Associazioni fondiarie, UNCEM: il premio alla Regione Piemonte, dove il lavoro fatto, è un modello nazionale per garantire sviluppo agricolo ai territori montani

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Uncem accoglie con molto favore l’assegnazione del prestigioso riconoscimento del Ministero per i beni e le attività culturali assegnato alla Regione Piemonte per il progetto “Associazioni fondiarie: nuova vita alle terre marginali”, presentato dal Settore Sviluppo della Montagna e Cooperazione Transfrontaliera alla sesta edizione del “Premio Nazionale del Paesaggio”.

“Il premio – evidenzia Lido Riba, Presidente Uncem Piemonte – rappresenta il riconoscimento formale per l’attuazione di una politica o di provvedimenti intrapresi da collettività locali o regionali per la salvaguardia, la gestione e la pianificazione sostenibile dei paesaggi, che ha conseguito un risultato concreto e misurabile. Questo hanno permesso le Asfo”.
Il progetto presentato dalla Regione Piemonte verte sull’attività delle prime associazioni fondiarie costituite sul territorio, che, attraverso la gestione associata per il recupero dei terreni agricoli incolti o abbandonati, hanno consentito la riqualificazione e la valorizzazione del patrimonio fondiario in aree marginali del territorio e di conseguenza la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la prevenzione dei rischi idrogeologici e degli incendi. Un importante esperimento di gestione comunitaria del territorio, che sta dando i suoi frutti. Senza interferire con il diritto di proprietà, in modo intelligente e produttivo, le associazioni fondiarie rivitalizzano infatti le attività agro-silvo-pastorali, il turismo e le produzioni localigarantendo la conservazione del paesaggio. Uncem ci ha sempre creduto moltissimo, assieme al professor Andrea Cavallero dell’Università di Torino. Importante il lavoro fatto dall’Assessore Alberto Valmaggia assieme ai funzionari del Settore guidato da Franco Ferraresi.
L’ambizioso progetto aveva preso il via con l’approvazione della legge regionale 21 del 2016, consentendo il recupero produttivo dei terreni incolti e la riqualificazione delle aree frammentate e abbandonate. Così si attua una misura concreta contro l’abbandono delle aree montane e collinari avvenuto nei decenni passati, fenomeno che ha portato al loro progressivo spopolamento con conseguenze drammatiche anche dal punto di vista paesaggistico e del dissesto idrogeologico. La strada intrapresa vuole costituire una grande opportunità di sviluppo e di nuova occupazione per le zone considerate marginali, di salvaguardia del territorio e dell’ambiente e di contenimento dei rischi di calamità naturali o dovuti agli incendi. Le Asfo del Piemonte sono un modello nazionale. La legge del Piemonte dovrà essere presa come esempio da altre Regioni italiane e Uncem spingerà affinché vi sia a livello nazionale una legge per la ricomposizione fondiaria. “Siamo troppo indietro su questo fronte – precisa Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem – Fortunatamente ci ha pensato la Regione Piemonte a intervenire e questa legge sulle associazioni fondiarie permette operatività e concretezza. Va letta assieme alla importantissima legge montagna varata due settimane fa. Due provvedimenti strategici per Alpi e Appennini”.
A oggi le associazioni fondiarie costituite in Piemonte sono circa una ventina, distribuite nelle province di Alessandria, Cuneo, Torino, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola, con una superficie complessiva “recuperata” di 2.000 ettari, prevalentemente situati in zona montana e collinare, per un totale di circa 800 soci coinvolti nel conferimento dei terreni. Le attività svolte in via principale sono di carattere pastorale, forestale, orticolo e l’obiettivo dichiarato è anche quello di sensibilizzare la popolazione coinvolta, affinché il territorio ritorni ad essere controllato, con conseguenti benefici per l’ambiente e la collettività.