“INALPI” sa crescere guardando alla collettività

Nel bilancio sociale presentato a Bra il progetto per l’integrazione degli immigrati

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Quale migliore vetrina, se non “Cheese”, e­vento simbolo del comparto lattierocaseario non solo italiano, per presentare il proprio bilancio sociale? Ben lo ha compreso Inalpi di Moretta, che in un’affollatissima sala consiliare del municipio di Bra ha dettagliato numeri e traguardi raggiunti, con tanto orgoglio. Il bilancio sociale, nella sua quarta edizione, ha come tema conduttore il progetto che l’azienda ha avviato circa 18 mesi fa, in collaborazione con l’associazione “Papa Giovanni XXIII”, il cui scopo è realizzare una vera e concreta integrazione lavorativa per uomini e donne migranti, provenienti da storie difficili.
Si tratta di un progetto frutto della convinzione che questa sia la strada per testimoniare la solidarietà verso gli altri: perché lavoro è sinonimo di futuro, ma anche di vita e dignità. Il senso dell’iniziativa è espresso nelle parole di Ambrogio Invernizzi, presidente Inalpi spa, che si leggono in apertura del documento: «La storia di Inalpi è basata da sempre sul concetto di famiglia, di attenzione alle esigenze degli altri. Il nostro lavoro ogni giorno si svolge secondo valori che sono per noi una vera e propria strada da percorrere: buono, giusto, sicuro. E sappiamo che questi valori, che regolano il nostro operato in termini aziendali, sono gli stessi che la nostra società può e deve applicare ogni giorno anche nei confronti del territorio in cui opera. Da tanto tempo, infatti, gestiamo con trasparenza i rapporti con i nostri conferitori, ci impegniamo nei confronti dell’ambiente che ci circonda e sosteniamo scuole e piccole associazioni per lo svolgimento delle loro attività. Siamo stati spesso i primi o gli unici a compiere determinate scelte, a intraprendere un certo cammino aziendale, introducendo alcune volte delle vere e proprie novità, altre volte tracciando un percorso seguito poi da altri. Ed è proprio questo il senso del bilancio sociale 2018: raccontare un progetto che vorremmo di­ventasse proprietà di altre aziende. Perché siamo convinti che attraverso la collaborazione con la comunità “Papa Giovanni XXIII”, stiamo creando un valore aggiunto per il futuro. Accogliere, ma soprattutto integrare uomini e donne che provengono da storie difficili, vuol dire dare una possibilità di avvenire a questi ragazzi. Vuol dire testimoniare, attraverso azioni concrete, la solidarietà verso gli altri, perché lavoro è sinonimo di futuro, ma è anche sinonimo di vita e dignità. Ragazzi e ragazze che diventeranno una risorsa del domani di Inalpi, per i quali pensiamo e auspichiamo di poter essere il tramite attraverso cui realizzeranno il proprio futuro, che sia vero e importante, così come è avvenuto in passato per molti dei nostri dipendenti provenienti da molte parti del mondo. Perché noi di Inalpi siamo convinti che sia necessario concedere a tutti la possibilità di un lavoro sereno, e forse anche questa è una delle nostre innovazioni, che sarebbe bello diventasse un po’ di tutti.».
Alla presentazione hanno preso parte: Abderrahmane Amojou, coordinatore dell’Ufficio migranti di Slow Food; Grace Aigbeghian, mediatrice culturale nigeriana impegnata, con l’associazione “Granello di senape”, nel sostegno alle ragazze vittime di tratta; Massimo Gnone, dell’Agenzia dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite; Matteo Torchio, responsabile “comunicazione & marketing” di Inalpi spa.
La tavola rotonda è stata preceduta dai saluti del senatore Mino Ta­ricco, il quale ha ricordato come Inalpi sia da sempre protagonista di nuove proposte, anche in tema di produzione aziendale fin da quando, dieci anni fa, diede vita alla produzione di latte in polvere 100 per cento piemontese di filiera corta e certificata, di cui rimane tutt’oggi l’unico produttore italiano.
Hanno fatto seguito i saluti del neosindaco di Bra, Giovanni Fogliato, il quale ha espresso il proprio ringraziamento a chi, come Inalpi, lavora concretamente per l’integrazione, sinonimo di conoscenza e di crescita per tutta la comunità.
A Matteo Torchio, responsabile comunicazione di Inalpi, è stato invece affidato il compito di raccontare il percorso che ha portato a questo bilancio sociale 2018.
Un’industria agricola, questa la definizione utilizzata per raccontare che cosa sia Inalpi, con i piedi piantati a terra, espressione di attenzione e lavoro per il territorio in cui l’impresa vive e lavora, e la testa rivolta sempre a nuovi progetti sinonimo di innovazione industriale e di prodotto, ma anche di attenzione alle opportunità che possono nascere da nuovi progetti spesso rivolti alle persone.
«Il bilancio sociale», ha ricordato Torchio, «è una fotografia che porta in superficie la realtà di un’azienda, un’immagine nella quale si racconta dei dipendenti e dei fornitori, delle iniziative di sostegno al territorio e di quelle finalizzate a una sempre maggiore sostenibilità della produzione, dove si presentano i risultati ottenuti in termini finanziari e dove si raccontano i nuovi progetti avviati. è l’istantanea di un anno di lavoro che comprende ogni singolo elemento, progetto, persona che hanno contribuito alla realizzazione di una crescita importante».
Il bilancio sociale 2018 è stato certificato da “Deloitte” e in rappresentanza della società di revisione era presente in sala Eugenio Pudd­u, “partner” “Deloitte”, il quale ha chiuso il dibattito, sottolineando come, il capitale umano debba essere «al centro delle strategie aziendali, in quanto valore per l’intero territorio in cui un’azienda opera». Ma, ancora di più, ha tenuto a ricordare come la stesura del bilancio sociale Inalpi venga effettuata su base volontaria, non essendo richiesto per legge, e che, quindi, l’impegno dell’azienda di Moretta nel produrre questo documento sia sinonimo di una «chiara volontà di trasparenza, elemento che da sempre contraddistingue sia la crescita che la strada percorsa da Inalpi».
La presenza di Inalpi alla dodicesima edizione di “Cheese” è stata anche occasione per un sodalizio di eccellenza che ha visto coinvolti la Chiocciola Metodo Cherasco, il porro Cervere Dop e il “Burro Piemontese” di Inalpi.
E i più golosi non hanno certo tralasciato una ghiotta visita alla piazza del gelato, a cura di Alberto Mar­chetti, da tempo amico di Inalpi.