A dare impulso a “La residenza”, clinica privata, riabilitazione e recupero fun­zionale, soggiorno per an­ziani, oggi come un tempo è la caparbietà di uomini e donne da sempre impegnati a favore della collettività. Un’ideale che sin dal 1958 ha accompagnato i canonici don Mario e don Ce­sare Battaglino, giunti come parroci a Rodello, e poi via via proseguito dai successori, in particolare don Valerio Pen­nas­so, direttore dell’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici, direttore generale della struttura, oggi affiancato dalla sapiente opera manageriale di Danilo Mon­truc­chio, delegato alla gestione.
«Nel tempo», sottolinea con grande disponibilità Danilo Mon­trucchio, «un “team” di collaboratori competente e motivato ha sostenuto lo sviluppo dell’opera che ha subìto nel tempo cospicui adeguamenti strutturali e impiantistici. L’ultimo, in ordine temporale, è stato un innovativo impianto fotovoltaico che ha reso la struttura autonoma dal punto di vista energetico. In questi ultimi cinque anni tutto quanto era possibile concretizzare abbiamo cercato di realizzarlo, con l’intento di dare forte “imprinting” alla struttura e nuova spinta. E, aggiungo, senza indebitarci. Abbiamo at­tuato una politica indirizzata al rinnovamento tecnologico e tra i progetti futuri c’è in previsione l’adeguamento di parte della struttura, in particolare il piano terra, dotandolo di moderni sistemi an­tincendio. È indubbiamente un progetto oneroso in virtù del fatto che la struttura è particolarmente ampia e articolata in più àmbiti».
Quali sono, nello specifico gli àmbiti di attività?
«La casa di cura si occupa dell’attività di riabilitazione motoria e neuromotoria in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale e poi c’è il servizio privato che effettua attività di riabilitazione motoria e neuromotoria che conta nove medici, il direttore sanitario, quindici fisioterapisti fissi più giovani che turnano, quindici infermiere, circa trenta Oss (operatori sociosanitari), gli addetti alle pulizie, quelli della cucina che sono circa dodici persone in grado di soddisfare il fabbisogno di oltre duecento ospiti ogni giorno. Siamo una struttura complessa che annovera complessivamente oltre 160 addetti…».
Quali sono le criticità che lei evidenzia maggiormente e che ritiene più significative all’interno di questa struttura?
«Se devo proprio essere onesto le criticità maggiori sono verso l’esterno. Abbiamo qualche difficoltà a far coincidere le esigenze a “budget” dell’Asl con quelle del paziente…».
Rimarca questo aspetto anche il dottor Luca Servetto, medico responsabile di raggruppamento: «Siamo accreditati dalla Re­gione Piemonte per la riabilitazione motoria e neuromotoria, ma soprattutto rappresentiamo nel panorama della riabilitazione nazionale uno dei massimi riferimenti per l’esperienza quarantennale nel settore, per l’impiego di personale altamente specializzato e per la formazione continua e d’avanguardia erogata. Noi siamo molto vicini al paziente, preferiamo valutare caso per caso e non accontentarci dei numeri spesso restrittivi imposti dagli enti preposti che si soffermano sui giorni di degenza o ore di riabilitazione… Optiamo per garantire un pieno recupero autonomo al paziente che a noi si rivolge… e in questi anni penso che la qualità del servizio che offriamo ci sia sempre stata ampiamente riconosciuta».
«Questa è la nostra missione», ribadisce il dottor Montruc­chio, «quella voluta anche da don Valerio per offrire un servizio di alto valore professionale per la collettività, facendo quadrare i conti, ma senza pensare al­l’utile fine a se stesso. Ogni risorsa ricavata qui viene reinvestita a vantaggio di un continuo miglioramento professionale delle competenze tecnicoprofessionali, dei servizi erogati, del grado di soddisfazione degli utenti, obiettivi permanenti della nostra struttura».
Quali sono, nel dettaglio, i servizi che proponete?
«Accanto alla riabilitazione classica, si è intensificata quella neuromotoria, che annovera oltre quattrocento pazienti l’anno, svolta in particolare dal terapista occupazionale. In tal senso il fondatore della nostra struttura è stato lungimirante avendo arruolato, circa 25-30 anni fa, fisioterapiste colombiane con tale specializzazione, riconosciuta da un corso di laurea in Italia da appena dieci anni. Questa specializzazione si occupa, in particolare, dell’assistenza allo sviluppo delle abilità e della riabilitazione di persone affette da disabilità fisiche, fornendo loro gli strumenti necessari per raggiungere la completa indipendenza. A tal proposito, presso “La Resi-denza”, al primo piano dell’edificio, disponiamo di un miniappartamento attrezzato proprio per la rieducazione a tutti i gesti richiesti dalla vita quotidiana. In parallelo il settore della logopedia si prende cura di tutti gli aspetti legati alla comunicazione, con il supporto di una neuropsicologa che integra i diversi aspetti da monitorare. A fianco di questo servizio specializzato vi è la riabilitazione classica individuale a cui affianchiamo l’impiego di strumentazioni di avanguardia quali il La­boratorio di analisi del movimento, capace di accrescere le possibilità diagnostiche e terapeutiche nei disordini neuromuscoloscheletrici. Va inoltre sottolineato che le attività si svolgono in due accoglienti palestre di 1.500 metri quadrati complessivi, le quali contribuiscono a rendere il periodo riabilitativo un’autentica esperienza umana e personale».
Ci sono ulteriori innovazioni che vi augurate di poter presentare ai pazienti ospiti de “La Residenza”?
«Certo. Nel nostro settore la tecnologia conta moltissimo. E noi certo non vogliamo rimanerne lontani, anche se abbiamo sempre privilegiato un tipo di approccio più personale e individuale. Detto ciò, però, nella riabilitazione dell’arto superiore, ad esempio, utilizziamo dispositivi robotici come l’“Armeo Spring“ e l’“Armeo Boom“ che caratterizzano l’esercizio terapeutico in forma mirata, intensiva e orientata a precisi obiettivi di risultato. Un sogno che coltiviamo? Una maggiore informatizzazione per ottimizzare il lavoro quotidiano. E poi strumentazioni più moderne che però funzionano al meglio, non lo dimentichiamo, con il supporto di professionisti preparati e informati. Sono risorse che già possediamo e che potremmo accentuare, non dimenticando mai però che ogni giorno novanta pa­zienti scendono in palestra la mattina e nel primo pomeriggio…. Un numero di persone davvero consistente che vanno accompagnate in un percorso riabilitativo misurato e fortemente personalizzato ».