«Filiera del legno, acqua e digitale: ecco il mio impegno»

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Bongioanni, chiude il mandato ma guarda avanti

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Dalla legge sulla filiera del legno ai voucher turismo, dalla legge sulle strade turistiche di montagna all’emendamento sui canoni idrici, passando per l’emergenza idrica e la copertura telefonica digitale. Su questi temi, che maggiormente lo vedono coinvolto, Ri­vista IDEA ha intervistato Paolo Bongioanni, consigliere regionale, nonché capogruppo in Consiglio Regio­nale e vice-coordinatore re­gionale di Fratelli d’Italia.

Consigliere, qualche settimana fa ha incontrato a Roma il ministro Guido Crosetto per affrontare i dossier viabilità, trasporti e impresa cuneese. Cosa è emerso?
«L’incontro con il ministro Crosetto, che è il riferimento politico e non solo per il nostro territorio, è servito a fare una lettura sugli scenari attuali e immediatamente futuri che ci aspettano. Gli ho palesato una serie di criticità che sta vivendo in questo momento la provincia di Cuneo e ci siamo confrontati a 360°. Ho già tradotto i suoi suggerimenti in atti di indirizzo in Consiglio Regiona­le, sia per quanto riguarda la viabilità che per l’approvvigionamento idrico. Gli ho inoltre illustrato la mia legge sulla filiera del legno, un provvedimento innovativo sul palcoscenico nazionale».

Di recente ha illustrato questa legge anche ai suoi colleghi lombardi. Qual è la sua rilevanza?

«Questa legge è innovativa poiché è la prima che dà il giusto risalto a quello straordinario settore imprenditoriale che lavora sul legno. Essa interviene su tre assi, quello forestale – che comprende il taglio, la raccolta e la lavorazione del legname -, quello artigiano e quello industriale. Pur giocando su una classe imprenditoriale eccellente, che sa guadagnarsi importantissime fette di mercato, il comparto paga il discorso dell’approvvigionamento, visto che molte aziende devono rifornirsi da altri Paesi, mentre noi utilizziamo solo un quinto del legno che cresce annualmente in Piemonte. L’o­biett­ivo è quindi quello di garantire una gestione più razionale e ottimale del bosco, sempre nel dovuto rispetto ambientale, che sia favorevole per la nostra impresa. In tal senso è importante anche incrementare le risorse, come previsto dai due bandi in uscita nel mese di maggio, che andranno a sostenere l’acquisto delle attrezzature, l’impiantistica e l’innovazione».

Prima citava il tema dell’approvvigionamento idrico. Di recente ha avanzato una proposta in merito: di cosa si tratta nello specifico?
«Stiamo vivendo un inverno con una siccità assoluta, per cui avremo sicuramente alle porte della primavera un problema di deficit idrico, che si riverbera poi su tutti i settori produttivi, in particolare quello agricolo. Mentre strutture di eccellenza, come la nostra Fondazione Agrion, studiano nuove coltivazioni che hanno bisogno di meno supporto di acqua o di sistemi irrigativi tecnologicamente avanzati, dobbiamo fare riferimento al presente».

In che modo?

«Accanto ai progetti di grandi opere come l’invaso di Serra degli Ulivi, dobbiamo cercare di tamponare la situazione a medio termine e in questo senso l’unica via d’uscita è quella di lavorare sui piccoli invasi, che hanno delle fasi progettuali e di esecuzione più veloci e meno onerose. Con il prossimo Programma di Sviluppo Rurale (Psr) avremo 70 milioni per tutta la parte idrica, 34 dei quali saranno ripartiti specificamente su aziende agricole e consorzi per l’intervento sulla parte dell’approvvigionamento. È una cifra che permette quantomeno di arrivare al compimento della fase progettuale e offre un piccolo sostegno per quanto riguarda i lavori di esecuzione. Per­sonalmente penso che debba essere implementata. Ne stiamo parlando, lavoriamo in questa direzione».

Tra le sue proposte c’è anche l’idea di dotare il Piemonte di un “ombrello digitale” nelle aree montane. Qual è l’obiettivo da questo punto di vista?
«Si parla sempre di rispetto e dignità per la montagna e per chi ci vive. Sono perfettamente cosciente che i grandi player della comunicazione non hanno grande interesse a servire poche persone, così come una fetta del mondo politico non si interessa di dove non c’è il consenso elettorale perché i numeri sono bassi, ma noi abbiamo il dovere di creare questo “ombrello digitale”, andando a potenziare il se­gnale sia per quanto riguarda il discorso telefonico che digitale. Non possiamo permetterci un ritardo nell’eliminazione del digital divide, ovvero il divario digitale».

Continui…

«Dobbiamo affrontare in ma­niera strutturale questo problema, che costituisce un freno allo sviluppo e un problema per la sicurezza e l’emergenza. Ho chiesto in Consiglio Regionale di iniziare con un aggiornamento della mappatura, per cui mi sono già confrontato con l’Uncem e le Unioni di comuni montani. Vista la possibilità di accedere ai fondi Fesr, dobbiamo poi utilizzare queste risorse per dare vita ad una dotazione finanziaria che aiuterà in modo sensibile a sostenere la digitalizzazione. Del resto in Parla­mento abbiamo un disegno di legge, voluto dalla Conferenza Stato-Regioni, secondo cui la copertura dell’accesso alla rete internet in banda larga deve rappresentare per tutte le aree montane una priorità, per cui dobbiamo riuscire ad andare in questa direzione».

Tra qualche mese si chiuderà il suo mandato da Consigliere Regionale.
«Chiudo questa esperienza po­litico-amministrativa avendo vissuto l’avvio di una legislatura che è stata caratterizzata e condizionata dal Covid. Grazie alla fiducia che ha riposto in me il governatore Cirio ho avuto la fortuna di andare a comporre quel disegno di leg­ge, che io chiamo “Riparti Piemonte”, che ha stanziato 330 milioni per le aziende in un momento di difficoltà assoluta e all’interno del quale ci sono una serie di miei emendamenti, come le varie formule bo­nus e il voucher turismo, che ha fatto scuola a livello europeo».

Il suo bilancio è quindi positivo?
«Con l’ultima legge sui maestri di sci chiuderò il mio mandato con 6 leggi all’attivo e con tutta una serie di interventi che hanno permesso di stanziare moltissime risorse. Devo ringraziare tutte le persone con cui mi sono confrontato per avermi aiutato a trovare le linee guida con cui operare nel mio percorso politico-amministrativo. Le politiche, i provvedimenti e le leggi non si scrivono dietro una scrivania, ma vivendo e ascoltando il territorio».

Dei tanti interventi fatti in questa legislatura cosa ricorda con più piacere?

«La riapertura del Castello di Val Casotto dopo 12 anni, ma anche la legge sulle strade storiche di montagna, che ha creato un nuovo indotto turistico. Certamente, come dicevo, ricordo poi con piacere la legge sulla filiera del legno, l’emendamento sui canoni idrici, che trasla ogni anno – e lo farà in futuro, finché nessuno la abrogherà – 4 milioni di euro per la viabilità della provincia di Cuneo, tutte le formule bonus che hanno finanziato le attività imprenditoriali, il finanziamento annuale alla Federa­zione Italiana Sport Invernali e il primo storico bando della Regione Piemonte per la categoria degli ambulanti».

Per il futuro prossimo, dunque, quali sono i suoi obiettivi?
«Mi ricandiderò al Consiglio Regionale. Se i cuneesi giudicheranno in modo positivo il mio lavoro, verrò riconfermato e avrò un ruolo più impattante per il tessuto cuneese».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo