«Grazie al violino porto la musica nel multimediale»

Andrea Casta suona con l’archetto luminoso: «La mia performance, tradizione e innovazione»

0
1

“Metamorfosi, idee in trasformazione”: è il titolo dell’evento di TEDx Cuneo in programma il 4 maggio: sul palco si alterneranno 10 speaker, con talk su informazione, street mu­sic, agricoltura sostenibile, doppiaggio, astrofisica, geopolitica, biotecnologie, visual music, percorsi dal carcere e identità. Tra i protagonisti ci sarà anche Andrea Casta, violinista e creativo. Conosciuto a livello internazionale e co­me “violinista Jedi” per il caratteristico archetto luminoso che evoca la spada laser dei protagonisti di Star Wars, Casta ha vinto per due volte il Dance Music Awards come Best Performer ed è ospite regolare di grandi eventi prestigiosi e sportivi quali l’opening del Gran Premio di For­mula1 di Monza 2023, i Mon­­diali di Sci di Cortina 2021 e le numerose e iconiche esibizioni per la Serie A allo stadio Olimpico di Roma. Si è esibito in 32 nazioni, fa 200 concerti l’anno con 2 milioni di spettatori. Sui social ha 400mila followers e più di 20 milioni di visualizzazioni.

Una performance a metà tra tradizione ed innovazione, potremmo definire così la sua esibizione?
«A Cuneo farò un mio Ted, suonerò ma anche racconterò il tema del TEDx della metamorfosi e il mio percorso artistico. La mia performance è tra tradizione e innovazione nel senso che il violino è uno strumento tradizionale, ha un suo modo di essere suonato nel­la sua sonorità risalente ai tempi della scuola cremonese. Poi io grazie al violino elettrico e a tutto il modo in cui la narrazione visiva si integra alla musica con la creazione di video, intervengo con l’archetto luminoso: tutti questi punti di innovazione danno il carattere di unicità al mio modo di fare musica».

Casta, lei viene definito un “violinista crossover”. Cosa significa?
«Essere trasversali rispetto ai generi senza perdere la propria identità. Non c’è un confine musicale prestabilito, ma c’è una contaminazione pop e rock che confluisce in uno sti­le che comprende molti ge­neri musicali. Una scelta vol­ta a coinvolgere le persone ri­spetto a uno strumento che altrimenti rischia di rimanere di nicchia, mentre può parlare un linguaggio universale».

Una strada da tracciare?
«È una strada già tracciata, quello che io ho aggiunto è la commistione con l’elemento visivo, la multimedialità. Non lo faccio solo io, ma io lo faccio in un modo sicuramente originale. Già negli anni ’70 artisti come Jean-Luc Ponty, la­vo­rando con Frank Zappa, hanno compiuto escursioni im­pen­sabili per un violino. Oggi però è una strada da tracciare con la tecnologia disponibile, che offre molto sia a livello musicale che visivo».

In un periodo in cui l’intelligenza artificiale sta diventando protagonista quanto conta la tecnologia nelle sue produzioni artistiche?
«Moltissimo. Io partecipo a molti eventi sul tema e la tecnologia presente nei miei spettacoli, è sempre in evoluzione. E comunque la grossa contraddizione che deriva dall’ignoranza è definire questi strumenti un po’ sostitutivi della creatività umana, invece sono semplicemente gli aggiornamenti dei nostri modi espressivi, sia nell’arte che nella vita di tutti i giorni. Per definire il suono del violino elettrico si usano pedaliere multieffetti e strumenti di elaborazione sonora. Con budget non eccessivi, poi, si possono ottenere effetti spettacolari e la tecnologia è fondamentale per la produzione della performance fi­nita: multimedialità, suono, luci. Ri­tengo che questo aspetto sia figlio del gusto estetico di oggi e non solo della tecnologia».

Lei si è formato al Con­servatorio di Brescia. Ha in­contrato diffidenza negli am­bienti tradizionali?
«La diffidenza c’è ancor oggi, la incontro tutt’ora, ma è lo scotto che bisogna pagare per uscire dal seminato. Ma non è un problema, sin dall’adolescenza mi sono sentito più attratto dal repertorio pop che da quello classico, anche se è su quello che mi sono formato. Bisogna prima capire dove si è per scegliere dove si vuole andare. I consigli accademici e stilistici non sono più un problema».

Pensa che la tecnologia potrà soppiantare la creatività uma­na?
«No non credo, io non la vivo come una minaccia ma un’opportunità. Vanno prese sicuramente le misure, ma la tecnologia non può che portare ancora più creatività. Spesso il talento viene inteso come una capacità tecnica singola ma al giorno d’oggi per fare funzionare il talento ci vuole una curiosità a tutto campo verso tutte le attività. È proprio la vita che sta cambiando, il modo dell’uomo di relazionarsi con il lavoro. Gli strumenti tecnologici devono far parte del nostro campo di ricerca. L’uomo è tentato di affidare i propri compiti creativi, ma spesso è un fuoco di paglia. Il mio violino è uno strumento analogico filtrato da elaborazioni sonore: si appoggia a una musica creata attraverso un sintetizzatore, ma alla fine è la corda che vibra a dare forza espressiva alla musica. E la corda che vibra è l’elemento umano».

Ai suoi concerti capita di veder raccontare la musica attraverso immagini, da dove nasce questa scelta, anche quella del fumetto fantascientifico?
«Una parte del mio spettacolo è inserita nel progetto multimediale e discografico The Space Violin – Visual Concert: un viaggio, tra natura e futuro, fatto di immagini, effetti speciali e un mix di melodie crossover. Nella parte più immaginifica dello show, Ca­sta interpreta il Comandante AJ, il protagonista del suo concept album fantascientifico The Space Violin Project che, con canzoni ed episodi video, proietta lo spettatore nel 2235».
Sarà possibile seguire l’evento del 4 maggio in streaming, dallo smartphone o computer, e, in presenza, al Complesso di San Francesco di Cuneo.

 

I primi sette ospiti dell’evento, vediamo chi sono e cosa fanno

TEDxCuneo ha annunciato i primi sette speaker dell’edizione 2024 in programma sabato 4 maggio con il patrocinio del Comune di Cuneo. A ispirare con la loro «esperienza di Metamorfosi» dal palco del Complesso monumentale di San Francesco saranno Valentina Garonzi, Andrea Casta, Chiara Pennetta, i Rusty Brass, Cosima Buccoliero, Michele Mezza e Francesca Picci. Tutti i talk di TEDxCuneo potranno essere seguiti in presenza o in diretta streaming. Biglietti disponibili su https://www.tedxcuneo.com/biglietti/. Conosciamo meglio i prossimi sei speaker dopo Andrea Casta che intervistiamo in questa pagina. Valentina Garonzi: «Curiosa e poliedrica». Co-founder e ceo di Diamante Società Benefit Srl, im­presa di Biotecnologie impegnata nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni terapeutiche per malattie autoimmuni. Chiara Pennetta: «Tra­sformarsi condividendo». Nel suo talk, la saviglianese classe 1993 ci racconta la sua storia: sorda dall’infanzia, fino al 2019 ha indossato una protesi acustica, poi si è sottoposta a un intervento per l’installazione di un impianto cocleare che le ha permesso di recuperare parte dell’udito. Rusty Brass: «Sonorità travolgente, repertorio interamente originale con il costante coinvolgimento del pubblico che diventa parte dell’esibizione». Una band di ottoni che di metamorfosi ne sa qualcosa. «Perché ci sia cambiamento, deve es­serci contaminazione, l’incontro con l’altro». Cosima Buc­coliero: «Rialzarsi, reinventarsi, reinserirsi: quando il carcere si trasforma in opportunità di cambiamento». Direttrice della Casa Cir­condariale di Monza, insegna anche presso la Scuola di Formazione della Polizia Penitenziaria di Parma. Michele Mezza: «Metamorfosi e Me­diamorfosi». Quarant’anni in Rai, giornalista, ideatore e curatore del progetto Rainews24, il primo canale all news italiano, docente di Epidemiologia sociale dei dati e degli algoritmi presso l’Università Federico II di Napoli. Francesca Picci: «Trasformare le cose per dare loro un nuovo significato». Digital Marketing Specialist di Ocean Reef Group, società creatrice di Nemo’s Garden, il primo sistema al mondo di coltivazione subacquea di piante terrestri situata a Noli, nel Savonese.