i dipendenti e una squadra di ingegneri specializzata nella valutazione dei progetti, che si spostano dove occorre sul territorio».