Il ricordo del presidente Cirio per Cesare Giaccone

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“Sono cresciuto nel mito di Cesare di Albaretto, io giovane langhetto che vivevo a Sinio a poca distanza dal suo storico ristorante, dove tutto ebbe inizio.
Cesare Giaccone per noi era quasi una figura mitologica, non uno cuoco tradizionale – allora li chiamavamo ancora così, oggi diremmo chef -, ma un genio, un artista, un uomo che trasformava il tuo pranzo o la tua cena in una esperienza unica e per certi versi misteriosa ed appassionante.
E questo Cesare lo faceva con il suo modo di essere, con il suo volto, le sue espressioni, i suoi racconti che trasformavano un piatto quasi in un romanzo.
A lui dobbiamo molto, come piemontesi e come italiani. A lui che è stato il primo in Piemonte e uno dei primi in Italia a credere nell’eccellenza della nostra ristorazione tradizionale, nel rispetto dei prodotti agricoli, della natura, delle stagioni. Da Cesare mangiavi quello che diceva lui, perché solo lui sapeva dirti ciò che era il meglio in quel determinato giorno. E da Cesare prenotavano da un anno all’altro per trovare un posto, da tutte le parti prima d’Europa e poi del mondo.
Caro Cesare, quanto ci mancherai, ma la tua fama e la tua arte continueranno a vivere nei tuoi figli, nei tuoi allievi e in tutti noi che oggi sentiamo di aver perso come un pezzo del nostro territorio. Ciao grande maestro, o meglio: ciao, Cesare di Albaretto”