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i cari estinti hanno un avatar

Svelato in un docufilm il mercato delle app che rianimano i nostri affetti con l’intelligenza artificiale

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Poter parlare ancora una volta con un caro defunto: si tratta di un desiderio universale. Chi non lo ha condiviso? Ma se fino a oggi questo scenario era al massimo affrontato da fiction come “Black Mirror” qui si tratta del tema al centro di un docufilm. “Eternal You” solleva questioni fondamentali sulla relazione con la morte e la tecnologia, in particolare con l’intelligenza digitale.
Il documentario ci porta bruscamente al cuore di un fenomeno in crescita: gli avatar di persone scomparse. Diretto da Hans Block e Moritz Riesewieck e presentato al Sundance Film Festival, racconta questa realtà (virtuale) indagando sulle tecniche digitali che permettono di far rivivere i defunti utilizzando l’intelligenza artificiale: gli avatar capaci di comunicare da un “Aldilà” surrogato. C’è quindi un mercato in crescita per servizi che garantiscono in varie forme un virtuale ma assolutamente realistico dialogo fra viventi e cari estinti. «Gli avatar diventano sempre più simili alla persona in maniera sconcertante. Ma questa tecnologia presenta ancora tanti rischi, la cui portata non possiamo ancora realmente comprendere» hanno spiegato i due registi al Sundance. Il documentario segue le esperienze di alcuni clienti di questi servizi, come Josh, che attraverso la startup Project December può chattare con la sua ragazza del liceo, morta ancora prima del diploma per una malattia incurabile. Tra i vari servizi ci sono anche aziende come Hereafter, che fa interagire i vivi con una versione audio del proprio caro scomparso o Yov, che ricrea alter ego digitali quasi identici agli originali, attingendo a video, telefonate e conversazioni della persona scomparsa.

BaNNER
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