Pantani, la leggenda non muore mai

Un nuovo documentario Rai racconta il campione romagnolo a venti anni dalla sua scomparsa

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Una leggenda che va oltre lo sport, quella di Marco Pantani, il ciclista scomparso in circostanze tragiche venti anni fa, il 14 febbraio del 2004. Qualcosa capace di abbracciare anche l’arte in tutte le sue espressioni. I libri e le poesie a lui dedicati sono praticamente impossibili da elencare, perché sono tantissimi gli amici, gli appassionati e i tifosi che hanno voluto mettere nero su bianco e con tanto cuore hanno ricordato a modo loro la vita, le vittorie, gli aneddoti e la prematura fine del Pirata. Domenica scorsa abbiamo ammirato un viaggio sentimentale nella storia, nei luoghi e tra la sua gente. Un ricordo vivo e vivido, a vent’anni dalla scomparsa del campione più amato. “Il cielo del Pirata” è l’omaggio di Rai Sport per Marco Pantani andato in onda su Rai2 ma che si può recuperare su RaiPlay per rivivere le emozioni legate a un grande personaggio dello sport e non solo. Un documentario intimo, realizzato da Roberto Carulli e Stefano Rizzato con nuove interviste e le immagini di un’epoca indimenticabile, ripescate dalle teche Rai.
Del resto anche il cinema ha raccontato Pantani. Il mondo dell’immagine lo ha visto sempre protagonista, con svariate pellicole cinematografiche la cui produzione è iniziata appena Marco è deceduto. Ce ne sono di tutti i tipi, da quella più romantica a quella più cruda, dal film che racconta Pantani da bambino a uomo, dalle stelle alla depressione. I film sono stati influenzati anche dalle cronache, con al centro le indagini condotte dalla Procura della Repubblica di Forlì sul complotto e le infiltrazioni camorriste legate alle scommesse, in merito ai fatti di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia 1999.