«Il nostro scopo? un miglior status per le donne»

La presidente Anna Maria Gavatorta racconta il suo operato nello Zonta club di Saluzzo

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Lo Zonta club è una organizzazione di servizio diffusa a livello mondiale ed è composta da donne che lavorano insieme per far avanzare lo status delle donne. Fu fondata nel 1919 a Buffalo, New York, e prende il nome da una parola utilizzata dalla tribù indiana degli Sioux del Dakota, che significa “Onesto e degno di fiducia”.

Nel mondo le socie sono circa 30.000, iscritte a oltre 1.150 club in 66 paesi e aree geografiche, suddivisi in 31 Distretti. L’area 3 del Distretto 30 è quella che contraddistingue l’Italia del Nord-Ovest e contempla la presenza di tre sodalizi con sede nella provincia granda: quello di Cuneo, quello di Alba-Langhe-Roero e quello di Saluzzo.

Anna Maria Gavatorta da due anni è presidente della sezione dell’associazione della città del Marchesato e fa parte del sodalizio sino dal 2009. Con lei IDEA ripercorre le tappe del cammino intrapreso dal sodalizio nella città del Marchesato.

Quando è nata l’associazione sul territorio saluzzese?
«L’associazione è nata nel 2003, dall’idea di una “zontiana” (questo è il termine con il quale si chiamano i membri dello Zonta, ndr) convinta, la quale dopo aver seguito i passi dell’associazione internazionale, ha deciso di portarlo sul nostro territorio, per far sì che una tematica così importante potesse giungere sotto gli occhi di tutti».

Di cosa si occupa lo Zonta club?
«Ci occupiamo di migliorare lo status delle donne in toto, di ogni età, dalle bambine dell’asilo fino alle donne ospiti delle case di riposo, e di ogni categoria; e lo facciamo con tutti i mezzi a nostra disposizione.

In che maniera operate per arrecare beneficio alle donne?
«Cerchiamo di raccogliere fon­di, per esempio attraverso il ricavato delle cene organizzate da noi componenti, così da poter essere d’aiuto a chi ne ha realmente bisogno. Tra le iniziative intraprese, abbiamo donato borse di studio ad alcune ragazze impegnate nel sociale, siamo riuscite a consegnare delle bambole ai bimbi dell’a­silo, sia maschi che femmine, per far capire, già in tenera età, che non deve esserci disparità di genere.

Attraverso le donazioni abbiamo regalato degli strumenti per l’igiene alla casa di riposo di Saluzzo, poltrone ginecologiche di ultima generazione al reparto di ostetricia dell’ospedale “Santis­sima An­nun­ziata” di Savigliano, e televisioni per i reparti di oncologia».

Quali caratteristiche deve avere una “zontiana”?
Una “zontiana” deve essere consapevole che facendo il proprio ingresso nel sodalizio entra a far parte di un vero e proprio mondo e nel mo­mento in cui si immerge in questa realtà, se è veramente convinta, sta compiendo un passo da cui non può più tornare indietro, non perché non si possa farlo realmente (come è ovvio nessuno è obbligato a farne parte contro la propria volontà), ma perché la nostra è una comunità con valori forti condivisi, caratterizzata dalla continua voglia di migliorarsi, e mossa dalla volontà di impegnarsi al fine di contribuire al percorso di miglioramento della condizione di qualche altra donna, proprio come facciamo nei confronti di nostra sorella, nostra mamma o la nostra vicina di casa: siamo tutte uguali e necessitiamo tutte dello stesso supporto».

Come avete affrontato a livello di club il periodo emergenziale legato al Covid-19?
«Purtroppo, come per tutti, i mesi di emergenza sanitaria non sono stati un bel momento, perché oltre alle ripercussioni di natura psicologica che purtroppo non hanno aiutato, abbiamo dovuto sospendere moltissime iniziative per le quali avevamo lavorato con grande impegno. Va detto che queste difficoltà non hanno smorzato il nostro entusiasmo e non appena potremo ricominciare, cercheremo di rimetterci in pista più forti di prima, organizzando eventi in grado di coinvolgere le socie e di attrarne di nuove».

C’è un percorso che un aspirante componente deve affrontare prima di entrare nel club?
«No; noi avremmo molto bisogno di ragazze giovani all’interno del nostro gruppo, persone che portino una ventata di aria fresca e di novità. Può candidarsi a diventare componente del sodalizio qualsiasi donna professionista, in qualsiasi ambito.

Dopo aver visionato il “curriculum” e fatto un piccolo colloquio con l’aspirante socia, per cercare di capire la motivazioni che la spingono a volerne far parte, la commissione si esprime e se il parere è positivo la nuova socia si impegna con un tesseramento, ad una piccola tassazione, utile ai fini delle operazioni che annualmente andiamo a svolgere negli ambiti sopra descritti, e a coprire eventuali spese legate all’ambito internazionale del club».