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L’opinione di Mario Brunello

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IL FATTO
Sono partiti i lavori per costruire una nuova pista da bob in vista delle
olimpiadi Milano-cortina 2026: abbattuti i primi alberi nel bosco di ronco. ma è davvero la scelta giusta?

La nostra sensibilità verso questioni fino a poco tempo fa sottovalutate o ignorate, sta decisamente aumentando. Ad esempio, per quanto riguarda l’ambiente e in particolare, per la salvaguardia degli alberi. Si percepisce ormai il loro ruolo vitale. E succede sempre più spesso che nelle nostre città gli interventi di manutenzione del verde urbano finiscano sotto i riflettori dei cittadini. Così, in molti casi, se un’amministrazione comunale ha deciso per qualche ragione di abbattere i pioppi lungo una via del centro, magari particolarmente trafficata, si può verificare una sollevazione popolare. Al di là dell’esempio generico, il principio è chiaro: c’è maggiore sensibilità – per fortuna – riguardo a ciò che davvero è importante. Ma non sempre si tratta di consapevolezza condivisa.
Nei giorni scorsi il noto violoncellista veneto Mario Brunello (grande solista, amato da Muti, Abbado e Metha) ha suonato «una richiesta di pietà per questi larici». Luogo della singolare protesta, il cantiere della pista da bob di Cortina D’Ampezzo, dove è stato avviato l’abbattimento di una parte del bosco di Fiames per insediare il cantiere dell’impianto delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Il musicista ha suonato “Il cigno” di Camille Saint Saens e Stelutis Alipins, pezzo corale friulano che racconta delle stelle alpine che ricrescono ogni anno dove riposano i corpi degli alpini morti in guerra. Il cantiere è stato aperto dopo la firma sull’accordo per realizzare nel centro ampezzano la pista di bob, skeleton e slittino per le Olimpiadi, dopo infinite polemiche e l’accantonamento di ipotesi alternative come la possibilità di restaurare la pista di Cesana, eredità dei giochi invernali di Torino 2006. «Sono qui – ha dichiarato a Cortina il musicista Brunello – per dare voce a questi larici, che sono qui da secoli, e non hanno avuto l’opportunità di vivere con la musica, ma una voce dovrebbero averla e dovrebbero essere ascoltati. È una richiesta di pietà per uno scempio che sta avvenendo nel bosco di Ronco per fare spazio a un’improbabile pista di bob. Con un po’ di musica ho provato a dare a loro una voce, a esprimere una richiesta di pietà, proprio adesso che abbiamo bisogno del loro aiuto per questo pianeta».
Insomma, l’ambiente nel suo insieme – con tutti i discorsi che conosciamo legati al cambiamento climatico – passa in secondo piano rispetto a una pista per il bob da costruire a tutti i costi, nel nome del business, di questioni politiche e con oltre 120 milioni di euro pubblici da investire in un’opera che, come purtroppo è accaduto spesso, corre il rischio di essere in seguito dismessa a causa degli eccessivi costi. Qualcuno lo ha definito un freezer a cielo aperto, che per essere attivo consumerà energia e acqua. «Questa foresta – ha aggiunto il violoncellista Brunello – viene tagliata contro ogni evidente ragionevolezza, mentre le sue montagne agonizzano prive di neve, di acqua e di freddo, a pochi chilometri dalla pianura più inquinata d’Europa, su un pianeta prossimo a non essere più compatibile con la vita umana. Non mi aspetto nulla, ma voglio farmi portavoce di una naturale richiesta d’ascolto».

BaNNER
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