Gli effetti della pandemia da coronavirus Covid-19 si sono fatti sentire an­che in ambito giudiziario. Sul tema, la scorsa settimana, abbiamo interpellato il parlamentare originario di Mondovì, ex viceministro della giustizia, Enrico Costa, il quale ha evidenziato come la riforma della giustizia del 2012, che portò alla soppressione di 30 tribunali in Italia, tra cui quelli di Alba, Mondovì e Saluzzo, sia risultata scarsamente efficace.

Questa settimana ha fornito il suo contributo il legale albese, vicepresidente del­l’As­so­cia­zione degli avvocati di Alba e Bra, Roberto Ponzio, il quale ha riferito che le conseguenze dell’emergenza sanitaria in corso po­treb­bero rendere necessaria una revisione dell’attuale geografia giudiziaria, con effetti che andrebbero a toccare da vicino i palazzi di giustizia della provincia di Cuneo, specie quelli chiusi.

Avvocato Ponzio, quali effetti ha determinato il coronavirus nel settore giudiziario?
«Nulla sarà più come prima. Come nei condomìni si prediligeranno le scale rispetto agli ascensori e come si riorganizzeranno gli “open space” degli uffici, le classi scolastiche, le attività di ristorazione e i mezzi di trasporto, anche i tribunali cambieranno profondamente.

Gli ingressi dovranno essere contingentati; si dovrà provvedere alla misurazione della temperatura corporea del personale giudiziario e dei visitatori; dovranno essere impiegati i dispositivi di protezione personale; andranno evitati gli as­sembramenti e, in generale, dovranno essere fatte rispettare tutte le norme sul distanziamento sociale; le sedute giudiziarie andranno distribuite su spa­zi temporali tali da garantire il rispetto delle norme di tutela della salute pubblica.

Alla luce di ciò, si potrebbero verificare conseguenze sui tempi relativi allo svolgimento dei processi, che potrebbero dilatarsi e, di conseguenza, andare a incrementare l’arretrato. E, in questo senso, la riforma del 2012, che ha portato i tribunali più “piccoli” a essere inglobati in quelli “maggiori”, potrebbe costituire un ostacolo sia sul fronte del rispetto delle norme del distanziamento sociale sia su quello dei tempi giudiziari».

Insomma, ci pare di capire che fare “retromarcia”, ovvero ripristinare alcuni tribunali territoriali, potrebbe agevolare la gestione delle pratiche giudiziarie nel post Covid. Ma è possibile tornare indietro?
«L’articolo 4 bis del decreto le­gi­slativo del settembre 2012 relativo all’edilizia giudiziaria sembra scritto appositamente per le nuove esigenze, in quanto consente al Ministro della giustizia, attraverso la stipula di apposite convenzioni con le Province autonome e le Re­gioni, di disporre l’utilizzo degli immobili adibiti a servizio degli uffici giudiziari periferici e delle se­zioni distaccate che sono state soppresse in modo da garantire l’esercizio delle funzioni giudiziarie, in via sperimentale e per il tempo necessario ad affrontare la situazione contingente».

Quali gli effetti nel Cuneese?
«Quest’opportunità potrebbe portare al riutilizzo di alcuni dei tre tribunali cuneesi soppressi che, se non venissero com­pletamente ripristinati, po­trebbero comunque fungere da sezioni distaccate. Quello di Alba, in particolare, avrebbe buone possibilità di rientrare in funzione in quanto è punto di riferimento per un territorio che conta 79 Comuni e 210 mila abitanti.

In generale, nella Granda, si ripristinerebbe l’e­quilibrio perso con la riforma del 2012 che ha oltremodo penalizzato la nostra provincia: basti pensare che nel Cuneese è stato chiuso il 75% dei tribunali (tre soppressi sui quattro esistenti, ndr) contro una media regionale del 40% (7 su 17) e una nazionale del 18% (30 su 165)».

La riapertura dei tribunali territoriali quali vantaggi assicurerebbe?
«Verrebbe snellito il carico di lavoro che grava sui tribunali di Cuneo e Asti, evitando così di rallentare gli iter giudiziari. Inoltre, come dicevo, si renderebbe più agevole il rispetto delle norme anti contagio e si alleggerirebbero le tratte di trasporto pubblico verso i capoluoghi».

Quali passaggi occorrono per rendere efficace la misura?
«La legge esiste già e, pertanto, è sufficiente che il Ministro approvi i provvedimenti necessari per renderla efficace».