Fossano show Pogacar e gli altri una festa doppia

Cronaca in rosa tra San Giovenale e la volata entusiasmante. Unica pecca, la tv “muta”

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È rosa anche l’acqua della fontana di piazza Picco. Ac­coglie i tanti che lunedì riempiono le strade di Fossano per l’arrivo della terza tappa del Giro d’Italia. La città si sveglia sotto un cielo di nuvole. Viale Regina Elena è affollato già di prima mattina: un viavai allegro di curiosi e appassionati, mentre finiscono di montare le transenne del percorso di gara. Qualche tifoso accanito si piazza nei posti più ambiti, a pochi metri dal traguardo, prima ancora che i tecnici finiscano di posizionare gli striscioni degli sponsor che colorano l’arrivo. Tanti altri si godono la festa, passeggiano in un centro che poco alla volta cambia faccia e si prepara all’arrivo dei campioni: addetti ai lavori che sistemano gli ultimi dettagli, i palcoscenici per i programmi televisivi, le telecamere posizionate sui rialzi per inquadrare la volata… Un’occasione di grande visibilità per il territorio, anche se la vetrina della televisione pubblica è parziale. Per via dello sciopero dei giornalisti Rai, infatti, le immagini della corsa vanno in onda senza telecronaca: solo il rumore dell’elicottero e delle pedalate, nessun commento sulle bellezze delle Langhe e del Fossanese. Uno scenario che non sembra turbare l’entusiasmo della Giun­ta di Fossano e del sindaco Dario Tallone, che all’ora di pranzo sfila con la fascia tricolore sulla linea del traguardo. «Oggi è un giorno di festa per tutti – commenta sorridente -. Il ciclismo è tra i pochi sport dove non si paga il biglietto. Siamo orgogliosi di ospitare il Giro per i nostri concittadini e le tante persone che stanno arrivando qui da altri paesi».
L’organizzazione è meticolosa, tutto fila liscio. Resta un’unica incognita: il meteo. In tarda mattinata, cade qualche goccia. «Speriamo che farà bello, ma neanche la pioggia potrà guastare la nostra festa».
Qui è anche festa patronale: San Giovenale, celebrato con la tradizionale fiera in via Roma. Le scuole sono chiuse, i negozi addobbati di rosa. Fossano si prepara da settimane: spettacoli, corse in bici, eventi e momenti di festa in attesa della Corsa Rosa, che oggi è qui e, per un giorno, attira nella città degli Acaja sguardi e attenzioni.
All’incrocio con viale Valluri, qualcuno lascia un messaggio sull’asfalto: «Forza Pogacar», il ciclista sloveno che corre il Giro per la prima volta e cerca l’impresa: vincere Giro e Tour de France nello stesso anno, come solo i più grandi hanno fatto. Lo attendono a Fossano in Maglia Rosa, dopo la grande vittoria della seconda tappa sulla salita di Oropa.
Ma qui, pensano molti, sono giochi solo da velocisti come Jonathan Milan e Filippo Ganna, tra gli italiani alla griglia di partenza. La frazione è piatta. Partenza da Novara, arrivo a Fossano (166 chilometri in tutto) dopo tre chilometri di rettilineo, con l’unica curva a gomito a 1.300 metri dall’arrivo, all’incrocio con via San Michele, e poi tutto dritto e in piano fino alla fine del viale.
Nell’attesa della gara, risuonano musica e canzoni. Sfilano al traguardo i musici della banda Arrigo Boito, gli sbandieratori, i nuovi Monarca e Monar­chessa del Palio dei Borghi (Giulia Bergese e Mattia Folco), i ragazzi delle scuole.
Per ingannare il tempo c’è anche il Giro-E, la gara di bici elettriche sulle strade della Corsa Rosa. Arrivano alle 15,15 e accendono l’entusiasmo. A questo punto, Pogacar e compagni sono partiti già da più di due ore e pedalano in provincia di Asti: 80 chilometri al traguardo. Intanto la Ca­rovana colora Fossano, con le macchine degli sponsor e i gadget distribuiti tra le prime file. Cresce l’attesa, sui maxi schermi scorrono le immagini della corsa. Il gruppo entra ad Alba, riprende la fuga, è compatto. Solo 40 chilometri. Sul rettilineo non passano più neanche gli addetti ai lavori, ma c’è da tirare fuori di nuovo gli ombrelli. Giusto qualche goccia, mentre scorrono le moto della polizia e le prime auto dell’organizzazione. Lo speaker annuncia: «Viaggiano velocissimi, più di sessanta all’ora. Mancano solo dieci chilometri».
Una manciata di chilometri. È tutto pronto. Il gruppo arriva compatto. Veloce, sempre più veloce: in volata. Ecco Pogacar che dimostra ancora che è fatto di un’altra pasta. Prova ad attaccare, lo riprendono a pochi metri dal traguardo, quando la spunta Tim Merlier, davanti a Jonathan Milan.
Il pubblico affolla lo spiazzo davanti al podio. È la festa rosa di Fossano, 31 anni dopo l’arrivo di tappa del 1993. Anche quel finale fu in volata. Era l’anno della seconda vittoria consecutiva dello spagnolo Miguel Indurain, che in paese confermò la Maglia Rosa. La stessa che adesso indossa Pogacar, il re della bici che vuole a tutti i costi aggiudicarsi questo Giro. «Mi sono trovato davanti quasi casualmente – dice lo sloveno -. Per ora giro meno stressante del tour, vediamo come va nei prossimi giorni. Sto ascoltando tante belle canzoni italiane, mi piace Tony Effe».

Articolo a cura di Luca Ronco