«I risultati arrivano con il gioco di squadra»

0
429

Bruna Sibille è una delle figure di spicco di Bra, per il suo impegno in cam­po politico (as­sessore regionale dal 2005 al 2009, Sindaco dal 2009 al 2019. Ora siede nel consiglio comunale, dove è entrata per la prima volta nel 1981) e sociale, nonché per aver a lungo in­segnato all’Istituto “Ernesto Gua­la”. Ecco la lunga chiacchierata che la Rivista IDEA ha fatto con lei.

Nei 10 anni in cui è stata Sindaco di Bra come ha vissuto la città e come l’ha vista cambiare?

«Sono partita dal concetto che una città è più sicura se si cura. Ho sempre avuto un’idea ben precisa di Bra. Il centro storico non si doveva svuotare e, per fare questo, occorreva che ve­nisse riqualificato e potenziato. Nei miei 10 anni si sono insediati quasi una ventina di nuove attività dedite alla ristorazione e non solo, grazie all’approvazione all’unanimità del Piano regolatore nel mio primo mandato, per il quale arrivò anche un premio. Ci fu collaborazione e rispetto con la minoranza. Dei miei anni di mandato ho un ricordo di un’Am­ministrazione laboriosa, coesa, che ha sempre ascoltato tutti, o perlomeno ci ha sempre provato con impegno. Un’at­ten­zione alle diverse periferie, con il grosso lavoro di “Colo­riamo la città”, ad esempio. In­terventi disseminati nelle di­verse zone urbane, perché Bra ne aveva bisogno. Parlando di videosorveglianza, quando ho terminato il mandato da Sindaco ben 60 telecamere erano state in­stallate in città. Sull’aspetto ambientale, abbiamo piantato tantissimi alberi, con omogeneità e senso estetico: una città fiorita apre il cuore e porta gioia. Via Vittorio Veneto e il ponte di via Cuneo hanno cambiato letteralmente volto in questo senso. Il collegamento con il servizio ferroviario metropolitano, è stato un altro passo importante per la crescita di Bra. Abbiamo cercato di mettere in piedi delle politiche per la riduzione dell’inquinamento, la situazione del­l’aria è notevolmente mi­gliorata. Il teleriscaldamento ha inciso, le aziende locali hanno fatto la loro parte, i cittadini anche. Tornando al verde, penso alla cura con cui gli amici dei giardini della Rocca hanno trasformato quell’area. L’utiliz­zo diverso dei giardini di piazza Roma, con l’installazione del parco giochi integrato per abili e diversamente abili. Si è lavorato per valorizzare la nostra città, turisticamente parlando, con manifestazioni di alto livello e con il lavoro svolto da Beppe Manassero. La neonata radio, la Scuola di pace, il successo affermato di Cheese. Il tutto, con il concetto forte della legalità. 10 anni di Ammini­stra­zione hanno segnato in maniera incisiva la storia di questa nostra città. Sul mondo del lavoro non ci siamo mai tirati indietro, affiancando gli imprenditori e i lavoratori. Voglio ricordare Beppe Bo­netto, amico e assessore che ha svolto un compito molto forte. Rag­giungere il 90% di raccolta differenziata è stato un traguardo incredibile, reso possibile dalla grande collaborazione dei cittadini. Bra, inoltre, ha avuto e ha un ruolo di spessore nello sport».

Invece la Bra descritta da assessore regionale alla montagna ieri e da consigliere comunale oggi?
«Quando ero assessore alla Regione Piemonte, una delle mie priorità era quella di avere contatti con l’Amministra­zione co­munale per poter essere d’aiuto. La Regione è stata una tappa importante del mio percorso. Sono stati portati dei fondi, i progetti braidesi sono sempre stati messi in primo piano. Ho sempre portato il mio contributo, dal livello piemontese a quello cittadino. La Bra di allora era notevolmente diversa. La città della Zizzola ha preso importanza a livello provinciale, non vivendo di timori e non sentendosi seconda a nessuno. Con Alba si è collaborato molto, per la ricettività. Negli ultimi anni, Bra è diventata una meta fissa per turisti stranieri, grazie all’offerta artistica ed enogastronomica. I sindaci dei vari Comuni mi hanno sempre cercata per un consiglio, per un aiuto, è nata una bella rete. Per 10 anni sono stata vice e poi presidente del Consiglio delle autonomie locali. La Bruna Sibille consigliere comunale, oggi, è al servizio dell’Amministrazione in carica, al servizio dei cittadini. Lavoro da sempre affinché la città migliori. Sul trasporto pubblico e sull’hospice dell’ospedale “Santo Spirito”, sono stati raggiunti dei risultati lusinghieri. Ma c’è ancora molto da fare. Adesso, c’è da sconfiggere la pandemia»

Come vede la Bra del futuro?

«Una città sempre più importante, con attrattiva. Penso al turismo religioso, con il santuario della Madonna dei Fiori e la casa del Santo Cottolengo. A quello dei diversi musei, con la Zizzola diventata la casa dei braidesi. All’Università di scienze gastronomiche di frazione Pollenzo, collegata alla realtà mondiale di Slow Food del grande Carlin Petrini. Sarà un traino sempre maggiore di studenti italiani e stranieri che conosceranno Bra, abiteranno a Bra e si formeranno grazie al nostro territorio. Culture diverse che si incontrano e che accrescono la realtà esistente. Anche in un’ottica di economia locale. L’inte­grazione passa attraverso il rispetto reciproco, la condivisione, l’ascolto. Voglio sottolineare un dato. Se noi non disponessimo del lavoro prezioso degli stranieri, noi avremmo delle grandi difficoltà. Penso al settore agricolo, ad esempio. Nessuno ci porta via il lavoro, ma va detto che svolgono degli incarichi che certi italiani non vogliono più fare. Però, è pur vero che tante giovani leve italiane si sono rivalutate negli ultimi anni. Per il futuro della città, mi auguro che i cittadini siano sempre orgogliosi di essere braidesi. L’orgoglio passa dal concetto che non devo essere invidioso della fortuna altrui. Bra dev’essere sempre più ambiziosa. Anche nei collegamenti extra urbani e qui cito l’Sfm. Bra dovrà essere collegata direttamente con l’aeroporto di Caselle, passando per l’Allianz Stadium di Torino. La conclusione dell’Asti-Cuneo sarà fondamentale. Si cresce solo insieme e lo si fa ascoltando le sollecitazioni dei bambini e dei ragazzi».

Ci sono dei ringraziamenti che vuole fare?
«Sì. A mio marito Ugo Minini, a tutta la squadra di Ammini­strazione che mi ha accompagnata per 10 anni. I risultati arrivano solo grazie al gioco di squadra. Certo, io sono una decisionista, ma senza persone valide avrei fatto poco nulla».