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L’opinione di Eugenio Allora Abbondi

«Il nostro fondo controlla oltre 18mila brani musicali, la domanda non scende e potremmo emettere obbligazioni per i piccoli risparmiatori»

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IL FATTO
La finanza, spinta dalle nuove tecnologie, cerca vie innovative per creare rendimenti. Ma è davvero possibile guadagnare investendo denaro sulle canzoni di successo?

Un uomo di finanza originario di Biella e un’idea innovativa, capace di unire gli interessi economici alle qualità creative. Il nome del personaggio in questione è Eugenio Allora Abbondi e la sua intuizione legata alle grandi produzioni musicali si chiama Eico Music Fund, ovvero il primo fondo Aif (Alternative Investment Fund) di diritto europeo dedicato all’investimento nel mondo della musica, registrato a Malta. A quanto pare, grazie alla consulenza di un team con esperienza trentennale, riesce a ottenere un flusso di reddito passivo e stabile attraverso le licenze e gli utilizzi delle opere musicali in qualsiasi contesto.
Allora Abbondi ha spiegato i dettagli della sua “invenzione” in un’intervista al Messaggero: «Deteniamo nel complesso oltre 18mila brani di proprietà, prevalentemente canzoni iconiche di importanti artisti quali, solo per citarne alcuni, Rihanna, Katy Perry, David Guetta, Britney Spears, Simple Mind, Renato Zero, Alessandro Mannarino, Riccardo Cocciante e Zucchero. Gestiamo e amministriamo un catalogo di circa 360mila brani riuscendo a garantire il massimo sfruttamento dei diritti acquisiti per importanti player nazionali e internazionali. E grazie al ricorso a tutte le ultime tecnologie, vogliamo portare dinamismo, innovazione e freschezza nel mondo musicale e in quello finanziario».
Tutta un’altra musica, insomma. Del resto sembra proprio che Eico Musica Fund permetta di ottenere rendimenti più che affidabili. Spiega il finanziere: «Pensiamo che Eico possa dare un rendimento medio del 7% annuo. Nel 2023 siamo andati anche meglio: oltre il 12%». Qual è la principale caratteristica del fondo legato alla musica contemporanea? «Questa forma di investimento – ha aggiunto Allora Abbondi – si distingue per la sua resilienza economica: mantiene una forte domanda anche nei periodi di incertezza finanziaria dovuta a fattori esterni, come guerre o crisi economiche». Perché la voglia di ascoltare musica non finisce mai, non si esaurisce nemmeno davanti ai drammi della vita. Anzi, c’è sempre una colonna sonora per ogni situazione. Tanto meglio se questa musica d’accompagnamento genera anche un ritorno economico.
C’è poi un vantaggio ulteriore, legato alla costanza del rendimento prodotto dal fondo: «I diritti musicali generano entrate ogni volta che un brano viene riprodotto e per un periodo lunghissimo: lo sfruttamento economico dei diritti decade solo 70 anni dopo la morte dell’ultimo autore». Non a caso i primi risultati sono stati subito eccellenti e il business dell’Aif sta raggiungendo un round intorno ai 300 milioni di euro. «Un domani neanche troppo lontano, sei mesi, un anno, potremo anche crescere mediante emissioni di obbligazioni garantite da diritti musicali che potrebbero essere allettanti anche per i piccoli risparmiatori». Un tempo cantavano «se potessi avere mille lire al mese». Chissà che oggi la risposta non sia proprio in una hit di successo su cui investire.

BaNNER
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