La forza che certi sogni sanno regalare è il tesoro più prezioso che si possa scoprire. La storia dei malati di ictus della provincia di Cuneo e di chi li aiuta – l’associazione Alice Cuneo Odv – ne è la migliore dimostrazione. Durante il Premio San Giuseppe di Alba, in cui il sodalizio ha ricevuto un contributo dalla Fondazione Cagnasso, abbiamo incontrato il presidente provinciale, il fossanese Federico Carle.
Carle, come si è avvicinato alla realtà di Alice?
«In modo tanto semplice quanto bello. Qualche anno fa, nella mia città, Fossano, si era presentata la possibilità di svolgere una sorta di servizio civile attraverso un progetto della Caritas nazionale. Ho colto questa opportunità e, dopo un periodo di formazione, venni destinato, in modo casuale, proprio su Alice, che a Fossano ha una sezione. Con la realtà fossanese abbiamo realizzato diverse attività, come ad esempio i concerti nell’Ospedale di Fossano: eventi pensati per i malati ma non solo. Nel nosocomio c’è una struttura riabilitativa dove i degenti si fermano anche a lungo e capita che il weekend, con le attività riabilitative che rallentano, diventi per loro momento di sconforto. Portare in quel contesto dei concerti, per di più realizzati dai giovani allievi della Fondazione Fossano Musica, è un qualcosa di molto bello. Ne abbiamo organizzati circa 60: da ciò è poi nata l’idea di costituire il Coro degli Afasici».
Quali princìpi la guidano nel suo servizio?
«Mi guidano la sussidiarietà, l’ascolto, l’incontro. La vita, in generale, è sempre “incontrare”. Anche perché le storie degli altri ci fanno crescere, pure quando, in quegli incontri, emergono aspetti negativi e difficoltà. L’importante è affrontare tutte queste situazioni insieme. Come dice la mia nipotina, “condividere è prendersi cura”. Ha pienamente ragione…».
Cosa significa, in concreto, supportare i malati di ictus e le loro famiglie?
«Lo scopo di Alice è quello di mettere insieme i famigliari con i soggetti malati per far fronte comune contro questa patologia, che è la prima causa di disabilità e la terza di morte nel nostro territorio. Insieme proviamo a occuparci di tutte le fasi dell’ictus: facciamo prevenzione e sensibilizzazione, anche nelle scuole, poi supportiamo le famiglie facendo attività insieme; inoltre, siamo presenti nella fase “post” della malattia, accompagnando le persone colpite da ictus al ritorno nella quotidianità. Il fiore all’occhiello del nostro servizio è l’attività di musicoterapia ed empatia per le persone malate di ictus; un’attività che, come dicevo prima, ha portato alla formazione del Coro degli Afasici».
Ce ne vuole parlare?
«L’afasia è un disturbo della comunicazione che interessa circa un terzo delle persone colpite da ictus: impedisce di comunicare, è fortemente invalidante. Aiutare queste persone, tramite il coro, a comunicare diventa qualcosa di estremamente importante. E per questo rivolgiamo un grosso grazie alle realtà che ci supportano e, in particolare, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano per il sostegno e la concessione del Teatro dei Battuti Bianchi di Fossano che ci consente di portare avanti questo progetto. Ringraziamo inoltre tutte le persone, le realtà, gli enti, le Fondazioni Crc, Crt, Crs, Intesa Sanpaolo, i Comuni e le istituzioni che ci sostengono. Tutte queste emozioni emergono nel corso dei concerti che il Coro degli Afasici propone ormai in tutta Italia. Cito, a titolo di esempio, quello che si è svolto ad Alba, in Fondazione Ferrero, grazie alla sensibilità dell’ente benefico del gruppo dolciario e al particolare impegno di un autentico orgoglio della nostra associazione, Orsola Bonino: è stata una serata bellissima».
Tante emozioni con il Coro degli Afasici, ma anche un grande messaggio di speranza, non crede?
«Assolutamente sì. Con questi concerti si trasmette un forte messaggio di speranza: con l’aiuto degli altri, chi soffre, in questo caso specifico per le conseguenze dell’ictus, può, almeno in parte, superare le difficoltà e tornare a sorridere e a vivere un’esistenza il quanto più possibile normale».
La storia che l’ha colpita maggiormente?
«Sono tutte Storie con la “esse” maiuscola. Ma se devo sceglierne una dico quella del fondatore di Alice Cuneo, oggi presidente emerito, Giuseppe Bonatto: medico in carriera, con incarichi anche nella politica locale, nel 2004, poco più che 40enne, è stato colpito da ictus. Per ciò che gli è successo c’era il rischio che si abbattesse, che si lasciasse andare, invece ha reagito e ha deciso di fare qualcosa di importante per sé e per gli altri. Ma del resto, lui, che per via delle sue origini ha vissuto in prima persona gli effetti della dittatura argentina, è sempre stato un’anima libera, capace, come un “uccellino”, di spiccare costantemente il volo per continuare a vivere. Grazie ai suoi famigliari e agli amici è riuscito a mettere in moto questa splendida macchina che è oggi Alice e che il prossimo anno festeggerà il 20esimo anniversario della fondazione, con l’energia di Bonatto che non smette di inseguire i suoi sogni».
Il suo sogno qual è?
«Fare sempre più squadra perché Alice Cuneo possa continuare a crescere, svolgendo il suo prezioso servizio. Volando con la fantasia, come dicono Mauro Scarpa e Margherita De Palmas, i nostri musicoterapisti, sarebbe fantastico portare il Coro degli Afasici a Sanremo. Un sogno, appunto. Ma sono proprio i sogni che ci fanno costruire una società migliore».
ASSOCIAZIONE PER LA LOTTA ALL’ICTUS CEREBRALE
Alice – acronimo di Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale – è un sodalizio di volontariato nato nel 1997 in Valle d’Aosta e oggi presente e attivo in tutta Italia. Il presidente nazionale è il giornalista Andrea Vianello, direttore di Rai Radio Uno. La sezione di Cuneo è nata nel 2004 per volere di Giuseppe Bonatto, oggi presidente emerito, grazie anche al lavoro di sua moglie Graziella Alciati e di Gianfranco Falco, a lungo vicepresidente. Proprio Graziella Alciati oggi fa parte del Direttivo (come referente dell’area cuneese), che è completato da Federico Carle (presidente), Giuseppe Romano (vicepresidente), Giuseppe Beccaria (Fossano-Savigliano-Saluzzo), Orsola Bonino (Alba-Bra), Susanna Musso, vedova di Enrico Catelli, compianto socio alla cui memoria è intitolato il Coro degli Afasici (guidato proprio da Susanna e dalla sua famiglia, con Marianna Micheletto). Per ulteriori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo di posta elettronica cuneo@aliceitalia.org oppure telefonare al numero 333-745 8606.