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L’opinione di Gerry Scotti

«Non credo che i robot potranno mai sostituirsi alla bravura e alla creatività dei più grandi artisti. io l’ho usata ma mi ha solo reso più intonato...»

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IL FATTO
L’intelligenza artificiale si fa strada nelle nostre vite e non è ancora chiaro in che modo e in quali ambiti lavorativi potrà conquistare un ruolo da protagonista

Era da un po’ di tempo che aveva preso l’abitudine di firmarsi Gerry Christmas mandando gli auguri di Natale per gli amici «oltre al panettone e una bottiglia di vino dell’Oltrepò». E così a Gerry Scotti è venuta l’idea di sfruttare a suo vantaggio l’intelligenza artificiale. Ne è nato un nuovo album di classici del Natale (in altre pagine del giornale passiamo in rassegna proprio le più famose canzoni natalizie) cantati proprio dallo showman in versione, appunto, Gerry Christmas.
«È successo – spiega – che la scorsa primavera hanno cominciato a circolare su Tik Tok alcuni video in cui molti artisti affermati del presente e del passato, da George Michael a Michael Jackson, prendevano le mie sembianze per gli effetti realizzati con l’intelligenza artificiale. E allora, al milionesimo tentativo di imitazione, come recita La settimana enigmistica, invece che accendersi la lampadina, mi si è accesa la lampadona. Ho detto: “La faccia è la mia, la voce modificata è la mia. Gerry Christmas è il mio augurio da sempre. Ecco che nasce l’idea del disco».
E che quelli della Warner Music hanno trasformato in realtà. L’Ia ha lasciato il segno, dice Gerry, «sulle mie sembianze con barba e abito natalizio e sulla voce del cantato. La base è la mia voce, in alcuni casi l’Ia è dovuta intervenire sull’intonazione, in altri abbiamo dovuto creare dei veri e propri testi spagnoli che potessi leggere per permettere al software di farmi cantare Feliz Navidad».
E qui sta il punto. perché il tema è dibattutissimo in questo periodo di continui sconvolgimenti e apre anche scenari preoccupanti, al di là di un disco creato in laboratorio e messo sul mercato. Ma Scotti ha una certezza: «Io non credo che l’Ia potrà mai sostituirsi alla bravura, alla capacità, alla creatività e alla forza dei più grandi artisti italiani, europei e mondiali. Questo almeno per quanto riguarda la musica. È più la televisione che deve avere paura. Perché è molto più probabile che si occuperà delle previsioni del tempo o leggerà gli indici della Borsa. Questo sì, succederà. Magari con più precisione e sveltezza. Ma non potrà mai sostituire volti come Amadeus, Carlo Conti e Paolo Bonolis. E neanche Gerry Scotti». Ride. Anche il disco smentisce un po’ questa tesi: «In realtà, lo so che sembra incredibile, ma l’Ia mi ha reso solo più intonato».
La traccia preferita dall’uomo Mediaset, tra quelle scelte, è «”Driving Home for Christmas” di Chris Rea. Decisamente la meno famosa nel territorio italiano, l’ho messa per ultima in scaletta ma sono assolutamente convinto che sia quella che mi è venuta meglio. È il brano nel quale l’intelligenza artificiale ha dovuto faticare meno, la mia voce si adattava bene. Pensa che bello: stai guidando per tornare a casa a Natale, guardi a destra e sinistra e tutti hanno la stessa faccia, con lo stesso pensiero in testa».

BaNNER
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