«Questo evento è il simbolo di un Paese che sa reagire di fronte alle difficoltà»

Durante l'inaugurazione della novantesima fiera del tartufo, il ministro pèer gli affari regionali Francesco Boccia si è confrontato con i rappresentanti di enti e istituzioni

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Il ministro per gli affari regionali e le autonomie Fran­cesco Boccia ha inaugurato venerdì 9 ottobre la novantesima Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba. In carica da settembre dello scorso anno, il Ministro ha il compito di gestire i rapporti tra Stato, Regioni ed enti locali, un ruolo ancora più complesso nei mesi dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da coronavirus e ancora di più in questi ultimi giorni in cui il Nord Ovest è stato flagellato da una nuova alluvione. Proprio per questo, prima della cerimonia, ha voluto incontrare in Municipio ad Alba, alla presenza del presidente della Re­gio­ne Piemonte Alberto Cirio, il presidente della Provincia di Cuneo Federico Borgna e Massimo Riberi e Ferruccio Fazio, rispettivamente sindaci di due dei comuni più colpiti dalla pesante ondata di maltempo, ovvero Limone e Garessio.
Successivamente, sul palco del Teatro sociale “Giorgio Busca” di Alba, dopo i saluti istituzionali di Emanuele Bolla, assessore a turismo, manifestazioni ed eventi della Città di Alba, di Luigi Barbero, presidente dell’Ente turismo Langhe Monferrato Roero, di Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, Mauro Gola, presidente della Camera di commercio e del­l’Unione industriale di Cuneo, e di monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, a fare gli onori di casa il sindaco di Alba Carlo Bo e la presidente del­l’Ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba Liliana Allena. Tra il pubblico in platea anche Paola Pisano, ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
Come ormai da tradizione, an­che questo taglio del nastro è stato un’occasione di riflessione per il territorio. Al giornalista Tar­cisio Mazzeo il compito di moderare il primo confronto con il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il primo cittadino albese e la presidente dell’Ente Fiera. A seguire è stata la volta del giornalista Marco Zatterin che ha dialogato con il ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia. «L’“Asti-Cuneo” e la mancanza di infrastrutture sono temi che ricorrono a ogni inaugurazione. È davvero preoccupante», ha detto il sindaco Carlo Bo, ag­giungendo: «Il nostro è un territorio virtuoso, si lamenta po­co e lavora tanto, ma ora è stufo. Aspettiamo da trent’anni l’autostrada, mancano solo più due lotti, una manciata di chilometri. Il lotto albese è già stato dimenticato, si userà la tangenziale che oggi è poco più di una strada di campagna, 4,5 chilometri da asfaltare, senza guard­rail e spartitraffico, attraversata dai cinghiali che causano continui incidenti, di cui lo scorso anno uno mortale. Anche le opere complementari dell’A33 sono state scordate. Non è pensabile che la viabilità al servizio di un intero territorio possa essere fatta con le risorse dei Comuni. Non ci arrendiamo e continueremo a cercare di dare risposte ai cittadini». Sulla pandemia Carlo Bo ha aggiunto: «Non c’è stato giorno di questa emergenza che non abbia sentito fortissima la responsabilità amministrativa, ma anche uma­­na chiedendomi se avevo fatto abbastanza e bene. Per questo chiedo al Ministro di lavorare con ancora maggiore sinergia, supportandoci tra i vari livelli istituzionali». Per la novantesima edizione della Fiera ha annunciato una doppia intitolazione ai primi che hanno fatto conoscere le “pepite bianche” nel mondo: Roberto Ponzio e Giacomo Morra.
«Sono tante le cicatrici da Nord a Sud che restano impresse, co­me l’autostrada “Asti-Cuneo”, attesa da trent’anni, e l’ennesima alluvione che ha colpito anche la vostra provincia», ha esordito il ministro Francesco Boccia di fronte alla platea in mascherina e distanziata, «Cica­trici che pesano ancora di più in un anno drammatico come questo. Da Ministro dico che ci sia­mo e che dobbiamo andare avan­ti. La pandemia è stata sottovalutata in tutto il mondo, ma quello che ha salvato l’Italia è stato il sapersi tenere per mano. Nel momento più difficile ci sia­mo aiutati gli uni con gli altri, sanitari, forze armate, volontari, gente comune. L’emergenza ha dimostrato quanto il nostro Pae­se sia unito, anche se, come nelle migliori famiglie, non sono mancate le discussioni. Un impe­gno oggi voglio prenderlo con voi: provare a cancellare quelle cicatrici». Un primo passo è stata la presenza ad Alba, il giorno successivo, del capo del Dipartimento della Protezione civile Angelo Borrelli per completare la verifica dei danni causati dall’alluvione del 2 e 3 ottobre e accertare lo Stato di emergenza.
Le parole del governatore del Piemonte Al­berto Cirio: «È grande motivo d’orgoglio avere qui il Ministro con cui ci confrontiamo ormai da mesi in questa emergenza vissuta prima con la mascherina e ora, a causa dell’alluvione, anche con gli stivali. Una situazione complessa, che deve spingerci a non fermarci, ad andare avanti. È la sfida più grande che il nostro Paese si è trovato ad affrontare dal dopoguerra, ma la supereremo solo rimboccandoci le maniche e facendo ognuno la sua parte. Serve coraggio. Così è stato anche nel decidere di organizzare questa edizione della Fiera. Ab­­­bia­mo scommesso che l’avrem­­­mo fatta in sicurezza e nel rispetto delle regole».